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"La condizione degli esseri umani: perduti nel pensiero" (Eckhart Tolle)

 


"La condizione degli esseri umani: perduti nel pensiero" (Eckhart Tolle)


Abbiamo continuato a leggere qualche brano tratto da Parole dalla quiete di Eckhart Tolle:

"La condizione degli esseri umani: perduti nel pensiero. [...]
In voi, come in ogni altro essere umano, vi è una dimensione di coscienza molto più profonda del pensiero. É la vera essenza di chi siete voi. Potremmo chiamarla presenza, consapevolezza, coscienza incondizionata. [...]
Se potete riconoscere, anche solo ogni tanto, i pensieri che attraversano la vostra mente come semplici pensieri, se potete osservare i vostri schemi reattivi mentali ed emozionali mentre avvengono, allora quella dimensione sta già emergendo in voi come consapevolezza, nella quale pensieri ed emozioni accadono. É lo spazio interiore senza tempo nel quale si svolge il contenuto della vostra vita. [...]
La saggezza non è un prodotto del pensiero. Il sapere profondo che è la saggezza sorge grazie al semplice atto di dare a qualcuno o a qualcosa la vostra completa attenzione. L'attenzione è intelligenza primordiale, coscienza in se stessa. Dissolve le barriere create dal pensiero concettuale, e con questo arriva il riconoscimento che nulla esiste in sé e per sé. Unisce colui che percepisce con ciò che è percepito, in un campo di consapevolezza unificato. É il guaritore della separazione.
Ogni qualvolta siete immersi nel pensare compulsivo, state evitando quello che è. Non volete essere dove siete. Qui. Ora.
I dogmi - religiosi, politici, scientifici - vengono dall'erronea credenza che il pensiero possa incapsulare la realtà o la verità. I dogmi sono prigioni concettuali collettive. E la cosa strana è che le persone amano le celle delle loro prigioni, perché queste danno loro un senso di sicurezza ed un falso senso di «io so». [...]
Il risveglio spirituale è il risveglio dal sogno del pensiero. [...]
La mente esiste nello stato di «non abbastanza» e per questo è sempre avida di avere di più. Quando siete identificati con la mente, vi annoiate e siete più facilmente irrequieti. Noia vuol dire che la mente è affamata di stimoli, più cibo per i pensieri, ed i suoi appetiti non sono stati soddisfatti" (dal cap. II).

Nella lezione del mercoledì abbiamo continuato a leggere dal libro di Charlotte Joko Beck, Niente di speciale. Vivere lo zen (clicca qui).