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"È quasi ridicolo chiedere «Perché meditare?»" (Alan W. Watts)
"Non esiste un sé (soggetto) separato che possa fare o non fare cosa alcuna in merito a questo problema [delle questioni e domande che nascono dalla nostra realtà illusoria]. Così può apparire evidente che se non c'è un io soggettivato ad essere perplesso la corrente dell'esperienza può semplicemente fluire da se stessa senza ostacoli. Da questa consapevolezza il verso: Le montagne blu sono da se stesse montagne blu Questo fluire ininterrotto è il Tao, la via o il corso della
natura [...] - un fluire della vita non forzato e non bloccato: spontaneo. [...] Così la contemplazione [cioè la meditazione], in quanto «esercizio» particolare fatto in modo formale, è semplicemente il godimento rituale di quella basilare consapevolezza di ciò che sta accadendo ora, e che continua sempre di momento in momento. [...] Il bene della contemplazione è la contemplazione stessa, non un qualche risultato futuro che da essa possa derivare" (pp. 99-107). Estremamente fondamentali queste ultime righe. La pratica meditativa è essere nel reale, immersi nell'attimo presente, pienamente arresi ad esso, pienamente riempiti del suo essere qui e ora. È l'entrata nel godimento.
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