"Guarda la natura di questo prato" (Tiziano Terzani)
All'inizio della lezione abbiamo letto un brano tratto da
una delle ultime conversazioni che Tiziano Terzani (giornalista, viaggiatore,
che abitò a lungo in India, abbracciando - nell'ultima parte della sua vita - la
filosofia vedanta) ebbe con il figlio Folco.
Tiziano Terzani è morto di tumore il 28 luglio di quest'anno.
"Guarda la natura di questo prato, guardala bene ed
ascoltala.
Là un grillo, negli alberi tanti uccellini coi loro gridi e il loro pigolìo, i
grilli nell'erba, un grande concerto che vive di vita sua, completamente
indifferente, distaccato da quel che mi succede, dalla morte che aspetto.
Che lezione! Per questo io sto benissimo, sono sereno, da mesi sento dentro di
me un centro di gioia che si irradia in ogni direzione.
Mi pare di non essere mai stato così leggero e felice.
Io, io sto benissimo. È il corpo che fa acqua da tutte le parti e ormai non mi
resta che staccarmene e abbandonarlo al suo destino di cosa che marcisce.
Senza alcuna angoscia, come la cosa più naturale del mondo".
Affrontare il pensiero della morte è
qualcosa di terribile, eppure è spesso ritenuta, in tante tradizioni, una
pratica fondamentale che premette alla meditazione in senso stretto. È così, ad
esempio, nel buddhismo tibetano.
Si dice e si pensa spesso che la meditazione sia qualcosa per vivere bene. E
questa idea può contenere una sua verità; ma è altrettanto vero che la
meditazione è innanzitutto un "esercizio della morte". Riconoscere che ogni
momento moriamo - a ciò che eravamo, a ciò che pensavamo, che preferivamo, alle
nostre valutazioni, alle nostre convinzioni profonde - fa piazza pulita di tutto
e alleggerisce. È un esercizio di abbandono: se abbandoni tutto invece di
tenerti violentemente attaccato a ciò che è di passaggio, come fai a non fruire
di quel tutto stesso?
Quando si dice: "Vivere a cuore leggero". Che profonda saggezza passa in queste
semplici parole...
Abbiamo iniziato con l'esercizio della
consapevolezza del respiro.
Poi meditazione camminata.
Poi, seduti, la consapevolezza delle parti del viso: fronte, tempie, naso, occhi
(compresa la perlustrazione - per l'intera loro lunghezza - delle palpebre che
toccano), guance alte, guance basse, bocca (anche qui la consapevolezza si
stende per tutta la zona in cui il labbro superiore tocca quello inferiore,
ricevendone l'intera gamma di sensazioni), mento.
Successivamente l'esercizio dell'osservazione dei pensieri, ponendo la domanda:
"da dove viene?".
Alla fine della lezione abbiamo letto e
commentato una poesia di Han Shan (clicca
qui).