Come andare al tempio del Tao (K. Satchidanandan)
la meditazione come via
tra vipassana e zazen




 

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Come andare al tempio del Tao (K. Satchidanandan)


K. Satchidanandan è uno dei poeti indiani contemporanei più importanti, nato nel 1946 nello stato del Kerala.


Non chiudere la porta.
Va' leggero
come una foglia che trasvola dentro
la valle dell'aurora.
Sei troppo bello?
Copriti di cenere.
Sei troppo accorto?
Vai coi sensi ottusi.
Niente passi veloci:
la stanchezza
raggiunge presto chi si muove in fretta.
Vai
adagio
avanza lento
come la calma.
Perdi ogni forma
come fossi acqua.
Sta basso, non provare a innalzarti
e non girare in cerchio intorno al dio:
nel nulla non ci sono direzioni
né un avanti né un dietro.
Non chiamarlo per nome:
se c'è un nome
non puoi esprimerlo con una parola.
Offerte? Non portarle:
un recipiente
quand'è vuoto rimane senza peso
ma diventa assai grave quando è pieno.
Preghiere?
No, nessuna:
qui non c'è spazio per i desideri.
Devi parlare?
Fallo col silenzio
che è il discorso fra gli alberi e le rocce
tra le foglie e i fiori:
tacere è la più dolce delle voci
e il Nulla è fatto
dei colori più splendenti.
Che nessuno ti veda all'arrivare
nessuno alla partenza.
Oltrepassa la soglia come stretto
fra te e te stesso,
al modo di chi guada
un fiume, quando è inverno.
Dentro ti è concesso
solo un secondo,
il tempo che ha la neve
per sciogliersi nel sole.
Nessun orgoglio:
sei soltanto un'ombra.
Non sdegnarti:
nemmeno
un granello di polvere
risponde al tuo comando.
Nessun lamento: non cambierà niente.
Rinuncia alla grandezza:
questa è la sola via d'essere grande.
Queste tue mani, non usarle mai
non pensano ad amore ma a violenza.
Lascia che il pesce nuoti dentro l'acqua,
lascia che il frutto penda dal suo ramo.
Vive più a lungo il mite e non il duro
come la lingua sopravvive ai denti.
Soltanto chi non compie alcuna azione
può fare tutto.
Avanti!
Te
adesso
attende quell'immagine
che mai ha trovato forma.