la meditazione come via
tra tantrismo, vipassana e zen




 

home

presentazione

meditare

le lezioni

buddhismo

zen

tantra

gli esercizi

testi

poesie

bibliografia

insegnante

dizionario zen

stampa

cerca nel sito

email

seminari

newsletter


 


 

Testi dal tantrismo del Kashmir

 

Poniti immediatamente al di fuori del progresso spirituale,
fuori dalla contemplazione,
fuori dall'abile discorso, fuori dalla ricerca,
fuori dalla meditazione sulle divinità,
fuori dalla concentrazione a dalla recitazione dei testi.
Dimmi, qual è la Realtà assoluta
che non lascia spazio ad alcun dubbio?
Ascolta bene!
Smetti di aggrapparti a questo o a quello,
e, dimorando nella tua vera natura assoluta,
gioisci serenamente della realtà del mondo!

Abhinavagupta

 

 

Lo slancio è Bhairava.

Sivasutra
 

 

 

Le funzioni del corpo sono le osservanze religiose.

Sivasutra
 

 

 

[Le potenze dei sensi] dotate degli attributi della Grande Unione [tra soggetto e oggetto], la cui forma è il risveglio del potenziale spirituale (kuṇḍalinī) dell'uomo, riempiono [di consapevolezza] il vocio esterno della diversità nato dalla sua intensa potenza, e si stabiliscono quindi nella limpida dimora del vuoto della coscienza, per rispender[vi] eternamente.

Mahesvarananda
 

 

 

[Se] proietti la capacità visiva e tutte le altre potenze [dei sensi] simultaneamente ovunque sui loro rispettivi oggetti per effetto della potenza della consapevolezza, rimanendo al contempo fermamente saldo nel centro come una colonna d'oro, tu risplenderai come l'Uno, il fondamento dell'universo.

Kakṣyāstotra
 

 

 

Il movimento libero e spontaneo della Coscienza di sé è la natura stessa del cuore della Coscienza.

Ksemaraja
 

 

 

Fusione in una sola energia di migliaia di energie percepite in tutti i modi possibili, tale è il supremamente libero, chiamato Śiva, la cui essenza è slancio del proprio cuore.

Maheśvarānanda
 

 

 

Il voto è la contemplazione di tutte le cose in quanto sono il Signore; e avendo la certezza sempre e ovunque dell'evidenza di questa similitudine, senza fare appello a qualche altra via liberatrice.

Abhinavagupta
 

 

 

Nel corpo la dissoluzione delle attività di separazione.

Vasugupta
 

 

 

Rendo omaggio ad Ānanda Bhairava, pienezza della Coscienza. Le divinità dei sensi l'adorano perpetuamente nel loto del cuore, offrendogli il piacere degli oggetti percepiti.

Abhinavagupta
 

 

 

Questa luce [...] non è fondata su nessun altro se non sul proprio sé [...]. Su di essa non si può meditare, non vi è un meditante, né alcun soggetto su cui meditare, poiché essa non è meditabile. Essa non è l'adorata, poiché non vi è adoratore, né l'adoratore, poiché non vi è nulla da adorare.

Abhinavagupta
 

 

 

Giova che uno si concentri sui profumi di ghirlande, ecc., sì che la mente, proprio perché era ad esse appoggiata, esse dissoltesi, si dissolva.

Svabodhodayamañjarī
 

 

 

Il Sé, la cui meravigliosa essenza è Luce, Śiva, sovranamente libero, per il gioco impetuoso della sua libertà, maschera dapprima la sua propria essenza poi la rivela di nuovo nella sua pienezza, tutto a un tratto o per gradi. E il discendere di tale grazia è del tutto indipendente.

Abhinavagupta
 

 

 

Là dove non vi è né la domanda del discepolo né la risposta del maestro, là è anuttara, il trascendente.

Abhinavagupta
 

 

 

Śāntarasa è quello stato nel quale si prova la stessa cosa verso tutte le creature, in cui non vi è dolore, né felicità, né odio, né invidia. Śānta è lo stato naturale della mente. Le altre emozioni quali l'amore ecc., sono colorazioni di questo stato originale. Tali colorazioni emergono da questo stato originale e alla fine s'immergono di nuovo in esso. Le emozioni nascono da śānta condizionate dalle loro rispettive cause. Quando queste cause specifiche cessano di operare, si dissolvono di nuovo nel loro sostrato naturale di śānta.

Abhinavagupta
 

 

 

La Coscienza è presente anche in un infimo istante di percezione. Se non fosse così, come sarebbero possibili e spiegabili azioni quali il correre, se la deliberazione riguardo al prossimo passo non fosse attuabile?

Utpaladeva
 

 

 

Nelle rilucenti celebrazioni che conducono al Tuo splendore, invero che cosa vi è per gli esseri illuminati che non ha del miracolo?

Abhinavagupta
 

 

 

Libero senza alcun attaccamento a qualsiasi rituale, senza nessun dubbio, liberato dalla mondanità, assorto nella realizzazione dell'"io non sono" e nella contemplazione delle deità del corpo, vedendo tutto ciò che percepisce come il supremo soggetto.

Abhinavagupta
 

 

 

Prima di emettere il soffio, è opportuno riposare nel vuoto del cuore, e al termine del soffio espirato, riposare all'esterno.
Poi per grazia [...] del soffio inspirato, si afferra l'essenza del Sé come universale e si perde così il desiderio per ogni cosa.

Abhinavagupta
 

 

 

Non appena la natura differenziata delle cose è stata dissolta da questa gestione violenta, ecco che il tutto di cui s'alimentano le dee della coscienza diventa ambrosia. Queste dee, una volta saziate, si fondono in identità con Bhairava, l'etere della Coscienza, il Dio, riposato com'è nel cuore e in nient'altro, pienissimo.

Abhinavagupta
 

 

 

Il campo è ciò che permette ai sensi di operare. [...] Se la parola campo (kṣetra) è derivata dalla radice kṣad che significa "attacco", "confronto", allora il corpo è il luogo di incontro dei sentimenti opposti come la passione, la tranquillità, l'ira, la tolleranza, ecc.

Abhinavagupta
 

 

 

Versi del Vijñāna Bhairava tradotti da Christian Pisano (pdf)

http://www.gianfrancobertagni.it/materi…/kashmir/pisano6.pdf
 

 

 

I concetti che lo descrivono sono eterei, ecco perché Lo si canta negli inni che provengono da un fremito spontaneo. È celebrato in quanto al di là degli stati (turīyātīta), incessante (satatoditam).

Abhinavagupta
 

 

 

O Signore, la realtà della tua presenza è spontaneamente ovvia e onnipresente, quindi chi ti cerca usando mezzi, è certo che non ti scoprirà.

Jayaratha
 

 

 

Il celebrante deve meditarlo [il corpo] come identico a Siva. Distrutta ogni tensione verso gli oggetti esteriori, dissolto lo stato limitato, che cosa mai resta, nel corpo,se non il succo della beatitudine di Siva? Notte e giorno vedendo e adorando così il corpo, come pieno del succo della beatitudine di Siva e colmo di tutti e i trentasei principi, il celebrante si identifica senz'altro con Siva, e, sazio e contento di questo suo riposo in detto corpo, costituito dal tutto, egli ha, in esso, il suo linga né aspira a linga, voti, luoghi santi o discipline esteriori. Tutte le altre azioni rituali, sino al sacrificio esteriore, esposte (nelle varie scritture) concernono coloro la cui coscienza non riesce a trovar riposo in virtù di questa sola (meditazione). Il fine che esse si propongono è sempre l'identificazione con Siva.

Abhinavagupta
 

 

Dopo che il pensiero è interamente svanito, il cerchio dei sensi si espande istantaneamente.

Ksemaraja
 

 

Il grande segreto consiste proprio nel fatto che non c'è alcun segreto.

Abhinavagupta
 

 

Dove è l'inclinazione, lì è il precetto; dove non lo è, lì è il divieto. Per noi che consideriamo i trattati come una esclusiva effusione del cuore, questo è l'elemento discriminante.

Maheshvarananda
 

 

Shivastotravali 
Utpaladeva
 

Qualunque cosa può causare il riconoscimento di te
Per i tuoi adoratori oh onnipresente sovrano
Perché la via della Coscienza giace triplamente
nell'inerzia, nella sofferenza, nella gioia.

Oh Signore, tu sei il Sé di tutte le cose.
Ognuno è attaccato a se stesso. Ognuno ama se stesso.
Questo stesso sé è in realtà la tua stessa natura.
Amarti è compiuto da tutti gli esseri.
Tutti gli esseri ti amano perché si amano.
Quindi la devozione a te è spontaneamente compiuta da tutti.

Possiamo rendere omaggio al Signore Shiva, il cui segno di gratitudine
È precisamente non essere tributario
di alcunché.
Quando percepisci in assenza di differenziazione Egli è rivelato
Se puoi sperimentarLo, non l'hai percepito.
Quelli che l'hanno percepito in realtà non lo hanno percepito.
Coloro che non l'hanno percepito l'hanno effettivamente percepito.

Omaggio a Shambu che è completamente contro i Veda e i Tantra.
Mi inchino a Lui in favore dei Veda e dei Tantra.
Mi inchino a Colui che è l'essenza dei Veda e dei Tantra.
Mi inchino a Colui che sebbene nascosto è l'evidenza stessa,
Colui che è il mistero soggiacente di tutte le cose.

Per i tuoi devoti non ci sono regole stabilite per raggiungerti.
Anche se sono completamente persi nel Samsara, sono guidati da te.
Per loro ciò che non è la Via,
Ovunque essi siano, è la porta d'ingresso.

Oh Signore, omaggio a te, in cui è l'essenza della via della mano destra, in cui sono permesse carne e altri divieti
Mi inchino a te, in cui è anche l'essenza del sentiero della mano sinistra, dove non c'è né il bene né il male.
Né la regola stabilita né il processo.
Tutti i modi risiedono in te ma in te non vi è alcun modo.

Mi inchino a te, oh Signore, che sei adorato in mille e un modo e in mille luoghi. Non solo nei templi ma anche nei mattatoi e sui campi di battaglia.
Omaggio a te che non possiamo evitare.

Signore, non è richiesto nulla per vederti.
Né meditazione, né preghiere, né concentrazione, né disciplina.
Non è necessario nulla per vederti
E nulla si oppone alla tua visione.
Perché tutto è inondato da te solo.

Perché dovrei abbandonare il mondo e i suoi oggetti?
La percezione del mondo e le sue diversità sono semplicemente le tue membra.
Tutto ciò che percepisco è solo estensione del tuo corpo.
Perché il mio spirito non dovrebbe ubriacarsi?
Lascialo disperso, lascialo svagare.
Ovunque vada, può trovare solo la tua presenza.
Quindi dimentica il controllo della mente
Lascia che vaga a suo agio
Semplicemente qualunque sia la sua destinazione
Fai sapere agli altri che sta vagando in te.

Quando i dolori in sé sono una fonte di benessere
Quando il veleno diventa ambrosia
E il morso dell'esistenza fonte di liberazione
Lo stesso si trova nella modalità di Shiva.
I tuoi devoti non hanno alcun desiderio di trovarti.
Dal momento che sei ovunque presente
Fuori, dentro.

Oh Signore, mi inchino alle tavole della tua legge
Dove non c'è scritto nulla.
Dove non c'è alcun comandamento.
Ma solo l'inclusività della tua presenza
Quindi non c'è nulla che sia mio o a me straniero.
Niente di senza valore e che debba essere abbandonato
Nulla che sia benefico e che deve essere preservato.
Solo la coscienza indifferenziata e nient'altro.
 

 

Colui che vede tutta la diversità dell'universo manifestato come un riflesso nella Coscienza è veramente il Sovrano universale. Così questa intuizione che si eleva spontaneamente e continuamente senza differenziazione alcuna è la caratteristica della via divina (Sambhavopaya). Tutte le altre cose, le convenzioni religiose, le purificazioni, i voti, la recitazione delle formule mistiche non gli sono di nessuna utilità.

Abhinavagupta
 

 

Il Sé è la scena.
I sensi sono gli spettatori.
Il corpo è l'oblazione spirituale.

Siva Sutra
 

 

Il Sé, che è lo stato naturale di tutto ciò che esiste, fonte indipendente di luce, si diverte ad assumere le espressioni della domanda e della risposta, che non sono diverse da lui. Così chi pone la domanda (devi) e chi risponde (bhairava) sono solo lui stesso che gode della propria riflessione.

Abhinavagupta
 

 

Māyā [...] in primo luogo impartisce nomi e forme alla diversità degli oggetti.

Abhinavagupta
 

 

Osserva il nascere spontaneo di un desiderio e troncalo immediatamente alla sua radice. Esso si fonderà nel punto da cui è sorto.

Vijnanabhairava Tantra
 

 

L'anima è imprigionata perché ha dimenticato la propria identità autentica, e può raggiungere la liberazione, obiettivo supremo della vita, solo riconoscendo la propria reale natura universale. Realizzando che ogni cosa è parte di lei stessa, espandendo il suo essere in forme meravigliosamente varie, l'anima aggiogata consegue questo riconoscimento e con esso la convinzione di non essere la schiava della creazione ma il suo padrone.

Utpaladeva
 

 

Poniamo che uno cammini e non ponga mente, ad ogni passo, allo sforzo. Se le sue funzioni mentali sono prive di ogni costruzione immaginativa, si illuminerà [in lui] il supremo sé.

Svabodhodayamanjari
 

 

Tutte le cose depositate nel fuoco dello stomaco della propria coscienza, abbandonate improvvisamente tutte le distinzioni, lo alimentano con la loro potenza. Quando la diversità che divide le cose è dissolta da questa violenta digestione, le divinità della coscienza [cioè i sensi] divorano l'universo che viene trasformato [da questo processo] nel nettare [dell'Io]. Quando sono soddisfatte, esse riposano in unità con il dio Bhairava, che è la pienezza della natura propria di ognuno e il Cielo della Coscienza che, solitario, riposa nel Cuore.

Abhinavagupta
 

 

È solo in forza della grazia che si va verso il giusto tipo di insegnante provenendo da un insegnante incompetente. Il vero maestro […] non è altri che il venerato Signore Bhairava. [...] La sua competenza di insegnante deriva dalla sua identità con Siva, mentre l'amorevolezza e il fascino che potrebbe possedere non sono essenziali. L'insegnante incompetente potrebbe possedere tutte queste altre qualità, ma non l'unione con Siva.

Abhinavagupta
 

 

Chi percepisce gli oggetti come emanati dalla propria forma è chiamato maestro (pati); colui invece che sotto l'effetto dell'illusione li vede come dissimili da sé, è chiamato pasu, asservito.

Utpaladeva
 

 

Nel momento in cui il latte cola dalla mammella di una vacca, subisce una qualche mutazione; ma ciò non vuol dire che non sia più latte.

Somananda
 

 

La dualità stessa non esiste separata dalla Coscienza. È semplicemente l'assenza d'intuizione della sua vera natura.

Abhinavagupta
 

 

Chi sono nell'istante che precede la mia volontà o il mio definirsi? È ciò che invero sono! Essendo diventato ciò, bisognerebbe immergersi in ciò, e la mente dovrebbe identificarsi con ciò.

Vijnanabhairava Tantra
 

 

La libertà della gioia ininterrotta della coscienza dell'io è completamente indipendente da ogni riferimento a qualsiasi altra cosa.

Abhinavagupta
 

 

Il mondo dei sensi e della mente appare ai Ben Risvegliati (suprabuddha) come una teofania, un eterno rivelarsi di Dio nella Sua creazione. La dottrina della vibrazione dichiara che «Non esiste alcuno stato di parola, significato o pensiero, né all'inizio, né in mezzo, né alla fine, che non sia Siva». Pronunciare una qualsiasi parola equivale, in realtà, a intonare una formula sacra. Ogni atto è parte dell'eterna liturgia cosmica di Siva, ogni movimento del corpo è un gesto rituale (mudra), e ogni pensiero è pensiero di Dio.

Mark S.G. Dyczkowski, La dottrina della vibrazione nello śivaismo tantrico del Kashmir
 

 

I seguaci di Viṣṇu, etc. son tutti quanti tratti in inganno da māyā e portati verso la non liberazione, proprio per il loro desiderio di ottenere la liberazione.

Svacchanda Tantra
 

 

I mezzi di percezione, giova sapere che sono qui i sensi, i quali, quando li si fa entrare in funzione, debbono essere in uno stato di eguaglianza (samāni). Questo stato di eguaglianza si ottiene mediante l'abbandono dell'attaccamento e dell'avversione.
In ogni forma di attaccamento, bisogna abbandonare l'idea del sé, e così pure in ogni forma di avversione.

Svabodhodayamañjarī
 

 

Il desiderio è la volontà di appropriarsi dell'altro, di rendere l'altro se stesso. 
Il tutto velando col suo desiderio, l'uomo desiderante può realizzare tutto, dal momento che il tutto ha per principio ultimo appunto il desiderio.

Abhinavagupta
 

 

Gli dèi, ovvero coloro “che usano dilettarsi”, sono le funzioni sensoriali, divinità ben note alle tradizioni segrete; quelle dovete soddisfare con l'azione; in altre parole dovete divorare gli oggetti dei sensi quanto più vi è possibile.

Abhinavagupta
 

 

Senza differenziazione, la Realtà universale è cosi semplice che ci risulta inafferrabile.
Non dobbiamo allora cercare di coglierla come esito di una qualsiasi nostra attività: l’emozione non la afferra, nemmeno il pensiero, nemmeno l’arte, nemmeno la virtù morale, nemmeno la ricerca spirituale. La Religione, la teologia, la filosofia, l'opera artistica, la pratica ascetica, … in breve: tutto ciò che fa parte del mondo non può condurci al Non Nato.
D'altra parte: come ciò che è differenziato e limitato potrebbe mai condurci a ciò che è senza differenziazione e il senza limiti?
E allora: come accedere all'Assoluto? Abbandonando tutto ciò che non è trascendente? o in un altro modo? [...]
Solo mediante la grazia, solo grazie ad essa.

Abhinavagupta
 

Siva [...] giunge al limite estremo degli organi sensoriali.

Mahesvarananda
 

 

Essendoci un tuono profondo che via via si dissolva, la coscienza, proprio perché era ad esso appoggiata, finito che esso sia, trova riposo.
Uno deve meditare, concentrato, su qualsiasi suono gradevole che entri nell'orecchio, sinché, questo dissoltosi, effettua l'arresto.
Analogamente, uno deve meditare sulla bellezza di forme e colori, ecc., e, ben alimentato [da essi], pensare com'essi si siano dissolti nella natura del sé.

Svabodhodayamañjarī
 

 

L'azione divina vibrante interiormente ed esteriormente in accordo con la sequenza tempo non è altro che il soggetto conoscente. Così conoscenza infinita e azione sono inseparabili.

Utpaladeva
 

 

Si rivela nella regione del cuore nell'istante in cui ci si ricorda all'improvviso di un compito urgente da eseguire, quando si apprende una notizia eccitante, nell'istante preciso di una visione spaventevole, alla vista di qualcosa di inaspettato, all'inizio dell'emissione seminale o quando se ne parla; e ancora quando si legge velocemente o quando, per paura, si fugge in tutta fretta. In queste occasioni si produce un fremito di tutte le energie.

Somananda
 

 

Ma anche nel cuore dello smarrimento e nella morte, colui che resta in se stesso non è mai abbandonato dall'effusione del Sé.

Abhinavagupta
 

 

Non solo non abbiamo trovato niente di sostanziale in questo nostro errare, ma ci siamo anche stremati. [...] La persona che è stanca, avrà una riverenza quasi invidiosa per colui che è al riposo. I miei omaggi vanno quindi a Te, Essenza stessa di questo universo.

Abhinavagupta
 

 

Contempla la spazialità vuota del tuo proprio corpo, che abbraccia simultaneamente tutte le direzioni. Allora libero dalle differenziazioni, tutto è solo vacuità.

Vijnanabhairavatantra
 

 

La separazione tra l'oggetto e il soggetto non esiste.
Lo si constata nell'esperienza ordinaria.

Trisirobhairavatantra
 

 

Qualunque sia la tua posizione, mantienila, senza dirigerti né verso l'esterno, né verso l'interno. In tal modo, grazie al suo irradiamento della Coscienza, ingoia la molteplice diversità del divenire.

Jayaratha
 

 

Porre tutte le esperienze oggettive nel proprio Sé è ciò che si intende con "la sensazione dell'Io".

Utpaladeva
 

 

Le prescrizioni, i divieti, gli yoga fondati sulle diverse membra (anga) e il controllo del respiro, tutto ciò è inutile e nulla al confronto del nostro sistema innato. O sovrana degli dei, aderisci alla realtà attraverso il cuore, ecco l'unica obbligazione e non importa in modo con cui vi si accede.

Malinivijaya Tantra
 

 

La molteplicità dell’universo è lo stato della sua (di Siva) altissima energia, la Śakti, che ha creato al fine di riconoscere la sua propria natura.

Abhinavagupta
 

 

La liberazione non comporta né un luogo fisso né un viaggio verso un'altra dimora. La liberazione è la rivelazione della Śakti inerente al Sé.

Abhinavagupta
 

 

I tuoi organi sono dèi.

Abhinavagupta
 

 

Nel momento preciso della sua apparizione, ogni emozione o passione, ogni tendenza psichica è pura, unica, indifferenziata [...] La dualità non esiste in quel momento [...]. L'errore e il pericolo sorgono quando l'io, all'inizio uno con l'esperienza, si separa da essa (il che avviene molto rapidamente), pensa e si pone come soggetto, agente che sperimenta: "Sono arrabbiato", "sono felice", "sono triste". [...]
Più potente è il movimento emotivo, più lento è l'ego a ricostituirsi, sopraffatto e privato dei suoi riferimenti. Quel momento di sradicamento può diventare un'opportunità spirituale.

Abhinavagupta
 

 

Tutto ciò che si rivela quando l’ondata d’impressioni sorge con veemenza, è quello stesso che bisogna osservare con intensità: se tu vi sei e stai in esso all’inizio, nel mezzo e alla fine, oh, l’universo differenziato si dissolverà.

Abhinavagupta
 

 

Quando la mente che separa si assopisce
la Kundalini si sveglia,
la fonte dei cinque sensi sgorga ininterrotta.

Lalleshwari
 

 

Colui che non separa più
la chiarezza interiore dall’oscuramento
può sviluppare, nell’uguaglianza del cuore
la coscienza non-duale.

Lalleswari
 

Le persone che non sono uno (con le esperienze felici che provano) e che non sentono il loro corpo fisico essere fuso in questo uno, si dice essere senza cuore perché la loro stessa coscienza rimane immersa nel corpo grossolano.

Abhinavagupta
 

 

La potenza d'emissione propria del Signore è presente e operante in tutte le cose nel modo seguente. Essa non è altro che la fonte di tutte le varie sensazioni di piacere, estetiche ed ordinarie. La vibrazione, infatti, che cessato lo stato di indifferenza, si avverte nel cuore all'udire un canto melodioso o al sentire un profumo di sandalo, ecc., non è altro che un'espressione della potenza di beatitudine. Degli uomini si dice che siano dotati di cuore grazie alla presenza di questa vibrazione.

Abhinavagupta
 

 

La mente yogica non viene bagnata (o tinta) dall'interno, così come capita alla zucca secca coperta dalla sua buccia, anche se si tuffa in profondità nelle acque di piaceri sensuali.

Abhinavagupta
 

 

La Coscienza Assoluta si manifesta in ogni circostanza della vita quotidiana. Viene detto della Coscienza di essere la causa di tutte le cose nel senso che essa è ovunque emergente nella qualità di ogni entità manifesta.

Abhinavagupta
 

 

Non abbandonare nulla. Non afferrarti a niente. Riposa, dimorando in te stesso, proprio come sei.

Abhinavagupta
 

 

Tutti i nostri desideri per i frutti dell'esistenza sono causati da una sensazione di vuoto. Una volta genuinamente pieni, come potrà generare nuovi frutti ciò che desideriamo?

Abhinavagupta
 

 

Tutte le emozioni casuali della vita (felicità, sorpresa, rabbia, la sete, la paura, ecc) possono essere sfruttate e riorientate, almeno quando raggiungono un certo livello di potenza, una certa intensità vibrazionale e soprattutto quando sono spogliate da tutta la sovrapposizione morale (bene, male, giustificazione), quando non hanno più nome, non sono più concettualizzate, vissute cioè come pure energie divine . […] Al momento della sua nascita, ogni emozione, ogni tendenza psichica è pura, unica nel suo genere, indifferenziata. […] La dualità non esiste in quel momento. […] L'errore e il pericolo nascono quando l'io, in un primo momento uno con l'esperienza, viene separato da essa (il che accade molto rapidamente): l'io allora si pensa e si pone come soggetto, agente sperimentatore: sono arrabbiato, sono felice, sono triste. […] Tanto più forte è il movimento emozionale quanto più debole è l'ego che si pone come soggetto separato, privato com'è dei suoi riferimenti. Quello sradicamento dell'ego può diventare un'opportunità spirituale.

Abhinavagupta

 

I canali dei sensi, mediante i quali lo yogin trae piacere dagli oggetti di senso, sono gli stessi attraverso cui egli riempie i tre mondi con la coscienza emessa dal suo proprio Cuore.

Mahesvarananda
 

 

Ebbro sono io per avere bevuto il vino dell'Elisir dell'Immortalità che è la Tua venerazione, che fluisce perpetuamente attraverso i canali dei sensi dai calici, pieni [fino all'orlo] di tutte le cose esistenti.

Utpaladeva
 

 

I sensi dapprima risuonano, per così dire, in consonanza con l'oggetto estetico, penetrandolo e mischiandosi con esso in modo così totale che il confine tra sensazione e consapevolezza apprezzativa si dissolve, lasciando uno stato di unità che pervade sia i sensi sia l'oggetto estetico. [...] L'oggetto estetico viene esperito con tale intimità e senso di contatto diretto che non è più sentito come esterno. È sommerso nel campo della consapevolezza, riempiendolo così completamente con il godimento estetico che esso suscita, che il soggetto perde ogni senso di individualità. La coscienza, ora libera dalle restrizioni dei limiti angusti della soggettività individuale, si espande spontaneamente per godere infine dell'incondizionata effusione della sua propria pulsazione come pura soggettività apprezzativa.

Mark Dyczkowski, La dottrina della vibrazione nello sivaismo tantrico del Kashmir
 

[Il corpo] è il supporto di tutti gli dèi, il crematorio spaventoso per le pire [della coscienza, che distrugge tutte le cose]. Frequentato da siddha e da yogini, è il loro terrificante terreno di gioco, in cui tutte le forme incarnate raggiungono la fine. Pieno delle innumerevoli pire [dei sensi] e pervaso dagli aloni delle loro fiamme, il flusso dell'oscurità [della dualità] è distrutto e, del tutto libero dai costrutti di pensiero, è la sola dimora della beatitudine. Penetrando in questo [corpo], il crematorio della vacuità, chi non consegue la perfezione?

Abhinavagupta
 

 

Osservando e adorando il corpo notte e giorno come pieno di tutte le categorie dell'esistenza e del nettare della beatitudine di Siva, [lo yogin] si identifica con Siva. Stabilitosi in quell'immagine sacra, contento di riposare nel [suo] corpo cosmico, [lo yogin] non aspira a nessun'altra immagine esterna, né [a fare alcun] voto, [a viaggiare verso] luoghi sacri o a praticare discipline [esteriori].

Abhinavagupta
 

 

Questa Ruota dell'Assoluto fluisce dal Cuore attraverso il vuoto degli occhi, eccetera, su ogni oggetto di senso. [...] [Lo Yogin] dovrebbe contemplare [come ogni cosa] nel campo del suono, eccetera, diventa una cosa sola con questa Ruota [...]. Quando tutto il carburante [dell'oggettività] si è consumato [nel fuoco della Ruota] e le sue tracce sono state distrutte, esso contempla la Ruota ormai prossima all'estinzione, nel processo di estinzione [e infine come totalmente] estinta. In tal modo, mediante questa meditazione, l'universo si dissolve nella Ruota e questa nella coscienza, che finalmente risplende vuota di tutti gli oggetti. La natura della coscienza, tuttavia, è tale che c'è una nuova creazione, poiché siffatta [è l'attività della] Dea della Coscienza. Dunque, colui il quale in ogni istante dissolve in questo modo l'universo nella sua propria coscienza e poi lo rimette è eternamente identico a Bhairava.

Abhinavagupta

 

Contempla le forme indivise del tuo corpo e quelle dell’intero universo come appartenenti alla stessa natura, così, il tuo essere onnipresente e la tua forma riposeranno nell’unità e raggiungerai la natura della coscienza.

Vijnanabhairavatantra
 

 

L’energia del fremito che attraversa l’essere ordinario lo rende schiavo, mentre questa stessa energia libera colui che è sulla Via.

Spandakarika
 

 

Il praticante la cui coscienza è contratta percepisce l’universo nella sua forma contratta.
La coscienza assoluta diviene coscienza individuale a causa di questa stessa contrazione provocata dagli oggetti della coscienza.
La coscienza individuale è la coscienza assoluta.

Ksemaraja
 

 

Grazie alla vibrazione, l’oggetto della percezione vibra nel cuore del vasaio poiché esso è tutt’uno con la coscienza del sé di quest’ultimo.

Abhinavagupta
 

 

Come può essere infatti impuro il corpo costituito dai cinque elementi grossi? Forse che la purità e l'impurità appartengono oggettivamente alla cosa, come realtà diverse dalla luce?

Abhinavagupta
 

 

Tutto ciò che rallegra la mente, non importa per quale canale dei sensi, si rivela atto alla splendente dimora del Brahman.

Abhinavagupta
 

 

Nel processo di liberazione non viene in realtà fatto nulla di nuovo, né viene illuminata una cosa che prima non lo fosse veramente, bensì semplicemente viene rimossa l'idea che ciò che è luminoso non sia tale.

Abhinavagupta
 

 

È Siva stesso, dalla volontà senza freni e dalla limpida coscienza, che anche in questo momento sfavilla nel mio cuore. È la Sua stessa Sakti suprema che gioca sempre al limite dei miei sensi. Il mondo intero risplende insieme a quella beatitudine dell'Io. In verità, io non so che cosa significhi la parola samsara.

Abhinavagupta
 

 

Il tempo è movimento interiore della Coscienza, la quale pensando al tempo o allo spazio li crea attorno a sé. 
Dissoluzioni e nascite sono espressioni dello spontaneo movimento della Coscienza, emissioni della sua volontà. 
I quattro secondi di durata media dell'atto respiratorio contengono la vita nella sua interezza, quindi tutto il tempo. 
L'espirazione coincide con la scissione originale della Coscienza; l'inspirazione coincide con il recupero della Coscienza nella sua indivisa pienezza.

Abhinavagupta

 

Lo stato primordiale in cui l'oggetto apparituro non si è ancora differenziato ma vibra in unità con la Coscienza, è la premessa necessaria di ogni conoscere e come tale è presente in tutti gli esseri, qualunque sia il grado di evoluzione, ma non tutti ne sono consapevoli. [...] Tra noi e l'esperienza della luce si frappone una specie di schermo, che non è un'entità a sé stante, bensì è espressione della libertà stessa della Coscienza, che, sottosembianze di Maya, vede e offusca se stessa a se stessa. Se questa macchia, magia, non esistesse e ognuno potesse già sperimentare questo primo momento del conoscere in tutta la sua pienezza, noi saremmo già liberi: tutti gli sforzi ulteriori, i libri, la parola, il pensiero stesso sarebbero inutili. L'insegnamento, l'esercizio non hanno come meta altro che l'eliminazione di questa incantesimo che ci proibisce di vivere e sentire questo momento Pre-discorsivo del conoscere, in cui la realtà appare così com'è, prima dell'intervento del pensiero congetturale, concepito come potenza offuscatrice e differenziatrice.

Abhinavagupta

 

La realtà ha due facce: gli stessi sentimenti o potenze dell'anima che offuscano e legano alla sensibilità sono anche strumento di illuminazione e liberazione.

Abhinavagupta
 

 

La chiara visione della realtà si ha nel momento della percezione diretta, prima dell'intervento del pensiero discorsivo, che porta a una falsificazione della cosa che crediamo di vedere e che è alterata dalla maculazione, cioè dall'ignoranza innata del nostro conoscere. Sebbene è erroneo per propria natura, il conoscere discorsivo non è del tutto inutile, [...] sebbene irreale e illusorio quando preso come fine a se stesso, esso è l'unico strumento che abbiamo a nostra disposizione per poi un giorno superarlo e lasciarlo, né di esso possiamo intanto farne a meno.

Abhinavagupta
 

 

Per penetrare in questo Principio non è d'uopo alcuno sforzo; di sforzo c'è bisogno man mano che ci si allontana dalla sorgente.

Abhinavagupta
 

 

Il ripetersi di successive determinazioni mentali produce i fenomeni esteriori e li plasma con la forza dell’immaginazione della Coscienza.
I pensieri sono le radici delle nostre azioni; l’idea interiore “io vado”, traducendosi nel corpo, nello spazio, attraverso i sensi e le emozioni, si trasforma nell’azione di andare.

Abhinavagupta
 

 

Nella Coscienza Immacolata scompaiono le distinzioni di percettore, percezione e percettibile; si è al di là dell’immagine soggettiva, della rappresentazione discorsiva.

Abhinavagupta
 

 

La varietà di questo mondo può manifestarsi solo se il Signore Supremo, che è essenzialmente la pura luce della coscienza, esiste, proprio come una superficie è necessaria per un quadro. [...] Così come profondità e altezze possono essere rappresentate da linee su un muro liscio, e come percepiamo una figura di donna e pensiamo "ha un ombelico profondo e seni prominenti", allo stesso modo è possibile essere consapevoli delle differenze nei vari contenuti dell'esperienza solo se tutte le percezioni diverse sono connesse sul muro unico della luce universale della coscienza.

Abhinavagupta
 

 

Nulla in realtà, malgrado diventi oggetto di conoscenza, cessa di essere Siva: questo è il motivo per cui la meditazione su questo o quell'aspetto della realtà dà i suoi frutti.

Abhinavagupta
 

 

Coloro i quali meditano su altre divinità tralasciando l'attenzione alla loro propria natura, sebbene posseggano grandi ricchezze, vanno mendicando. E una volta che hanno mendicato, rimangono affamati.

Mahesvarananda
 

 

Lo yogin [...] si stabilisce sul piano della beatitudine assaporando gli oggetti dei sensi che gli appaiono spontaneamente.

Spandapradipika
 

 

Come il riflesso della luna si mette in moto su un'acqua in movimento ed appare chiaramente su un'acqua tranquilla, così è il il Sé, il Grande Signore, nell'insieme dei mondi, degli organi e dei corpi.

Abhinavagupta
 

 

Non c'è meditatore, meditazione e meditato.

Abhinavagupta
 

 

Siva non si manifesta grazie alle vie liberatrici; al contrario sono loro che brillano nel suo splendore.

Abhinavagupta
 

 

Anche se affermiamo qui che la coscienza è necessariamente distinta dal soffio, dal corpo, dall'intelligenza, in realtà non ne è distinta.
La coscienza rimane intessuta in loro, senza la quale non esisterebbero.
Il divino substanziatore non è mai toccato dalla differenziazione degli stati.

Abhinavagupta
 

 

L'inspirazione apre l'accesso alla pura coscienza, la ritenzione mantiene lo stato di pura coscienza, l'espirazione dissolve la diversità.

Abhinavagupta
 

 

La totalità dei nostri propri raggi di coscienza si riflettono gli uni sugli altri, penetrando la coscienza individuale degli esseri presenti, senza il minimo sforzo, in uno zampillamento intenso diventano universali. Per questa ragione, quando le persone si riuniscono per uno spettacolo di danza o di canti, etc., c'è una vera e profonda gioia quando si danno allo spettacolo, tutti insieme, senza separazione.
La coscienza che è beatitudine, anche vista sotto un angolo individuale, raggiunge in questi spettacoli lo stato di unità, lo stato di piena e perfetta gioia. L'assenza di causa di contrazione come la gelosia, l'odio, etc. permette alla coscienza di rimanere totalmente, senza ostacolo, nella pienezza della gioia.

Abhinavagupta
 

 

Le correnti di energia vitale sono l'espressione della coscienza in quanto vibrazione. La forma più grossolana che esse assumono è chiamata cavità, formante un canale che lega le parti del corpo in un tutto.

Abhinavagupta
 

 

La meta ultima di ogni presa di coscienza determinata è il riposo nella propria essenza, il Sé. È questa l'esperienza dell'Io nella sua libertà.

Abhinavagupta
 

 

La meta ultima di ogni presa di coscienza determinata è il riposo nella propria essenza, il Sé. È questa l'esperienza dell'Io nella sua libertà.

Abhinavagupta
 

 

La libertà vista dalla coscienza illumina il livello delle differenze.
Da essa emana lo stato d'insegnante e d'insegnato. È solo la nostra propria natura ad essere il Signore e il Maestro, e tuttavia lo si vede come diverso da se stessi. Si pensa che le parole che vengono dal Sé siano quelle di un altro. Ciò che è da comprendere così come ciò attraverso il quale comprendiamo, tutto questo è della natura del Sé, anche se lo si crede diverso.

Mālinīvijayottaratantra
 

 

Tutto quello che il grande yogi percepisce interiormente ed esteriormente si rivela ai suoi occhi in virtù della sua imminente messa all'unisono dell'universale coscienza, come il suo corpo, come le sue membra, e come un tutt'uno. Egli prende coscienza: "Sono questo, l'universo intero, nello stesso modo in cui tutto appare all'eterno Siva".

Ksemaraja
 

 

Attraverso la via degli organi lo yogi gusta il godimento del mondo sensibile ed attraverso questa stessa via riversa il suo cuore, riempiendo così il triplice mondo [cuore, corpo, mondo sensibile] di una pulsazione cosciente.

Mahesvarananda
 

 

Gli organi della vista, dell'udito, del gusto e dell'odorato si trovano in modo sottile in tutti i differenti elementi; mentre il tocco risiede al livello superiore dell'energia in quanto indicibile sensazione sottile alla quale aspira di continuo lo yogi: poiché il contatto si dissolve in una coscienza identica al puro firmamento, brillante del suo proprio splendore.

Abhinavagupta
 

 

Se si recita la sillaba e ci si dona al vuoto alla fine della sonorità, l'energia del vuoto o bhairavi porta alla vacuità.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

L'oscurità non è altro che l'espansione della libertà divina.

Abhinavagupta
 

 

Attività e pratica dello yoga non possono servire da via, poiché la coscienza non nasce dall'attività. Invece è l'attività che ne deriva.

Abhinavagupta
 

 

Alla fine dell'unione sessuale, si presenta un suono sotto forma di risonanza spontanea scaturita involontariamente dalla gola dell'amata. Quello è il suono inesauribile e indescrivibile che non richiede né meditazione né concentrazione.
Se vi si fissa il pensiero, si diverrà improvvisamente padroni dell'universo.

Kulagahvara
 

 

Quando lo yogi diventa uno con la gioia d'un canto o di un'altra esperienza, c'è identità.

Abhinavagupta
 

 

Dato che il mondo, compreso come si deve, non imprigiona, bensì procura gioia e liberazione in questa stessa vita, si deve analizzare l'esperienza provata al contatto con un oggetto qualunque: nel momento in cui gli organi sensoriali l'afferrano, si deve prendere coscienza del soggetto libero e senza finzione.

Mahesvarananda
 

 

In senso assoluto, piacere e sofferenza, soggetto e oggetto, non sono altro che lo spazio della coscienza profonda.

Spandakarika
 

 

Nel momento preciso in cui hai l'impulso di fare qualcosa, fermati. Allora non essendo più nello scatto che precede né in quello che segue, la realizzazione si dischiude intensamente.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

Contempla il tuo corpo, come pure l'universo, come intessuti della stessa trama della Coscienza. Non vi è alcuna separazione, solo il perpetuo risveglio della Coscienza.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

La sottile pioggia che cade continuamente non è visibile nell'estrema distesa del cielo, ma è chiaramente visibile se giustapposta agli alberi del bosco o alle grondaie del tetto della casa. Così, il Supremo Bhairava, essendo troppo sottile, non appare mai [in sé isolato] nella gamma delle esperienze. Date le circostanze che dipendono da spazio, forma, tempo, modello, e stato, questa coscienza [di Bhairava] è generata istantaneamente.

Abhinavagupta
 

 

Ogni cosa è compendio di tutto.

Abhinavagupta
 

 

"Nulla è mio" significa per me "Io sono ogni cosa".

Abhinavagupta
 

 

Il cuore del riconoscimento
(Pratyabhijñâhrdayam)
di Ksemaraja
 

1
La coscienza assoluta tramite il suo movimento libero e spontaneo manifesta, mantiene e riassorbe l'universo.
2
La coscienza ha il potere di dispiegare la realtà di fronte al suo stesso specchio.
3
La molteplicità illusoria dell'universo appare attraverso la relazione del soggetto e dell'oggetto.
4
Il praticante la cui coscienza è contratta percepisce l'universo nella sua forma contratta.
5
La coscienza assoluta diviene coscienza individuale a causa di questa stessa contrazione provocata dagli oggetti della coscienza.
6
La coscienza individuale è la coscienza assoluta.
7
Ma quando la coscienza appare duale e quando questa dualità è coperta dal velo dell'illusione, la coscienza si frantuma ancora e prende la forma dei trentacinque tattva.
8
Così tutte le teorie filosofiche appaiono come dei ruoli messi in scena dalla coscienza assoluta.
9
Quando la conoscenza, il desiderio, lo spazio, il tempo e il potere di realizzazione sono limitati dalla coscienza individuale, la shakti é limitata.
10
Ma anche nella sua condizione oscurata, il sé limitato é di natura assoluta.
11
Il Sé manifesta, assapora, spazializza, feconda e dissolve tutti gli ostacoli. É la visione degli yogi e delle yogini.
12
Trasmigrare é essere nell'illusione della separazione e non riconoscere la visione dei Siddha.
13
Aprendosi a questa conoscenza, il Sé limitato diventa il Sé assoluto.
14
Il fuoco della conoscenza suprema brucia. Consuma ogni conoscenza frammentaria e ogni oggetto.
15
Questo potere del riconoscimento della natura reale dell'Universo si estende ad ogni cosa.
16
Raggiungere la felicità é realizzare che la conoscenza assoluta é la nostra vera natura.
17
Aprire il centro del cuore é la felicità dello spirito.
18
Lo yoga si pratica attraverso la concentrazione sul cuore, il ritorno delle forme mentali e delle percezioni allo spazio, la percezione continua della spazialità che é celata sotto le forme mentali e le percezioni, il fremito costante della Kundalini, il Samadhi nella Realtà, il continuo ritorno all'informulato attraverso il respiro e i mantra, la circolazione del respiro tra i cuori.
19
Così il Samadhi si stabilisce in modo permanente grazie alla fusione dell'esperienza interiore e della Realtà.
20
Ci si stabilisce allora nel Sé supremo, essenza della Coscienza, autonomia e felicità.
La realtà intera emana e si riassorbe nel Sé assoluto. La natura di Shiva é realizzata.

 

I due cicli, schiavitù e liberazione, sono opera di Shiva e nient’altro. Essi non sono separati da Shiva poiché non esiste alcuno stato differenziato. In realtà, nulla è successo a Shiva.

Abhinavagupta
 

 

Nell'ambito del Sé - che è simile all'etere - si manifesta una contrazione, a cominciare dal piano dello Shiva irrelato fino al piano del soggetto illusorio, dovuto al potere della grande Maya, intesa com'è all'occultamento della vera natura; potere, questo, che ha le sue radici nella potenza di Libertà, e dunque in Parameshvara [Il Signore supremo] stesso. Quanto al legame, esso si configura come nescienza, definita dalla mancata percezione della identità con Shiva; ovvero come un conoscere 'contratto' connaturato con quel'illusoria presunzione di autolimitatezza che costituisce la maculazione di base dell'anima-frammento.

Kṣemarāja
 

 

Con una pratica assidua,
ciò che è stato totalmente manifestato viene riassorbito,
ciò che è dotato di forma e qualità
viene intimamente fuso con il vasto vuoto,
e anche il vuoto viene poi abbandonato,
solo allora vi è l'Ineffabile.
Questa è, Brahmano, la Verità da ottenere.

Lalleshwari

 

L'uomo ordinario pensa: ‘Io sono ignorante’, ‘Sono incatenato dal karman’, ‘Sono impuro’, ‘Sono determinato dagli altri’ e così via, e l’inversione di questo pensiero porta alla realizzazione di Śiva.

Abhinavagupta
 

 

Il Sé si colora nell'intento di dispiegare il libero gioco del teatro del mondo [...]. La scena, il luogo ove si assume questa o quella parte è [...] il principio vitale individuale (jiva) [...]. Su questa scena, dunque, il Sé muove i suoi passi e mutando via via le sue pose rappresenta lo spettacolo del mondo.

Kṣemarāja
 

 

La coscienza non scaturisce sequenzialmente, come avviene per il seme, il germoglio, lo stelo, i petali, i fiori e i frutti, eccetera. Il germoglio spunta dal seme, e lo stelo dal germoglio, non dal seme. In questo caso, tuttavia, la coscienza assoluta si manifesta qui in ogni circostanza della vita quotidiana perché è piena e perfetta ovunque. La coscienza è chiamata la causa di tutte le cose perché sorge dappertutto come ogni ente manifesto.

Abhinavagupta
 

 

Per "vibrazione" (spandana) noi intendiamo un movimento sottile. È sottile nel senso che, malgrado non si muova, si manifesta nella forma di un movimento. La luce della coscienza non è per nulla separata dalla manifestazione, eppure sembra che sia così. In tal modo, ciò che è immobile, associato alla varietà della manifestazione, si manifesta come movimento.

Abhinavagupta
 

 

Quando la mia volontà o la mia conoscenza non sono ancora sorte, chi sono io? In realtà, io sono proprio questo! Essendo diventato questo, occorre immergersi in questo e la mente deve identificarsi con questo.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

Nulla che sia percepito è indipendente dalla percezione e la percezione non differisce dal soggetto percipiente, quindi l'universo non è altro che il soggetto percipiente stesso.

Abhinavagupta
 

 

Proprio come la dolcezza è presente nella sua interezza in ogni atomo della canna da zucchero, allo stesso modo ogni atomo dell'universo porta in sé l'emanazione di tutte le cose.

Abhinavagupta
 

 

Coloro i quali hanno conseguito la categoria della Pura Conoscenza oltre Maya e sono così giunti al di là della categoria di Maya, vedono l'intero universo come la luce dalla coscienza... Proprio come i disegni su una piuma non sono distinti dalla piuma, e la piuma non è nulla di diverso da essi, allo stesso modo quando la luce della coscienza è manifesta l'intero gruppo dei fenomeni è manifesto come la luce della coscienza stessa.

Bhāskarī
 

 

Il segreto è che la liberazione in vita è una profonda contemplazione della natura di Maya.

Mahesvarananda
 

 

L'impareggiabile stato emotivo del Signore Supremo è la profusione dell'Essere puro. Si manifesta come lucentezza dell'universo che, se riflettiamo profondamente, non è altro che il gusto unico dell'essenza della Bellezza, che è la vibrazione della beatitudine della nostra propria natura.

Mahesvarananda
 

 

Coloro che ci hanno preceduto hanno detto che il desiderio si tiene a freno con la pratica del distacco; noi insegnamo che ciò si realizza desistendo da ogni sforzo.

Jayaratha
 

 

Nell'istante del fremito dell'Energia, sii consapevole di non esserne separato. L'Energia (Sakti) è allora chiamata bocca di Siva, o l'accesso che conduce a Lui.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

Come uno che vede una cosa fuori dall'ordinario prova un senso di stupore, così il sentimento dello stupore, nel godere del contatto con le varie manifestazioni della realtà conoscibile, continuamente si produce in questo grande yogin con tutt'intera la ruota dei sensi, sempre più dispiegata, immota, pienamente dischiusa, in forza della penetrazione nella sua più intima natura, unità compatta di coscienza e di meraviglia sempre nuova, estrema, straordinaria.

Kṣemarāja
 

 

Proprio come un re onnipotente e di umore giocoso per muoversi va a piedi, così anche il Signore gioca felice in corpi umani.

Somānanda
 

 

Possa il mio desiderio per gli oggetti dei sensi essere intenso, o Beato, come quello di tutti gli altri uomini, ma possa io vederli come se costituissero il mio proprio corpo, con ogni pensiero di differenziazione dissolto.

Utpaladeva
 

 

Alcuni preferiscono il non-dualismo, altri scelgono il dualismo. Ma essi sanno che la mia Realtà trascende il dualismo e il non dualismo.

Kulārṇava Tantra
 

 

Chi è fortemente adirato o gioioso, o chi pensa 'che mai devo fare?', o chi è tutto preso in una corsa disperata: nel piano a cui essi approdano, ivi risiede l'Energia Vibrante.

Spandakarika
 

 

L'oscurità non è altro che l'espansione della libertà divina.

Abhinavagupta
 

 

Deporre la percezione nella natura essenziale del percepente.

Svacchanda Tantra
 

 

La parte di felicità che si trova in ogni piacere della vita quotidiana è presa di coscienza del proprio sé.

Abhinavagupta
 

 

L'energia e la sua fonte sono una.
L'esistenza è perciò l'essenza.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

Tutto è percepito come dotato della natura della pura luce, quando la Coscienza sorge in quanto consapevolezza.

Abhinavagupta
 

 

Attrazione e repulsione, piacere e dolore, apparire e sparire sembrano degli stati differenziati; tuttavia non sono separati dal corpo universale, sono della sua stessa natura. Così, ogni volta che si innalzano, sii consapevole della loro unità e riconosci in essi l'espressione della Coscienza pura. Inebriato da questa contemplazione, già non senti sorgere la gioia?

Abhinavagupta
 

 

In senso assoluto, piacere e sofferenza, soggetto e oggetto, non sono altro che lo spazio della coscienza profonda.

Spandakarika
 

 

La rivelazione del Sé sorge in colui che è solo desiderio assoluto. Che ciascuno ne faccia l'esperienza! [...] Quando il tantrika penetra ogni cosa con il suo desiderio assoluto, a che servono le parole? Ne fa l'esperienza lui stesso. Che il tantrika rimanga presente, con i sensi vigili disseminati nella realtà e conosca la stabilità.

Spandakarika
 

 

Nessuna attività e nessuno yoga possono essere vie alla realizzazione del sé; perché il sé realizzato non sorge da alcuna attività. Anzi: qualsiasi attività nasce dallo stato già fin da sempre realizzato del sé.

Abhinavagupta
 

 

Si dice che è il Signore delle dee che si attiva negli organi dei sensi.

Abhinavagupta
 

 

Come diversi oggetti quali pezzi di legno, foglie, pietre ecc., che cadono in una salina sono con il tempo ridotti allo stato di sale, così le emozioni stesse si trasformano in beatitudine quando soccombono nella pura Coscienza che è il nostro vero Sé.

Jayaratha
 

 

Nella tormenta delle passioni, della collera, dell'avidità, dell'orgoglio, dell'invidia, stabilisciti nella loro fonte. Così rimarrà solo il palco sul quale queste emozioni appaiono e scompaiono.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

Giacché non vi è mai stato nessun ostacolo, tentare di liberarsi è cosa vana. Vi è in ciò solo un'illusione, l'ombra di un fantasma, semplice corda presa per un serpente. Non rinunciare a nulla, non possedere nulla, saldo in te stesso, quale tu sei, agisci secondo la tua inclinazione.

Abhinavagupta
 

 

Da dove potrebbe nascere il flutto pietoso del samsara per colui che rimane a bocca aperta dalla meraviglia davanti alla realtà della sua propria natura, che è l'oceano da cui sorge tutto il percettibile?

Vasugupta
 

 

In questo mondo ci si stupisce alla vista di una cosa straordinaria; ugualmente un grande yogin si meraviglia quando si accorge, tacito e sorpreso, dell'espansione di tutto il suo complesso di sensi che si assoggetta all'influenza del Sé interiore. E si meraviglia quando si accorge che questo Sé interiore non è altro che quella massa di Coscienza traboccante di entusiasmo per l'unico, pre-eminente, sempre nuovo piacere dell'Io-Coscienza che si schiude nell'esperire i vari oggetti di percezione. È stupefatto quando, nell'intensità della sua contemplazione, sente la ruota delle energie, come i suoi organi, che a poco a poco si apre, resta immobile o si espande completamente. Lo yogin prova tale stupore ancora e ancora, perché mai si sazia della felicità spontanea che continuamente sgorga nel suo cuore. Una tale meraviglia è l'indizio di un incessante miracolo che caratterizza le stagioni dello yoga per quanto concerne il Sé nell'identificazione con la Realtà suprema.

Ksemaraja

 

Qui non vi è alcun bisogno di progresso spirituale, di contemplazione, di sofismi o argomentazioni. Non vi è neppure nessuna necessità di meditare, di concentrarsi, di esercitarsi in mormorate orazioni. Qual è, dimmi, la Realtà ultima, assolutamente certa evidente? Ebbene, ascolta: non prendere né lasciare, quale tu sei, gusta tutto lietamente.

Abhinavagupta
 

 

In questo mondo non è possibile cessare di agire; corpo, parola, pensiero procedono da una vibrazione.

Abhinavagupta
 

 

Il Sé è nutrito dall'esperienza fausta dei sensi.

Abhinavagupta
 

 

Secondo il proprio desiderio, ogni essere vivente rivela, cesellandola, la realtà.

Abhinavagupta
 

 

Ciò che è ben stabilito interiormente nella Coscienza può con l'intermediario di questa stessa Coscienza essere trasmesso al soffio, al corpo o all'intelligenza attraverso un esercizio ripetuto, ma l'operazione inversa è impossibile.

Abhinavagupta
 

 

All'inizio o al termine dello starnuto, nell'intensità della paura o del dolore, o quando si è presi dalla vertigine davanti a un abisso, quando atterriti si fugge via dal campo di battaglia, nel momento di un'intensa curiosità, o quando ci si sente affamati o sazi, l'illusione della separazione cessa.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

Lasciare che tutta l'oggettività riposi in sé è ciò che chiamiamo io. Questo riposo in se stesso è chiamato plenitudine, perché non desidera niente all'esterno di di se stesso.

Utpaladeva
 

 

Nell'istante prima di addormentarti, al confine con la veglia, quando il mondo viene a mancare ma il sonno non è ancora disceso, lì brilla la suprema Dea.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

Il Sé è la scena.

Sivasutra
 

 

La conoscenza illumina tutto in questo mondo e il Sé è colui che illumina. Poiché sono della stessa natura, la conoscenza e il conosciuto devono essere contemplati come uno solo.

Vijnana Bhairava Tantra
 

 

Ogni cosa percepita, tutto ciò che esiste, è gettato precipitosamente nel fuoco che ruggisce nello stomaco della nostra propria Coscienza abbandonando così ogni differenziazione, nutrendolo con i diversi combustibili che la realtà ci offre in ogni momento. Quando la forma di ogni cosa e di ogni oggetto è dissolta da una violenta digestione non resta allora che la pura energia della Coscienza.

Abhinavagupta
 

 

La vibrazione gioiosa di Siva è l'universo.

Abhinavagupta
 

 

Rimani alla sorgente di quello che affermi in quanto "io". In questa contemplazione, lascia che affiori il senza-supporto e assapora la pace.

Vijnanabhairava Tantra
 

 

Colui che percepisce gli oggetti come propria forma è chiamato maestro, mentre colui che sotto gli effetti dell'illusione li percepisce come differenti, è chiamato asservito.

Utpaladeva
 

 

Quando la mente trovi soddisfazione, lascia che essa si fissi lì, perché sarà invero in quel luogo che la natura stessa della beatitudine suprema si manifesterà.

Vijnanabhairava Tantra
 

 

Lo yogi aspira al sapore acido che è la furia del mondo.

Mahesvarananda
 

 

Ovunque vada la mente, che sia all'esterno o all'interno, lì invero è lo stato di Siva. Poiché Egli è onnipervadente, dove altro potrebbe andare la mente?

Vijnanabhairava Tantra
 

 

Il cielo della coscienza libera non è né all’esterno né all’interno, 
poiché l’ambito della fioritura non lascia loro alcuno spazio.

Abhinavagupta
 

 

Questo Siva cosiddetto quiescente, separato dalle altre cose, segregato da tutte le altre vie, simile ad un vaso non esiste in nessuna parte. Siva non è altro, in effetti, se non la coscienza stessa, che si spiega in forma di 'grande luce': dove la sua 'sività' non è altro se non questo manifestarsi come tutte le cose.

Abhinavagupta

 

 

La rivelazione del Sé sorge in colui che è solo desiderio assoluto. Che ciascuno ne faccia l'esperienza! [...] Quando il tantrika penetra ogni cosa con il suo desiderio assoluto, a che servono le parole? Ne fa l'esperienza lui stesso. Che il tantrika rimanga presente, con i sensi vigili disseminati nella realtà e conosca la stabilità.
 

Spandakarika

 

 

Non esiste alcuno stato di parola, significato o pensiero, né all'inizio, né in mezzo, né alla fine, che non sia Siva.
 

Kṣemarāja

 

 

Ora poniti fuori dalla progressione spirituale, fuori dalla contemplazione, fuori dall'abile loquacità, fuori dalla ricerca, fuori dalla meditazione sulle divinità, fuori dalla concentrazione e dalla recitazione dei testi. Dimmi qual è la Realtà assoluta che non lascia spazio ad alcun dubbio? Ascoltala bene! Smetti di aggrapparti a questo o a quello, e restando nella tua vera natura assoluta, gioisci tranquillamente della realtà del mondo.
 

Abhinavagupta

 

 

Viene chiamato dio perché gioca senza preoccuparsi di ciò che va ricercato o respinto.
 

Abhinavagupta

 

 

Quando si muove il corpo lentamente, si giunge a uno stato tranquillo della mente. È allora o Dea! Che si realizza il flusso divino della Coscienza.
 

Vijnana Bhairava Tantra

 

 

Il culto originale è il movimento di tutti i sensi, quando essi dimorano nella non-dualità.
 

Yoginihrdaya

 

 

Quando i sensi diventano l'immersione nella presenza dell'istante, che non è altro che la pura Coscienza, allora si rivela l'infinita Plenitudine.
 

Vijnana Bhairava Tantra

 

 

Il mobile e l'immobile, tutto il percepibile, sono intrisi della sua Presenza.
 

Abhinavagupta

 

 

Che si contempli il proprio corpo come un oceano di vacuità contenuto dalla pelle. Meditando in tal modo, si ottiene l'Uno, che non è un oggetto di meditazione.
 

Vijnana Bhairava Tantra

 

 

La condizione dell'«Io» è il riassorbimento dell'oggetto nel soggetto, chiamato anche riposo [...], giacché è la fine di tutti i desideri.
 

Abhinavagupta

 

 

Quando si contempla la propria essenza, occorre stabilirsi alla sorgente della presa della percezione che precede i concetti relativi ad essa. Ecco l'abbandono.
 

Trisirobhairavatantra

 

 

L'evidenza della Coscienza brilla del suo splendore proprio. Le procedure che vogliono farla conoscere sono quindi inutili. Senza la sua brillantezza, l'universo non potrebbe esistere.
 

Abhinavagupta

 

 

Le cinque proibizioni - non uccidere, non mentire, non rubare, non aver rapporti sessuali, il non possesso - le cinque discipline, quali l'ascesi ecc., le varie posizioni del corpo e i diversi tipi di controllo della respirazione non sono direttamente di utilità alcuna nei riguardi della Coscienza, ma sono semplici manifestazioni esteriori.
 

Abhinavagupta

 

 

Le sue funzioni organiche sono per lui il culto.
 

Vasugupta

 

 

Ove v'è inclinazione, lì è il precetto; ove non v'è inclinazione, lì è l'interdizione.
 

Mahesvarananda

 

 

Che si lasci ogni sapienza.
 

Mahesvarananda

 

 

La realtà sivaita rimane la stessa nel cuore di ogni cosa. Solo coloro che hanno delle convinzioni erronee creano la separazione tra superiore e inferiore. Questa realtà è eterna e infinita. Essa è l'essenza del differenziato, giacché la vera natura del Signore è di assumere forme multiple.
 

Somananda

 

 

La divinità è qui la Coscienza, in quanto il nostro proprio Sè, che interrogando se stesso è sul punto di risvegliarsi.
 

Abhinavagupta

 

 

Così giova vedere il corpo pieno di tutti i cammini, variegato dal diverso operare del tempo, sede di tutti i moti del tempo e dello spazio. [...] Chi penetra in esso, trova la liberazione.
 

Abhinavagupta

 

 

Qualunque sia lo stato di piacere, lo stato di dolore o lo stato di illusione, in tutti, dimoro come supremo Siva.
 

Utpaladeva

 

 

Le manifestazioni del sé e dell'altro, del maestro e del discepolo, non sono che delle costruzioni immaginarie. Anche l'unione dell'energia folgorante del maestro e del discepolo è solo un'immaginazione, poiché non sono mai stati separati.
 

Abhinavagupta

 

 

Il Sé, che è lo stato naturale di tutto ciò che esiste, fonte indipendente di luce, si diverte esso stesso ad assumere le espressioni della domanda-risposta, che non differiscono da lui. Così, colei che pone la domanda (Devi) e colui che risponde (Bhairava), non sono che egli stesso, compiacendosi della propria autoriflessione.
 

Abhinavagupta

 

 

Si perviene alla gioia della Tua stretta nel momento in cui si abbandona lo sforzo della meditazione e delle proprie pratiche.
 

Utpaladeva

 

 

Quando per l'assenza di limitazioni l'aberrazione del funzionamento della mente causato dal non-riconoscimento della natura essenziale cessa, gli stati quali l'ira, la disillusione ecc. appaiono come delle semplici espressioni della Coscienza del perfetto e venerato Signore Bhairava.
 

Abhinavagupta

 

 

Un individuo è ovunque. Contiene tutti i sentimenti. L'universo intero è la sua forma.
 

Abhinavagupta

 

 

Non fa alcuna differenza che il savio dalla passione sfrenata si dia al bere o alla danza o che al contrario abbandoni la società e si ritiri sulle montagne.
 

Yogavasisthamaharamayana
 

 

Nessuna parola, nessun pensiero.
Non vi è l'immanente né il trascendente. 
Nessun accesso a questo silenzio sigillato.
Non vi è luogo né per Siva né per la sua potenza.
Ciò che resta è l'insegnamento.

Lalleswari
 

 

La pura Coscienza, l'attore del dramma cosmico, diviene un'anima individuale il cui stato ineffabile consiste nell'assumere tutti i ruoli.

Mahesvarananda
 

 

L’amore, in effetti, rende ancora più saldi i vincoli (che ci legano all’esistenza). Distrutto questo legame fondamentale, la liberazione in questa stessa vita, secondo me, è cosa fatta.

Abhinavagupta
 

 

Interiorità ed esteriorità vibrano di una stessa energia. Esse si esprimono in quanto espansione e contrazione anche se in essa (questa energia) non esiste questa differenziazione. Lo yogi che percepisce l'esterno come il riflesso della sua propria soggettività, dimora nell'assoluto.

Abhinavagupta
 

 

Chi sono nell'istante che precede la mia volontà o il mio definirsi? È ciò che invero sono! Essendo diventato ciò, bisognerebbe immergersi in ciò, e la mente dovrebbe identificarsi con ciò.

Vijnanabhariva Tantra
 

 

Lo yogin dovrebbe contemplare il corpo e il suo prolungamento in quanto universo, come saturo della beatitudine del proprio Sé. Allora per mezzo del proprio nettare colmo di gioia egli diventa uno con la beatitudine suprema.

Vijnanabhairava Tantra
 

 

Nulla di nuovo è ottenuto, neppure è reso manifesto ciò che non lo era; è solamente bandita la concezione erronea che considera ciò che è luminoso come non luminoso.

Abhinavagupta
 

 

Dal punto di vista della realtà assoluta non esiste nessun legame, e in assenza di legame la liberazione non esiste essendo tutti e due forgiati dal pensiero dualizzante.

Vamanadatta
 

 

O Signore, la realtà della Tua presenza è spontaneamente evidente e onnipresente. Così coloro che Ti «cercano» con ogni «mezzo», possono essere certi di non scoprirTi.

Jayaratha
 

 

Non esiste alcun controllo della mente, non sorge affatto; nessuno è incatenato.
Non esiste nessun praticante, nessun ricercatore della liberazione, nessuna anima realizzata.

Abhinavagupta
 

 

Il Signore è la totalità dei fenomeni manifesti.

Abhinavagupta
 

 

Che nessuna realtà mi appaia mai illusoria
ma che ella esista assolutamente reale,
così che da ogni lato
sia Tu ad essere riscoperto ed onorato.

Utpaladeva
 

 

In quanto eterno nessuna via può rivelare la Sua essenza.
Nessuna via può renderLo conosciuto, giacché risplende da se stesso;
non può nemmeno scoprirLo giacché nessun velo è in grado di oscurarLo;
e giacché non vi è nessuna separazione da Lui, niente può penetrarLo.

Abhinavagupta
 

 

O Signore, la triplice via che esiste in questo universo conduce i tuoi devoti verso la Coscienza dell'Assoluto. Può essere la gioia, può essere la tristezza oppure può essere l'inerzia, tutto ciò dirige i tuoi devoti verso la Coscienza dell'Assoluto.

Utpaladeva
 

 

Chi percepisce gli oggetti come emanati dalla propria forma è chiamato maestro; colui invece che sotto l'effetto della disillusione li vede come dissimili da sé, è chiamato asservito.

Utpaladeva
 

 

Il vero non-dualismo è quella visione che vede l'unità nella diversità di questi punti di vista: 
questa è diversità,
questa è unità,
ed è anche entrambi, diversità e unità.

Abhinavagupta
 

 

In questo piano, di Coscienza Suprema (Bhairava), il piacere, il dolore, il legame, la liberazione, l'intelligenza, l'insenzienza sono parole sinonime, né più né meno che vaso o tazza sono una cosa soltanto.

Abhinavagupta
 

 

Il Sovrano degli dei, Egli si lega ed Egli si libera. È Lui il soggetto che sperimenta gioia e dolore ed è Lui il soggetto conoscente. Si esamini, orsù, Egli medesimo.

Sarasastra
 

 

Bene e male appartengono all'arficiosità, all'evanescenza, a ciò che non è la nostra vera natura e da cui ci si separa facilmente. Se accettiamo la prescrizione e il proibito come criteri di verità in ultimo l'unico criterio sarà Paramesvara stesso (il Signore Supremo), l'onnipresente che trascende ogni cosa e che rende ciò che è prescritto, proibito, e prescrive il proibito.

Mahesvarananda
 

 

Si rivela nella regione del cuore nell'istante in cui ci si ricorda all'improvviso di un compito urgente da eseguire, quando si apprende una notizia eccitante, nell'istante preciso di una visione spaventevole, alla vista di qualcosa di inaspettato, all'inizio dell'emissione seminale o quando se ne parla; e ancora quando si legge velocemente o quando, per paura, si fugge in tutta fretta. In queste occasioni si produce un fremito di tutte le energie.

Somananda
 

 

La verità è dunque questa, che, a quel modo e nella misura che l'anzidetto Śiva Supremo, il quale è luce soltanto, s'illumina, a questo modo ed in questa misura s'illumina la natura delle cose.

Abhinavagupta

 

Occorre guardarsi dal considerare, nominare e trattare i nostri compagni di dottrina in modo diverso, secondo la casta cui appartengono, bensì considerarli come uguali a Śiva.

Abhinavagupta

 

Ciò che secondo i Veda è fonte di peccato, secondo questa nostra dottrina di sinistra, conduce invece speditamente alla perfezione. Tutto l'insegnamento vedico è infatti sotto il dominio di māyā.

Abhinavagupta

 

Chi ad ogni istante dissolve in tal modo il tutto nella sua propria coscienza e di nuovo poi lo emette, s'identifica perennemente con Bhairava.

Abhinavagupta

 

Avendo riscoperto la tua Realtà
e guardando allora a questo universo
come al fremito del Sé,
che io possa non separarmi mai dalla meraviglia
che ha il gusto dell'amore.
Che nessuna realtà mi appaia mai illusoria
ma che ella esista assolutamente reale,
così che da ogni lato
sia tu ad essere riscoperto ed onorato.
 

Utpaladeva

 

Per chi infine aspira alla liberazione non v'è nulla di proibito o di prescritto, nel senso che tutto quello che è piacevole è congiungimento colla coscienza.
 

Abhinavagupta

 

Così il corpo giova vederlo pieno di tutti i cammini, variegato dal vario operare del tempo, sede di tutti i moti del tempo e dello spazio. Il corpo, così veduto, e dentro di sé naturato (di conseguenza) di tutte le divinità, dev'essere quindi oggetto di contemplazione, di adorazione e di riti di soddisfazione. Chi penetra in esso, trova la liberazione.
 

Abhinavagupta

 

Il sussistere nella forma corporea costituisce l'osservanza religiosa.
Il comune parlare è recitazione di mantra.
 

Vasugupta
 

 

Come tutti i derivati della canna da zucchero, il succo, lo sciroppo, lo zucchero raffinato, lo zucchero candito, la melassa, lo zucchero in pezzi non sono altro che lo stesso zucchero in canna, così tutti gli stati della coscienza non sono altro che l'espressione del Sé supremo, Siva. [...]
Il cielo e l'inferno, il bene e il male, la nascita e la morte, il piacere e il dolore, ecc. [...], l'allucinazione è credere che tutto ciò sia diverso dal Sè allorché non esiste nessuna separazione.
 

Abhinavagupta

 

 

La manifestazione esteriore di entità (oggetti) che appaiono nella percezione individuale è ora possibile giacché essi sono già presenti in quanto Io.
 

Utpaladeva

 

 

Māyā non è altro se non questo nascondimento di sé, operato dal Signore, nonostante la sua natura sia scoperta ed evidente.
 

Abhinavagupta

 

 

La veglia è la conoscenza.
Il sogno sono le rappresentazioni mentali.
 

Vasugupta

 

 

Pur essendoci la realtà esteriore la coscienza è una; essa, in virtù della percezione di più cose diverse, prende sì un aspetto simile alla molteplicità, ma non diventa molteplice.
 

Abhinavagupta

 

 

Lì dove trovi soddisfazione, l'essenza della beatitudine suprema ti è rivelata, se tu rimani in questo luogo senza fluttuazione mentale.
 

Vijnanabhairava Tantra

 

 

La verità dunque è la seguente: il Signore Supremo manifesta liberamente il gioco molteplice delle emissioni e degli assorbimenti nel cielo della Sua propria natura.
 

Abhinavagupta

 

 

La conoscenza è il legame.
 

Vasugupta

 

 

Qui non si tratta di andare in alcun luogo, né applicare una tecnica, né contemplare, né meditare, né recitare [mantra], né praticare nulla, né fare sforzi, niente. 
Allora qual è la vera cosa da fare? 
La vera cosa da fare è questa: non abbandonare nulla, non
prendere nulla, e godere di ogni cosa per ciò che è.
 

Abhinavagupta

 

 

Il fremito profondo può essere raggiunto nelle condizioni estreme: la collera, la gioia intensa, il vagabondaggio mentale o l'impulso di sopravvivenza.
 

Spandakarika

 

 

È il Signore delle dee che si attiva negli organi dei sensi. […] Siccome ingoia tutto ciò che esiste, è chiamato «Il Grande Terrore».
 

Abhinavagupta

 

 

Resta quale sei, senza fartene un cruccio,
giacché la meta è assicurata qui.
In ciò stesso consiste la discriminazione.
 

Mahesvarananda

 

 

La sua presenza in quanto essenza luminosa pulsa nel cuore di ogni cosa. Il suo irradiamento non è separato dalla luce degli astri o di un lume. Si tratta quindi solo di una questione di modi di dire quando si parla di illuminazione e di illuminato. Nulla è separato da questa evidente conoscenza, giacché non esiste alcuna dualità nella Coscienza.
 

Abhinavagupta

 

 

Poiché il percepibile nella sua totalità non è diverso dalla visione e la visione stessa non è diversa dal vedente, l'universo non è altro che il vedente stesso.
 

Vamanadatta

 

 

Il cielo e l'inferno, il bene e il male, la nascita e la morte, il piacere e il dolore, ecc., non esistono nel sé. È la potenza dell'illusione che li fa apparire. L'allucinazione è credere che tutto ciò sia diverso dal sé allorché non esiste nessuna separazione poiché tutte quelle modalità appaiono nella luce della Coscienza.
 

Abhinavagupta

 

 

Gloria a Sankara [=Siva],
all'onnipresenza della Coscienza del Signore
che nonostante si manifesti come diversità, è nel suo essere senza dualità.
Gloria a questa Realtà vibrante, massa indifferenziata di felicità, la cui forma è l'universo.
 

Ksemaraja

 

 

Una completa assenza di meravigliarsi è, in effetti, mancanza di vita. Inversamente, la ricettività estetica, l'essere dotato di cuore non è altro se non l'essere immerso in un intenso meravigliarsi, il quale consiste in una scossa della forza. Solo chi ha il cuore tutto alimentato da quest'infinita forza aumentativa, solo chi è consueto alla pratica costante di tali fruizioni, solo egli e non altri è dotato, per eccellenza, di questa capacità di meravigliarsi. E questo meravigliarsi c'è anche nel dolore. L'essenza del dolore non è, in effetti, se non un meravigliarsi particolare, cagionato dall'assenza di ogni speranza.
 

Abhinavagupta

 

 

Lascia che Siva, essendosi rivestito della mia forma individuale, offra omaggi al Suo Essere universale, che è sempre Siva, poiché rimuove gli ostacoli che sono invero uno con Siva.
 

Somananda

 

 

Tutto quello che esiste risiede nell'interno del beato Bhairava, che mai si diparte dal nostro cuore o dalla punta della nostra lingua, risiede, dico, in Parameśvara, il quale non è, appunto, misurato dal tempo, è uno colla coscienza, ed è perpetuamente in unione con tutte le potenze, costituito da un'unità coesistente, senza contraddizione, colle centinaia di creazioni e dissoluzioni manifestate dal contrarsi e l'espandersi, attraverso i quali si esprime la sua autonomia. Questa realtà, Śiva, perciò, non ha né fine né principio, è luminosa di luce propria e la sua essenza è un'autonomia che consiste in una perfetta indipendenza, determinata dalla pienezza di tutte le cose.
 

Abhinavagupta

 

 

Siva, [...] in perpetua vibrazione fa giungere la sua suprema potenza al limite estremo degli organi sensoriali. Non è altro dunque che gioia e questo intero universo appare altrettanto vibrante.
 

Mahesvarananda

 

 

Non c’è realizzazione del Sé, perché è eternamente presente.
 

Abhinavagupta

 

 

Il sé è un danzatore.
Il sé interiore è la scena.
I sensi sono gli spettatori.
 

Vasugupta

 

 

Proprio come la «dolcezza» è presente nella sua interezza in ogni atomo della canna da zucchero, allo stesso modo ogni atomo [dell'universo] porta in sé l'emanazione di tutte le cose.
 

Abhinavagupta

 

 

Questa così detta māyā è la stessa potenza del Dio, da Lui inseparata, la Sua stessa libertà, la quale si esprime nell'apparire della differenziazione, la quale, infatti, è creata da essa.
 

Abhinavagupta

 

 

Laddove dualità, unità, e unità e dualità assieme sono egualmente manifeste, là è la [vera] unità.
 

Abhinavagupta

 

 

Come ogni goccia d'acqua giunge infine all'oceano, allo stesso modo tutti gli atti e le cognizioni [vengono a riposarsi] nel Signore Supremo, l'oceano della coscienza.
 

Abhinavagupta

 

 

Allora, quando il Signore desidera discernere qualcosa all'interno della dimora del Vuoto, l'universo spontaneamente si dispiega e si istituisce all'interno della coscienza, e la potenza della conoscenza del Signore si dispiega e la percepisce.
 

Abhinavagupta

 

 

Mi inchino davanti all'Assoluto non-duale onnipervadente, il supremo Śiva-Śakti, che nel suo stato di assenza di desiderio e perfezione, prima di tutto si illumina come puro "Io sono" [il soggetto puro] e poi allo scopo di separare la sua potenza attiva si divide in due [il soggetto e l'oggetto] e che per sua natura continua ad emanarsi ed estendersi [nella Creazione] e di nuovo si dissolve in se stesso.
 

Abhinavagupta

 

 

L'illuminazione (prakāśa) che sorge nello stato di mokṣa è come il ricordo di un patrimonio dimenticato, e la ricchezza dimenticata è lo stato di unità col tutto.
 

Abhinavagupta

 

 

Io rendo omaggio a Te, che trascendi il dispiegamento dell'universo e insieme hai come corpo il tutto, a te che sei perpetua beatitudine e luce, a te, mio Sé, dalle potenze infinite.
A quella realtà in cui Tu sei Tu, io sono io, in cui Tu soltanto sei e io non sono, in cui io sono Te, in cui né Tu né io siamo, a quella io mi inchino.
 

Abhinavagupta

 

 

In realtà non c'è nessun membro dello yoga che possa veramente servire da mezzo per raggiungere la condizione anuttara «quella che non ha nulla che la trascenda». Il mezzo (upāya) a essa è in realtà un non-mezzo (anupāya), dal momento che esso non prevede né pratiche rituali né soppressione delle funzioni mentali. È un battello pensato per un vento leggero, senza espirazione né inspirazione, che così trasporta il sé al di là dell'oceano della dualità, sebbene la mente sia immersa nel frattempo nel fluido del mondo oggettivo. [...] Gli impulsi dei sensi possono sciogliersi soltanto grazie a uno specialissimo tipo di distacco, un distacco praticato in elegante souplesse. Al contrario, se uno pretende di soggiogarli, essi finiscono per diventare ingovernabili.
 

Abhinavagupta

 

 

I più sono tutti immersi nel conoscere discorsivo e non pensano neanche che siffatto stato di pensiero non discorsivo, materiato dall'io, in cui il flusso delle rappresentazioni discorsive, del "questo", è onnubilato dall'io [cioè riposa ininterrotto nel soggetto pensante], neanche pensano, dico, che mai sia esistito, come chi, tutto immerso nel piacere, più non si sovviene che un giorno era preda del dolore. Ma ad un certo punto, scemando di mano in mano le rappresentazioni discorsive, esso si illumina, ond'ecco la ragione di quella sentenza famosa, dove si dice che bisogna scrutare con attenzione la relazione tra soggetto percipiente e realtà percepibile.
 

Abhinavagupta

 

 

Chi è purificato da una vera esclusiva devozione per il Beato – verificatasi, s'intende, grazie a una violenta caduta di potenza – è in verità colui che non desidera frutto alcuno e, interrogato perché se ne stia così senza far nulla, non risponde o meglio risponde col silenzio; e intanto, essendo la sua mente come dissolta e trapassata dall'intima devozione per il Beato, ha i peli drizzati, il corpo preso da un tremito convulso, gli occhi spalancati divenuti due polle di acqua.
 

Abhinavagupta

 

 

Si scopra la felicità attraverso la frizione che unifica i sessi durante il godimento reciproco e, grazie a essa, si riconosca l'essenza incomparabile, sempre presente. Infatti, tutto ciò che entra da un organo interno o esterno risiede sotto forma di coscienza o di soffio nel regno della via mediana che, collegata essenzialmente al soffio universale (anuprāṇanā), anima ogni parte del corpo. È ciò che viene chiamato ojas, vitalità, e che vivifica tutto il corpo.
 

Abhinavagupta

 

 

Se si giunge a fare un tutt'uno con l'efficienza della propria energia, in quel preciso momento Bhairava si rivela nella sede immutabile, a condizione che tutti i soffi dei canali sensoriali raggiungano la loro pienezza; ci si assorbe allora nella grande sede del Centro, la suṣumnā, mentre la dualità si dissolve. Penetrare nella suṣumnā significa quindi penetrare in rudrāyamala, significa sperimentare il rapimento della suprema interiorità e prendere piena coscienza della propria energia nella sua sovrabbondanza.
 

Abhinavagupta

 

 

L'offerta di tutte le cose alla coscienza, in identità con essa, tale, dicono le scritture, la vera adorazione; il cogitare che essa è così piena di tutte le cose, tale la contemplazione; colui che tale cogitazione riesce a renderla incrollabile, e così pensa, in unione con un discorso interiore, costui conosce la vera recitazione; colui che delle cose offerte alla coscienza dissolve ogni differenziazione e gliele presenta fatte tutte di fiamma, ecco chi celebra la vera oblazione; colui che così facendo vede come tutte le cose sono uguali l'una all'altra, ed acquista di tale uguaglianza un'incrollabile certezza, costui osserva il vero voto.
 

Abhinavagupta

 

 

Gli organi della vista, dell'udito, del gusto e dell'olfatto risiedono in modo sottile nella terra e negli altri elementi che appartengono a livelli di realtà inferiori, e il più elevato non va al di là dello stadio dell'illusione (māyātattva), mentre il tatto risiede al livello superiore dell'energia, in quanto sensazione sottile ineffabile a cui lo yogin aspira senza sosta; questo contatto sfocia infatti in una coscienza identica al puro firmamento, che brilla di luce propria.
 

Abhinavagupta

 

 

L'universo, in tutti i suoi molteplici aspetti, sorge da me, in me tuttavia riposa e, scomparso, non v‘è essere alcuno che resti. Colui perciò che veda l'emissione, il mantenimento e il riassorbimento così unificati, senza parti, questi risplende invero come immenso nel quarto stato [=lo stato realizzativo supremo].
 

Abhinavagupta

 

 

Il fuoco che prorompe è questo, cioè a dire io sono Śiva soltanto, colui che brucia la stanza di sogno dell'esistenza fenomenica con le sue infinite, variopinte, belle dimore.
 

Abhinavagupta

 

 

Tutte le cose gettate nel fuoco che brucia in seno alla propria coscienza abbandonano ogni differenziazione alimentando la sua fiamma con la loro energia. Quando la natura delle cose è dissolta da questa violenta cottura, le divinità della coscienza [signore degli organi sensoriali] gustano l'universo trasformato in nettare. Appagate, esse si identificano con Bhairava, firmamento della Coscienza, Dio che dimora nel Cuore, Lui, la pienezza.
 

Abhinavagupta

 

 

Il Sé, che è presente in ogni forma ed è autoluminoso, si fa le domande e si dà le risposte, come scindendosi fra l'interrogante e il rispondente, essendo nello stesso se stesso in entrambi.
 

Abhinavagupta

 

 

La fusione, quella della coppia Śiva e śakti, è l'energia della felicità, da cui emana tutto l'universo: realtà al di là del supremo e del non-supremo, essa è chiamata Dea, essenza e Cuore: è l'emissione, il Signore supremo.
 

Abhinavagupta

 

 

Anche Śiva, senza che per questo il suo potere ne sia offeso, si manifesta similmente in modo creato nello specchio del soggetto pensante, cioè nella nostra propria coscienza, durante la meditazione, ecc., sempre in forza, beninteso, della sua libertà. Perciò, ogni mezzo attraverso cui Śiva, sebbene privo di parti, così si manifesta, è una potenza.
 

Abhinavagupta

 

 

 

«Il tutto, io manifesto in me stesso, nell'etere della coscienza, io ne sono il creatore, io, materiato del tutto». Questa percezione è fonte di immedesimazione con Bhairava.
 

Abhinavagupta

 

 

 

Per lo yogin [...] tutto vibrante del supremo succo di Siva che sovrabbondando [lo pervade], qualsiasi posizione del corpo è tenuta come mudrā.
 

Abhinavagupta

 

 

 

Egli è il Signore dell'universo, nella cui coscienza tutto questo mondo di differenziazione appare come riflesso.
 

Abhinavagupta