Una vigna che sale sul dorso di un colle fino a incedersi
nel cielo, è una vista familiare, eppure le cortine dei filari semplici e
profonde appaiono una porta magica. Sotto le viti la terra rossa è dissodata, le
foglie nascondono tesori, e di là dalle foglie sta il cielo.
Tutto ciò è familiare e remoto, infantile a dirla breve, ma scuote ogni volta,
quasi fosse un mondo.
La visione s'accompagna al sospetto che queste non siano se non le quinte di una
scena favolosa in attesa di un evento che né il ricordo né la fantasia
conoscono. Qualcosa di inaudito è accaduto o accadrà su questo teatro.
Solamente un ragazzo la conosce davvero; sono passati gli anni, ma davanti alla
vigna l'uomo adulto contemplandola ritrova il ragazzo. Ma nulla è veramente
accaduto e il ragazzo non sapeva di attendere ciò che adesso sfugge anche al
ricordo. E ciò che non accadde al principio non può accadere mai più.
Se non forse sia stata proprio questa immobilità a incantare la vigna. Un
sentiero l'attraversa all'insù, dimezzando i filari e tagliando una porta sul
cielo vicino. Il ragazzo saliva per questi sentieri, vi saliva e non pensava a
ricordare; non sapeva che l'attimo sarebbe durato come un germe e che un'ansia
di afferrarlo e conoscerlo a fondo l'avrebbe in avvenire dilatato oltre il
tempo. Forse quest'attimo era fatto di nulla, ma stava proprio in questo il suo
avvenire. Un semplice e profondo nulla, non ricordato perché non ne valeva la
pena, disteso nei giorni e poi perduto, riaffiora davanti al sentiero, alla
vigna, e poi si scopre infantile, di là dalle cose e dal tempo, com'era allora
che il tempo per il ragazzo non esisteva. E allora qualcosa è davvero accaduto.
E' accaduto un istante fa, è l'istante stesso: l'uomo e il ragazzo s'incontrano
e sanno e si dicono che il tempo è sfumato.
L'uomo sa queste cose contemplando la vigna. E tutto l'accumulo, la lenta
ricchezza di ricordi d'ogni sorta, non è nulla di fronte alla certezza di quest'estasi
immemoriale. Ci sono cieli e piante, e stagioni e ritorni, ritrovamenti e
dolcezze, ma questo è soltanto passato che la vita riplasma come giochi di nubi.
La vigna è fatta anche di questo, un miele dell'anima, e qualcosa nel suo
orizzonte apre plausibili vedute di nostalgia e speranza. Insoliti eventi vi
possono accadere che la sola fantasia suscita, ma non l'evento che soggiace a
tutti quanti e che tutti quanti abolisce: la scomparsa del tempo. Questo non
accade, è: anzi è la vigna stessa.
E non accade nulla, perché nulla può accadere che sia più vasto di questa
presenza. Non occorre nemmeno fermarsi davanti alla vigna e riconoscerne i
tratti familiari e inauditi. Basta l'attimo dell'incontro.