Giovedì abbiamo continuato a leggere qualche brano tratto dallo classico taoista
Zhuang-zi:
"Chi perfeziona la propria natura ritorna alla virtù
originaria. Chi raggiunge la propria virtù primitiva si identifica con l'origine
dell'universo e, attraverso quella, con il vuoto. Il vuoto è grandezza. È simile
all'uccello che canta spontaneamente e si identifica con l'universo. Quando si
identifica perfettamente con l'universo, appare ignorante e oscuro. Raggiunge la
virtù profonda e si inabissa nell'armonia universale.
[...] Dimentica le cose; dimentica il cielo; non dipendere dall'uomo. Possa tu
essere chiamato colui che dimentica se stesso. Ecco ciò che si chiama aver
raggiunto il cielo. [...]
La via del Santo [...] non sa dove va e la sua purezza è perfetta. [...] Se il
mondo intero lo loda, egli non si esalta; se il mondo intero lo condanna, egli
non si abbatte. [...]
L'uomo virtuoso [...] non pensa nulla quando è a casa sua; non riflette quando
cammina. Non fa alcuna differenza tra bene e male. [...]
Le parole elevate non toccano il cuore dell'uomo comune. Le parole supreme non
riescono a farsi udire: sono ostacolate dalle parole volgari. [...] In mezzo a
un mondo che si perde, io solo cerco il vero cammino [...]. So anche che se
volessi costringerlo, questo mondo, commetterei un errore in più. Meglio
lasciarlo qual è, senza cercare di stimolarlo, e viverci in mezzo senza
crucciarmi. [...]
Colui che conosce il cielo, comprende la santità [...] agisce da solo senza
clamore e in tutta tranquillità. Non perché cerchi la tranquillità come un bene,
ma perché nessuno, fra tutti gli esseri, può più commuovere il suo cuore. Quando
l'acqua è tranquilla, può riflettere la barba e le sopracciglia, e la sua
superficie è così ferma che può servire da livella al maestro carpentiere. Se la
tranquillità dell'acqua permette di riflettere le cose, di che cosa non è capace
quella dello spirito? Com'è tranquillo, lo spirito del Santo! È lo specchio
dell'universo e di tutti gli esseri. Il vuoto, la tranquillità, il distacco, la
non-curanza, il silenzio, il non-agire sono la livella dell'equilibrio
dell'universo, la perfezione della via e della virtù. Per questo il sovrano, il
re e il Santo sono sempre in pace. Questa pace conduce al vuoto, un vuoto che è
pienezza, una pienezza che è totalità. Questo vuoto conferisce all'anima una
tranquillità la quale fa sì che ogni azione compiuta sia efficace" (dai capp.
XII-XIII).
Abbiamo iniziato con la consapevolezza del respiro.
Poi la camminata.
La consapevolezza in piedi, da fermi.
In ultimo: la consapevolezza, seduti, delle tensioni che hanno luogo nel nostro
corpo e il loro abbandono.
A conclusione della lezione del lunedì, abbiamo continuato a
leggere brani tratti dal primo volume dei Saggi sul Buddhismo Zen di Daisetz
Teitaro Suzuki (clicca
qui).