Qual è ora la relazione fra
l’arte e la natura? Dove inizia lo spazio immaginario che non è né l’una né
l’altra?
Di ciò che chiamiamo l’io si può far a meno.
Il confine, il segreto della soglia. Che cos’è fuori, che cos’è dentro, che
cos’è fuori di me, che cos’è dentro di me?
Sulla soglia. Non da questa parte, non dall’altra.
Proprio nel movimento al di sopra della soglia. Si rompe la membrana
d’apparenza, la contraffatta visione “io”. Allora è nudo il mondo. Luce parlano,
pietre respirano. L’occhio diventa un pianeta nero, il mondo è ora capace di
vedere. Alberi sollevano le radici fuori della terra, le alzano fuori del
terriccio di alberi morti. Il fango e l’orma umana sono la visione della cecità,
le mani e la sensibilità delle tenebre. Le costellazioni disegnano nella
profondità della notte ciò che è concluso e ciò che non è concluso.
Il Sagittario scaglia la sua freccia, è mortale.
Tutto parla a tutto. Nella luce dello spazio, nella luce delle tenebre. Il
messaggio si rivela.