Giovedì abbiamo continuato a leggere qualche brano tratto dallo classico taoista
Zhuang-zi:
"Il Santo abbraccia il tutto; gli uomini discutono per far
valere le proprie opinioni, Così, è stato detto: «Ogni discussione implica una
visione parziale».
Il Tao supremo non ha nome; il discorso supremo non ha parole; la benevolenza
suprema esclude qualsiasi benevolenza parziale; la purezza suprema è senza
ostentazione; il coraggio supremo è privo di crudeltà.
Il Tao che appare non è più il Tao; la parola che distingue non giunge alla
verità [...].
Il Santo [...] non è immerso nell'armonia cosmica? non abbandona ogni disordine
e ogni oscurità? non disdegna gli onori del mondo? Gli uomini si affannano per
questo o quell'ideale umano. Il Santo è ignorante e semplice. Partecipa della
purezza dell'uomo, che contiene in potenza tutti i tempi e tutti gli esseri.
[...]
È sul vuoto che si modella il Tao. Il vuoto è l'astinenza dello spirito. [...]
Dal vuoto dello spirito scaturisce la luce; lì si trova la quiete.
[...]
«Che cos'è la capacità integrale?» chiese il duca Ai.
«La morte e la vita, [rispose Zhong-ni] la durata e la distruzione, la miseria e
la gloria, la povertà e la ricchezza, la saggezza e l'ignoranza, il rimprovero e
la lode, la fame e la sete, il freddo e il caldo, queste sono le alterne vicende
il cui corso costituisce il Destino. Si succedono come il giorno e la notte,
senza che alcuna intelligenza umana possa stabilirne l'origine. Chiunque riesca
a non lasciarsi influenzare da questi avvenimenti conserva intatta la propria
anima. Conserva di giorno e di notte il proprio equilibrio, la propria
disinvoltura, l'umore sereno. Benefico come la primavera, si adatta a tutti e a
tutte le circostanze. Questi possiede la capacità integrale».
«Che cos'è la virtù invisibile» chiese il duca Ai.
«La superficie», rispose Zhong-ni «è la pienezza delle acque tranquille. Così
può servire da modello a ogni cosa. Perché queste acque si mantengono sempre
all'interno senza mai straripare fuori. La virtù è il mantenimento dell'armonia
perfetta. [...]»" (dai capp. II, IV e V).
Abbiamo iniziato con la consapevolezza del respiro.
Poi la camminata.
Successivamente la consapevolezza da in piedi, fermi.
Poi l'esercizio, seduti, dell'osservazione dei pensieri, con la domanda: da dove
viene?
A conclusione della lezione del lunedì abbiamo continuato a
leggere, per l'ultima volta, dal Sutra del Sesto Patriarca (clicca
qui).