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Testi dal tantrismo del Kashmir
Poniti immediatamente al di fuori del progresso spirituale, Abhinavagupta
Lo slancio è Bhairava.
Sivasutra
Le funzioni del corpo sono le osservanze religiose.
Sivasutra
[Le potenze dei sensi] dotate degli attributi della Grande Unione [tra soggetto e oggetto], la cui forma è il risveglio del potenziale spirituale (kuṇḍalinī) dell'uomo, riempiono [di consapevolezza] il vocio esterno della diversità nato dalla sua intensa potenza, e si stabiliscono quindi nella limpida dimora del vuoto della coscienza, per rispender[vi] eternamente.
Mahesvarananda
[Se] proietti la capacità visiva e tutte le altre potenze [dei sensi] simultaneamente ovunque sui loro rispettivi oggetti per effetto della potenza della consapevolezza, rimanendo al contempo fermamente saldo nel centro come una colonna d'oro, tu risplenderai come l'Uno, il fondamento dell'universo.
Kakṣyāstotra
Il movimento libero e spontaneo della Coscienza di sé è la natura stessa del cuore della Coscienza.
Ksemaraja
Fusione in una sola energia di migliaia di energie percepite in tutti i modi possibili, tale è il supremamente libero, chiamato Śiva, la cui essenza è slancio del proprio cuore.
Maheśvarānanda
Il voto è la contemplazione di tutte le cose in quanto sono il Signore; e avendo la certezza sempre e ovunque dell'evidenza di questa similitudine, senza fare appello a qualche altra via liberatrice.
Abhinavagupta
Nel corpo la dissoluzione delle attività di separazione.
Vasugupta
Rendo omaggio ad Ānanda Bhairava, pienezza della Coscienza. Le divinità dei sensi l'adorano perpetuamente nel loto del cuore, offrendogli il piacere degli oggetti percepiti.
Abhinavagupta
Questa luce [...] non è fondata su nessun altro se non sul proprio sé [...]. Su di essa non si può meditare, non vi è un meditante, né alcun soggetto su cui meditare, poiché essa non è meditabile. Essa non è l'adorata, poiché non vi è adoratore, né l'adoratore, poiché non vi è nulla da adorare.
Abhinavagupta
Giova che uno si concentri sui profumi di ghirlande, ecc., sì che la mente, proprio perché era ad esse appoggiata, esse dissoltesi, si dissolva.
Svabodhodayamañjarī
Il Sé, la cui meravigliosa essenza è Luce, Śiva, sovranamente libero, per il gioco impetuoso della sua libertà, maschera dapprima la sua propria essenza poi la rivela di nuovo nella sua pienezza, tutto a un tratto o per gradi. E il discendere di tale grazia è del tutto indipendente.
Abhinavagupta
Là dove non vi è né la domanda del discepolo né la risposta del maestro, là è anuttara, il trascendente.
Abhinavagupta
Śāntarasa è quello stato nel quale si prova la stessa cosa verso tutte le creature, in cui non vi è dolore, né felicità, né odio, né invidia. Śānta è lo stato naturale della mente. Le altre emozioni quali l'amore ecc., sono colorazioni di questo stato originale. Tali colorazioni emergono da questo stato originale e alla fine s'immergono di nuovo in esso. Le emozioni nascono da śānta condizionate dalle loro rispettive cause. Quando queste cause specifiche cessano di operare, si dissolvono di nuovo nel loro sostrato naturale di śānta.
Abhinavagupta
La Coscienza è presente anche in un infimo istante di percezione. Se non fosse così, come sarebbero possibili e spiegabili azioni quali il correre, se la deliberazione riguardo al prossimo passo non fosse attuabile?
Utpaladeva
Nelle rilucenti celebrazioni che conducono al Tuo splendore, invero che cosa vi è per gli esseri illuminati che non ha del miracolo?
Abhinavagupta
Libero senza alcun attaccamento a qualsiasi rituale, senza nessun dubbio, liberato dalla mondanità, assorto nella realizzazione dell'"io non sono" e nella contemplazione delle deità del corpo, vedendo tutto ciò che percepisce come il supremo soggetto.
Abhinavagupta
Prima di emettere il soffio, è opportuno riposare nel vuoto del cuore, e al
termine del soffio espirato, riposare all'esterno.
Abhinavagupta
Non appena la natura differenziata delle cose è stata dissolta da questa gestione violenta, ecco che il tutto di cui s'alimentano le dee della coscienza diventa ambrosia. Queste dee, una volta saziate, si fondono in identità con Bhairava, l'etere della Coscienza, il Dio, riposato com'è nel cuore e in nient'altro, pienissimo.
Abhinavagupta
Il campo è ciò che permette ai sensi di operare. [...] Se la parola campo (kṣetra) è derivata dalla radice kṣad che significa "attacco", "confronto", allora il corpo è il luogo di incontro dei sentimenti opposti come la passione, la tranquillità, l'ira, la tolleranza, ecc.
Abhinavagupta
Versi del Vijñāna Bhairava tradotti da Christian Pisano (pdf)
http://www.gianfrancobertagni.it/materi…/kashmir/pisano6.pdf
I concetti che lo descrivono sono eterei, ecco perché Lo si canta negli inni che provengono da un fremito spontaneo. È celebrato in quanto al di là degli stati (turīyātīta), incessante (satatoditam).
Abhinavagupta
O Signore, la realtà della tua presenza è spontaneamente ovvia e onnipresente, quindi chi ti cerca usando mezzi, è certo che non ti scoprirà.
Jayaratha
Il celebrante deve meditarlo [il corpo] come identico a Siva. Distrutta ogni tensione verso gli oggetti esteriori, dissolto lo stato limitato, che cosa mai resta, nel corpo,se non il succo della beatitudine di Siva? Notte e giorno vedendo e adorando così il corpo, come pieno del succo della beatitudine di Siva e colmo di tutti e i trentasei principi, il celebrante si identifica senz'altro con Siva, e, sazio e contento di questo suo riposo in detto corpo, costituito dal tutto, egli ha, in esso, il suo linga né aspira a linga, voti, luoghi santi o discipline esteriori. Tutte le altre azioni rituali, sino al sacrificio esteriore, esposte (nelle varie scritture) concernono coloro la cui coscienza non riesce a trovar riposo in virtù di questa sola (meditazione). Il fine che esse si propongono è sempre l'identificazione con Siva.
Abhinavagupta
Dopo che il pensiero è interamente svanito, il cerchio dei sensi si espande istantaneamente.
Ksemaraja
Il grande segreto consiste proprio nel fatto che non c'è alcun segreto.
Abhinavagupta
Dove è l'inclinazione, lì è il precetto; dove non lo è, lì è il divieto. Per noi che consideriamo i trattati come una esclusiva effusione del cuore, questo è l'elemento discriminante.
Maheshvarananda
Shivastotravali
Qualunque cosa può causare il riconoscimento di te
Oh Signore, tu sei il Sé di tutte le cose.
Possiamo rendere omaggio al Signore Shiva, il cui segno di gratitudine
Omaggio a Shambu che è completamente contro i Veda e i Tantra.
Per i tuoi devoti non ci sono regole stabilite per raggiungerti.
Oh Signore, omaggio a te, in cui è l'essenza della via della mano destra, in cui
sono permesse carne e altri divieti
Mi inchino a te, oh Signore, che sei adorato in mille e un modo e in mille
luoghi. Non solo nei templi ma anche nei mattatoi e sui campi di battaglia.
Signore, non è richiesto nulla per vederti.
Perché dovrei abbandonare il mondo e i suoi oggetti?
Quando i dolori in sé sono una fonte di benessere
Oh Signore, mi inchino alle tavole della tua legge
Colui che vede tutta la diversità dell'universo manifestato come un riflesso nella Coscienza è veramente il Sovrano universale. Così questa intuizione che si eleva spontaneamente e continuamente senza differenziazione alcuna è la caratteristica della via divina (Sambhavopaya). Tutte le altre cose, le convenzioni religiose, le purificazioni, i voti, la recitazione delle formule mistiche non gli sono di nessuna utilità.
Abhinavagupta
Il Sé è la scena.
Siva Sutra
Il Sé, che è lo stato naturale di tutto ciò che esiste, fonte indipendente di luce, si diverte ad assumere le espressioni della domanda e della risposta, che non sono diverse da lui. Così chi pone la domanda (devi) e chi risponde (bhairava) sono solo lui stesso che gode della propria riflessione.
Abhinavagupta
Māyā [...] in primo luogo impartisce nomi e forme alla diversità degli oggetti.
Abhinavagupta
Osserva il nascere spontaneo di un desiderio e troncalo immediatamente alla sua radice. Esso si fonderà nel punto da cui è sorto.
Vijnanabhairava Tantra
L'anima è imprigionata perché ha dimenticato la propria identità autentica, e può raggiungere la liberazione, obiettivo supremo della vita, solo riconoscendo la propria reale natura universale. Realizzando che ogni cosa è parte di lei stessa, espandendo il suo essere in forme meravigliosamente varie, l'anima aggiogata consegue questo riconoscimento e con esso la convinzione di non essere la schiava della creazione ma il suo padrone.
Utpaladeva
Poniamo che uno cammini e non ponga mente, ad ogni passo, allo sforzo. Se le sue funzioni mentali sono prive di ogni costruzione immaginativa, si illuminerà [in lui] il supremo sé.
Svabodhodayamanjari
Tutte le cose depositate nel fuoco dello stomaco della propria coscienza, abbandonate improvvisamente tutte le distinzioni, lo alimentano con la loro potenza. Quando la diversità che divide le cose è dissolta da questa violenta digestione, le divinità della coscienza [cioè i sensi] divorano l'universo che viene trasformato [da questo processo] nel nettare [dell'Io]. Quando sono soddisfatte, esse riposano in unità con il dio Bhairava, che è la pienezza della natura propria di ognuno e il Cielo della Coscienza che, solitario, riposa nel Cuore.
Abhinavagupta
È solo in forza della grazia che si va verso il giusto tipo di insegnante provenendo da un insegnante incompetente. Il vero maestro […] non è altri che il venerato Signore Bhairava. [...] La sua competenza di insegnante deriva dalla sua identità con Siva, mentre l'amorevolezza e il fascino che potrebbe possedere non sono essenziali. L'insegnante incompetente potrebbe possedere tutte queste altre qualità, ma non l'unione con Siva.
Abhinavagupta
Chi percepisce gli oggetti come emanati dalla propria forma è chiamato maestro (pati); colui invece che sotto l'effetto dell'illusione li vede come dissimili da sé, è chiamato pasu, asservito.
Utpaladeva
Nel momento in cui il latte cola dalla mammella di una vacca, subisce una qualche mutazione; ma ciò non vuol dire che non sia più latte.
Somananda
La dualità stessa non esiste separata dalla Coscienza. È semplicemente l'assenza d'intuizione della sua vera natura.
Abhinavagupta
Chi sono nell'istante che precede la mia volontà o il mio definirsi? È ciò che invero sono! Essendo diventato ciò, bisognerebbe immergersi in ciò, e la mente dovrebbe identificarsi con ciò.
Vijnanabhairava Tantra
La libertà della gioia ininterrotta della coscienza dell'io è completamente indipendente da ogni riferimento a qualsiasi altra cosa.
Abhinavagupta
Il mondo dei sensi e della mente appare ai Ben Risvegliati (suprabuddha) come una teofania, un eterno rivelarsi di Dio nella Sua creazione. La dottrina della vibrazione dichiara che «Non esiste alcuno stato di parola, significato o pensiero, né all'inizio, né in mezzo, né alla fine, che non sia Siva». Pronunciare una qualsiasi parola equivale, in realtà, a intonare una formula sacra. Ogni atto è parte dell'eterna liturgia cosmica di Siva, ogni movimento del corpo è un gesto rituale (mudra), e ogni pensiero è pensiero di Dio.
Mark S.G. Dyczkowski, La dottrina della vibrazione nello śivaismo tantrico del
Kashmir
I seguaci di Viṣṇu, etc. son tutti quanti tratti in inganno da māyā e portati verso la non liberazione, proprio per il loro desiderio di ottenere la liberazione.
Svacchanda Tantra
I mezzi di percezione, giova sapere che sono qui i sensi, i quali, quando li si
fa entrare in funzione, debbono essere in uno stato di eguaglianza (samāni).
Questo stato di eguaglianza si ottiene mediante l'abbandono dell'attaccamento e
dell'avversione.
Svabodhodayamañjarī
Il desiderio è la volontà di appropriarsi dell'altro, di rendere l'altro se
stesso.
Abhinavagupta
Gli dèi, ovvero coloro “che usano dilettarsi”, sono le funzioni sensoriali, divinità ben note alle tradizioni segrete; quelle dovete soddisfare con l'azione; in altre parole dovete divorare gli oggetti dei sensi quanto più vi è possibile.
Abhinavagupta
Senza differenziazione, la Realtà universale è cosi semplice che ci risulta
inafferrabile.
Abhinavagupta Siva [...] giunge al limite estremo degli organi sensoriali.
Mahesvarananda
Essendoci un tuono profondo che via via si dissolva, la coscienza, proprio
perché era ad esso appoggiata, finito che esso sia, trova riposo.
Svabodhodayamañjarī
L'azione divina vibrante interiormente ed esteriormente in accordo con la sequenza tempo non è altro che il soggetto conoscente. Così conoscenza infinita e azione sono inseparabili.
Utpaladeva
Si rivela nella regione del cuore nell'istante in cui ci si ricorda all'improvviso di un compito urgente da eseguire, quando si apprende una notizia eccitante, nell'istante preciso di una visione spaventevole, alla vista di qualcosa di inaspettato, all'inizio dell'emissione seminale o quando se ne parla; e ancora quando si legge velocemente o quando, per paura, si fugge in tutta fretta. In queste occasioni si produce un fremito di tutte le energie.
Somananda
Ma anche nel cuore dello smarrimento e nella morte, colui che resta in se stesso non è mai abbandonato dall'effusione del Sé.
Abhinavagupta
Non solo non abbiamo trovato niente di sostanziale in questo nostro errare, ma ci siamo anche stremati. [...] La persona che è stanca, avrà una riverenza quasi invidiosa per colui che è al riposo. I miei omaggi vanno quindi a Te, Essenza stessa di questo universo.
Abhinavagupta
Contempla la spazialità vuota del tuo proprio corpo, che abbraccia simultaneamente tutte le direzioni. Allora libero dalle differenziazioni, tutto è solo vacuità.
Vijnanabhairavatantra
La separazione tra l'oggetto e il soggetto non esiste.
Trisirobhairavatantra
Qualunque sia la tua posizione, mantienila, senza dirigerti né verso l'esterno, né verso l'interno. In tal modo, grazie al suo irradiamento della Coscienza, ingoia la molteplice diversità del divenire.
Jayaratha
Porre tutte le esperienze oggettive nel proprio Sé è ciò che si intende con "la sensazione dell'Io".
Utpaladeva
Le prescrizioni, i divieti, gli yoga fondati sulle diverse membra (anga) e il controllo del respiro, tutto ciò è inutile e nulla al confronto del nostro sistema innato. O sovrana degli dei, aderisci alla realtà attraverso il cuore, ecco l'unica obbligazione e non importa in modo con cui vi si accede.
Malinivijaya Tantra
La molteplicità dell’universo è lo stato della sua (di Siva) altissima energia, la Śakti, che ha creato al fine di riconoscere la sua propria natura.
Abhinavagupta
La liberazione non comporta né un luogo fisso né un viaggio verso un'altra dimora. La liberazione è la rivelazione della Śakti inerente al Sé.
Abhinavagupta
I tuoi organi sono dèi.
Abhinavagupta
Nel momento preciso della sua apparizione, ogni emozione o passione, ogni
tendenza psichica è pura, unica, indifferenziata [...] La dualità non esiste in
quel momento [...]. L'errore e il pericolo sorgono quando l'io, all'inizio uno
con l'esperienza, si separa da essa (il che avviene molto rapidamente), pensa e
si pone come soggetto, agente che sperimenta: "Sono arrabbiato", "sono felice",
"sono triste". [...]
Abhinavagupta
Tutto ciò che si rivela quando l’ondata d’impressioni sorge con veemenza, è quello stesso che bisogna osservare con intensità: se tu vi sei e stai in esso all’inizio, nel mezzo e alla fine, oh, l’universo differenziato si dissolverà.
Abhinavagupta
Quando la mente che separa si assopisce
Lalleshwari
Colui che non separa più
Lalleswari Le persone che non sono uno (con le esperienze felici che provano) e che non sentono il loro corpo fisico essere fuso in questo uno, si dice essere senza cuore perché la loro stessa coscienza rimane immersa nel corpo grossolano.
Abhinavagupta
La potenza d'emissione propria del Signore è presente e operante in tutte le cose nel modo seguente. Essa non è altro che la fonte di tutte le varie sensazioni di piacere, estetiche ed ordinarie. La vibrazione, infatti, che cessato lo stato di indifferenza, si avverte nel cuore all'udire un canto melodioso o al sentire un profumo di sandalo, ecc., non è altro che un'espressione della potenza di beatitudine. Degli uomini si dice che siano dotati di cuore grazie alla presenza di questa vibrazione.
Abhinavagupta
La mente yogica non viene bagnata (o tinta) dall'interno, così come capita alla zucca secca coperta dalla sua buccia, anche se si tuffa in profondità nelle acque di piaceri sensuali.
Abhinavagupta
La Coscienza Assoluta si manifesta in ogni circostanza della vita quotidiana. Viene detto della Coscienza di essere la causa di tutte le cose nel senso che essa è ovunque emergente nella qualità di ogni entità manifesta.
Abhinavagupta
Non abbandonare nulla. Non afferrarti a niente. Riposa, dimorando in te stesso, proprio come sei.
Abhinavagupta
Tutti i nostri desideri per i frutti dell'esistenza sono causati da una sensazione di vuoto. Una volta genuinamente pieni, come potrà generare nuovi frutti ciò che desideriamo?
Abhinavagupta
Tutte le emozioni casuali della vita (felicità, sorpresa, rabbia, la sete, la paura, ecc) possono essere sfruttate e riorientate, almeno quando raggiungono un certo livello di potenza, una certa intensità vibrazionale e soprattutto quando sono spogliate da tutta la sovrapposizione morale (bene, male, giustificazione), quando non hanno più nome, non sono più concettualizzate, vissute cioè come pure energie divine . […] Al momento della sua nascita, ogni emozione, ogni tendenza psichica è pura, unica nel suo genere, indifferenziata. […] La dualità non esiste in quel momento. […] L'errore e il pericolo nascono quando l'io, in un primo momento uno con l'esperienza, viene separato da essa (il che accade molto rapidamente): l'io allora si pensa e si pone come soggetto, agente sperimentatore: sono arrabbiato, sono felice, sono triste. […] Tanto più forte è il movimento emozionale quanto più debole è l'ego che si pone come soggetto separato, privato com'è dei suoi riferimenti. Quello sradicamento dell'ego può diventare un'opportunità spirituale. Abhinavagupta
I canali dei sensi, mediante i quali lo yogin trae piacere dagli oggetti di senso, sono gli stessi attraverso cui egli riempie i tre mondi con la coscienza emessa dal suo proprio Cuore.
Mahesvarananda
Ebbro sono io per avere bevuto il vino dell'Elisir dell'Immortalità che è la Tua venerazione, che fluisce perpetuamente attraverso i canali dei sensi dai calici, pieni [fino all'orlo] di tutte le cose esistenti.
Utpaladeva
I sensi dapprima risuonano, per così dire, in consonanza con l'oggetto estetico, penetrandolo e mischiandosi con esso in modo così totale che il confine tra sensazione e consapevolezza apprezzativa si dissolve, lasciando uno stato di unità che pervade sia i sensi sia l'oggetto estetico. [...] L'oggetto estetico viene esperito con tale intimità e senso di contatto diretto che non è più sentito come esterno. È sommerso nel campo della consapevolezza, riempiendolo così completamente con il godimento estetico che esso suscita, che il soggetto perde ogni senso di individualità. La coscienza, ora libera dalle restrizioni dei limiti angusti della soggettività individuale, si espande spontaneamente per godere infine dell'incondizionata effusione della sua propria pulsazione come pura soggettività apprezzativa.
Mark Dyczkowski, La dottrina della vibrazione
nello sivaismo tantrico del Kashmir [Il corpo] è il supporto di tutti gli dèi, il crematorio spaventoso per le pire [della coscienza, che distrugge tutte le cose]. Frequentato da siddha e da yogini, è il loro terrificante terreno di gioco, in cui tutte le forme incarnate raggiungono la fine. Pieno delle innumerevoli pire [dei sensi] e pervaso dagli aloni delle loro fiamme, il flusso dell'oscurità [della dualità] è distrutto e, del tutto libero dai costrutti di pensiero, è la sola dimora della beatitudine. Penetrando in questo [corpo], il crematorio della vacuità, chi non consegue la perfezione?
Abhinavagupta
Osservando e adorando il corpo notte e giorno come pieno di tutte le categorie dell'esistenza e del nettare della beatitudine di Siva, [lo yogin] si identifica con Siva. Stabilitosi in quell'immagine sacra, contento di riposare nel [suo] corpo cosmico, [lo yogin] non aspira a nessun'altra immagine esterna, né [a fare alcun] voto, [a viaggiare verso] luoghi sacri o a praticare discipline [esteriori].
Abhinavagupta
Questa Ruota dell'Assoluto fluisce dal Cuore attraverso il vuoto degli occhi, eccetera, su ogni oggetto di senso. [...] [Lo Yogin] dovrebbe contemplare [come ogni cosa] nel campo del suono, eccetera, diventa una cosa sola con questa Ruota [...]. Quando tutto il carburante [dell'oggettività] si è consumato [nel fuoco della Ruota] e le sue tracce sono state distrutte, esso contempla la Ruota ormai prossima all'estinzione, nel processo di estinzione [e infine come totalmente] estinta. In tal modo, mediante questa meditazione, l'universo si dissolve nella Ruota e questa nella coscienza, che finalmente risplende vuota di tutti gli oggetti. La natura della coscienza, tuttavia, è tale che c'è una nuova creazione, poiché siffatta [è l'attività della] Dea della Coscienza. Dunque, colui il quale in ogni istante dissolve in questo modo l'universo nella sua propria coscienza e poi lo rimette è eternamente identico a Bhairava. Abhinavagupta
Contempla le forme indivise del tuo corpo e quelle dell’intero universo come appartenenti alla stessa natura, così, il tuo essere onnipresente e la tua forma riposeranno nell’unità e raggiungerai la natura della coscienza.
Vijnanabhairavatantra
L’energia del fremito che attraversa l’essere ordinario lo rende schiavo, mentre questa stessa energia libera colui che è sulla Via.
Spandakarika
Il praticante la cui coscienza è contratta percepisce l’universo nella sua forma
contratta.
Ksemaraja
Grazie alla vibrazione, l’oggetto della percezione vibra nel cuore del vasaio poiché esso è tutt’uno con la coscienza del sé di quest’ultimo.
Abhinavagupta
Come può essere infatti impuro il corpo costituito dai cinque elementi grossi? Forse che la purità e l'impurità appartengono oggettivamente alla cosa, come realtà diverse dalla luce?
Abhinavagupta
Tutto ciò che rallegra la mente, non importa per quale canale dei sensi, si rivela atto alla splendente dimora del Brahman.
Abhinavagupta
Nel processo di liberazione non viene in realtà fatto nulla di nuovo, né viene illuminata una cosa che prima non lo fosse veramente, bensì semplicemente viene rimossa l'idea che ciò che è luminoso non sia tale.
Abhinavagupta
È Siva stesso, dalla volontà senza freni e dalla limpida coscienza, che anche in questo momento sfavilla nel mio cuore. È la Sua stessa Sakti suprema che gioca sempre al limite dei miei sensi. Il mondo intero risplende insieme a quella beatitudine dell'Io. In verità, io non so che cosa significhi la parola samsara.
Abhinavagupta
Il tempo è movimento interiore della Coscienza, la quale pensando al tempo o
allo spazio li crea attorno a sé. Abhinavagupta
Lo stato primordiale in cui l'oggetto apparituro non si è ancora differenziato ma vibra in unità con la Coscienza, è la premessa necessaria di ogni conoscere e come tale è presente in tutti gli esseri, qualunque sia il grado di evoluzione, ma non tutti ne sono consapevoli. [...] Tra noi e l'esperienza della luce si frappone una specie di schermo, che non è un'entità a sé stante, bensì è espressione della libertà stessa della Coscienza, che, sottosembianze di Maya, vede e offusca se stessa a se stessa. Se questa macchia, magia, non esistesse e ognuno potesse già sperimentare questo primo momento del conoscere in tutta la sua pienezza, noi saremmo già liberi: tutti gli sforzi ulteriori, i libri, la parola, il pensiero stesso sarebbero inutili. L'insegnamento, l'esercizio non hanno come meta altro che l'eliminazione di questa incantesimo che ci proibisce di vivere e sentire questo momento Pre-discorsivo del conoscere, in cui la realtà appare così com'è, prima dell'intervento del pensiero congetturale, concepito come potenza offuscatrice e differenziatrice. Abhinavagupta
La realtà ha due facce: gli stessi sentimenti o potenze dell'anima che offuscano e legano alla sensibilità sono anche strumento di illuminazione e liberazione.
Abhinavagupta
La chiara visione della realtà si ha nel momento della percezione diretta, prima dell'intervento del pensiero discorsivo, che porta a una falsificazione della cosa che crediamo di vedere e che è alterata dalla maculazione, cioè dall'ignoranza innata del nostro conoscere. Sebbene è erroneo per propria natura, il conoscere discorsivo non è del tutto inutile, [...] sebbene irreale e illusorio quando preso come fine a se stesso, esso è l'unico strumento che abbiamo a nostra disposizione per poi un giorno superarlo e lasciarlo, né di esso possiamo intanto farne a meno.
Abhinavagupta
Per penetrare in questo Principio non è d'uopo alcuno sforzo; di sforzo c'è bisogno man mano che ci si allontana dalla sorgente.
Abhinavagupta
Il ripetersi di successive determinazioni mentali produce i fenomeni esteriori e
li plasma con la forza dell’immaginazione della Coscienza.
Abhinavagupta
Nella Coscienza Immacolata scompaiono le distinzioni di percettore, percezione e percettibile; si è al di là dell’immagine soggettiva, della rappresentazione discorsiva.
Abhinavagupta
La varietà di questo mondo può manifestarsi solo se il Signore Supremo, che è essenzialmente la pura luce della coscienza, esiste, proprio come una superficie è necessaria per un quadro. [...] Così come profondità e altezze possono essere rappresentate da linee su un muro liscio, e come percepiamo una figura di donna e pensiamo "ha un ombelico profondo e seni prominenti", allo stesso modo è possibile essere consapevoli delle differenze nei vari contenuti dell'esperienza solo se tutte le percezioni diverse sono connesse sul muro unico della luce universale della coscienza.
Abhinavagupta
Nulla in realtà, malgrado diventi oggetto di conoscenza, cessa di essere Siva: questo è il motivo per cui la meditazione su questo o quell'aspetto della realtà dà i suoi frutti.
Abhinavagupta
Coloro i quali meditano su altre divinità tralasciando l'attenzione alla loro propria natura, sebbene posseggano grandi ricchezze, vanno mendicando. E una volta che hanno mendicato, rimangono affamati.
Mahesvarananda
Lo yogin [...] si stabilisce sul piano della beatitudine assaporando gli oggetti dei sensi che gli appaiono spontaneamente.
Spandapradipika
Come il riflesso della luna si mette in moto su un'acqua in movimento ed appare chiaramente su un'acqua tranquilla, così è il il Sé, il Grande Signore, nell'insieme dei mondi, degli organi e dei corpi.
Abhinavagupta
Non c'è meditatore, meditazione e meditato.
Abhinavagupta
Siva non si manifesta grazie alle vie liberatrici; al contrario sono loro che brillano nel suo splendore.
Abhinavagupta
Anche se affermiamo qui che la coscienza è necessariamente distinta dal soffio,
dal corpo, dall'intelligenza, in realtà non ne è distinta.
Abhinavagupta
L'inspirazione apre l'accesso alla pura coscienza, la ritenzione mantiene lo stato di pura coscienza, l'espirazione dissolve la diversità.
Abhinavagupta
La totalità dei nostri propri raggi di coscienza si riflettono gli uni sugli
altri, penetrando la coscienza individuale degli esseri presenti, senza il
minimo sforzo, in uno zampillamento intenso diventano universali. Per questa
ragione, quando le persone si riuniscono per uno spettacolo di danza o di canti,
etc., c'è una vera e profonda gioia quando si danno allo spettacolo, tutti
insieme, senza separazione.
Abhinavagupta
Le correnti di energia vitale sono l'espressione della coscienza in quanto vibrazione. La forma più grossolana che esse assumono è chiamata cavità, formante un canale che lega le parti del corpo in un tutto.
Abhinavagupta
La meta ultima di ogni presa di coscienza determinata è il riposo nella propria essenza, il Sé. È questa l'esperienza dell'Io nella sua libertà.
Abhinavagupta
La meta ultima di ogni presa di coscienza determinata è il riposo nella propria essenza, il Sé. È questa l'esperienza dell'Io nella sua libertà.
Abhinavagupta
La libertà vista dalla coscienza illumina il livello delle differenze.
Mālinīvijayottaratantra
Tutto quello che il grande yogi percepisce interiormente ed esteriormente si rivela ai suoi occhi in virtù della sua imminente messa all'unisono dell'universale coscienza, come il suo corpo, come le sue membra, e come un tutt'uno. Egli prende coscienza: "Sono questo, l'universo intero, nello stesso modo in cui tutto appare all'eterno Siva".
Ksemaraja
Attraverso la via degli organi lo yogi gusta il godimento del mondo sensibile ed attraverso questa stessa via riversa il suo cuore, riempiendo così il triplice mondo [cuore, corpo, mondo sensibile] di una pulsazione cosciente.
Mahesvarananda
Gli organi della vista, dell'udito, del gusto e dell'odorato si trovano in modo sottile in tutti i differenti elementi; mentre il tocco risiede al livello superiore dell'energia in quanto indicibile sensazione sottile alla quale aspira di continuo lo yogi: poiché il contatto si dissolve in una coscienza identica al puro firmamento, brillante del suo proprio splendore.
Abhinavagupta
Se si recita la sillaba e ci si dona al vuoto alla fine della sonorità, l'energia del vuoto o bhairavi porta alla vacuità.
Vijnana Bhairava Tantra
L'oscurità non è altro che l'espansione della libertà divina.
Abhinavagupta
Attività e pratica dello yoga non possono servire da via, poiché la coscienza non nasce dall'attività. Invece è l'attività che ne deriva.
Abhinavagupta
Alla fine dell'unione sessuale, si presenta un suono sotto forma di risonanza
spontanea scaturita involontariamente dalla gola dell'amata. Quello è il suono
inesauribile e indescrivibile che non richiede né meditazione né concentrazione.
Kulagahvara
Quando lo yogi diventa uno con la gioia d'un canto o di un'altra esperienza, c'è identità.
Abhinavagupta
Dato che il mondo, compreso come si deve, non imprigiona, bensì procura gioia e liberazione in questa stessa vita, si deve analizzare l'esperienza provata al contatto con un oggetto qualunque: nel momento in cui gli organi sensoriali l'afferrano, si deve prendere coscienza del soggetto libero e senza finzione.
Mahesvarananda
In senso assoluto, piacere e sofferenza, soggetto e oggetto, non sono altro che lo spazio della coscienza profonda.
Spandakarika
Nel momento preciso in cui hai l'impulso di fare qualcosa, fermati. Allora non essendo più nello scatto che precede né in quello che segue, la realizzazione si dischiude intensamente.
Vijnana Bhairava Tantra
Contempla il tuo corpo, come pure l'universo, come intessuti della stessa trama della Coscienza. Non vi è alcuna separazione, solo il perpetuo risveglio della Coscienza.
Vijnana Bhairava Tantra
La sottile pioggia che cade continuamente non è visibile nell'estrema distesa del cielo, ma è chiaramente visibile se giustapposta agli alberi del bosco o alle grondaie del tetto della casa. Così, il Supremo Bhairava, essendo troppo sottile, non appare mai [in sé isolato] nella gamma delle esperienze. Date le circostanze che dipendono da spazio, forma, tempo, modello, e stato, questa coscienza [di Bhairava] è generata istantaneamente.
Abhinavagupta
Ogni cosa è compendio di tutto.
Abhinavagupta
"Nulla è mio" significa per me "Io sono ogni cosa".
Abhinavagupta
Il cuore del riconoscimento
1
I due cicli, schiavitù e liberazione, sono opera di Shiva e nient’altro. Essi non sono separati da Shiva poiché non esiste alcuno stato differenziato. In realtà, nulla è successo a Shiva.
Abhinavagupta
Nell'ambito del Sé - che è simile all'etere - si manifesta una contrazione, a cominciare dal piano dello Shiva irrelato fino al piano del soggetto illusorio, dovuto al potere della grande Maya, intesa com'è all'occultamento della vera natura; potere, questo, che ha le sue radici nella potenza di Libertà, e dunque in Parameshvara [Il Signore supremo] stesso. Quanto al legame, esso si configura come nescienza, definita dalla mancata percezione della identità con Shiva; ovvero come un conoscere 'contratto' connaturato con quel'illusoria presunzione di autolimitatezza che costituisce la maculazione di base dell'anima-frammento.
Kṣemarāja
Con una pratica assidua, Lalleshwari
L'uomo ordinario pensa: ‘Io sono ignorante’, ‘Sono incatenato dal karman’, ‘Sono impuro’, ‘Sono determinato dagli altri’ e così via, e l’inversione di questo pensiero porta alla realizzazione di Śiva.
Abhinavagupta
Il Sé si colora nell'intento di dispiegare il libero gioco del teatro del mondo [...]. La scena, il luogo ove si assume questa o quella parte è [...] il principio vitale individuale (jiva) [...]. Su questa scena, dunque, il Sé muove i suoi passi e mutando via via le sue pose rappresenta lo spettacolo del mondo.
Kṣemarāja
La coscienza non scaturisce sequenzialmente, come avviene per il seme, il germoglio, lo stelo, i petali, i fiori e i frutti, eccetera. Il germoglio spunta dal seme, e lo stelo dal germoglio, non dal seme. In questo caso, tuttavia, la coscienza assoluta si manifesta qui in ogni circostanza della vita quotidiana perché è piena e perfetta ovunque. La coscienza è chiamata la causa di tutte le cose perché sorge dappertutto come ogni ente manifesto.
Abhinavagupta
Per "vibrazione" (spandana) noi intendiamo un movimento sottile. È sottile nel senso che, malgrado non si muova, si manifesta nella forma di un movimento. La luce della coscienza non è per nulla separata dalla manifestazione, eppure sembra che sia così. In tal modo, ciò che è immobile, associato alla varietà della manifestazione, si manifesta come movimento.
Abhinavagupta
Quando la mia volontà o la mia conoscenza non sono ancora sorte, chi sono io? In realtà, io sono proprio questo! Essendo diventato questo, occorre immergersi in questo e la mente deve identificarsi con questo.
Vijnana Bhairava Tantra
Nulla che sia percepito è indipendente dalla percezione e la percezione non differisce dal soggetto percipiente, quindi l'universo non è altro che il soggetto percipiente stesso.
Abhinavagupta
Proprio come la dolcezza è presente nella sua interezza in ogni atomo della canna da zucchero, allo stesso modo ogni atomo dell'universo porta in sé l'emanazione di tutte le cose.
Abhinavagupta
Coloro i quali hanno conseguito la categoria della Pura Conoscenza oltre Maya e sono così giunti al di là della categoria di Maya, vedono l'intero universo come la luce dalla coscienza... Proprio come i disegni su una piuma non sono distinti dalla piuma, e la piuma non è nulla di diverso da essi, allo stesso modo quando la luce della coscienza è manifesta l'intero gruppo dei fenomeni è manifesto come la luce della coscienza stessa.
Bhāskarī
Il segreto è che la liberazione in vita è una profonda contemplazione della natura di Maya.
Mahesvarananda
L'impareggiabile stato emotivo del Signore Supremo è la profusione dell'Essere puro. Si manifesta come lucentezza dell'universo che, se riflettiamo profondamente, non è altro che il gusto unico dell'essenza della Bellezza, che è la vibrazione della beatitudine della nostra propria natura.
Mahesvarananda
Coloro che ci hanno preceduto hanno detto che il desiderio si tiene a freno con la pratica del distacco; noi insegnamo che ciò si realizza desistendo da ogni sforzo.
Jayaratha
Nell'istante del fremito dell'Energia, sii consapevole di non esserne separato. L'Energia (Sakti) è allora chiamata bocca di Siva, o l'accesso che conduce a Lui.
Vijnana Bhairava Tantra
Come uno che vede una cosa fuori dall'ordinario prova un senso di stupore, così il sentimento dello stupore, nel godere del contatto con le varie manifestazioni della realtà conoscibile, continuamente si produce in questo grande yogin con tutt'intera la ruota dei sensi, sempre più dispiegata, immota, pienamente dischiusa, in forza della penetrazione nella sua più intima natura, unità compatta di coscienza e di meraviglia sempre nuova, estrema, straordinaria.
Kṣemarāja
Proprio come un re onnipotente e di umore giocoso per muoversi va a piedi, così anche il Signore gioca felice in corpi umani.
Somānanda
Possa il mio desiderio per gli oggetti dei sensi essere intenso, o Beato, come quello di tutti gli altri uomini, ma possa io vederli come se costituissero il mio proprio corpo, con ogni pensiero di differenziazione dissolto.
Utpaladeva
Alcuni preferiscono il non-dualismo, altri scelgono il dualismo. Ma essi sanno che la mia Realtà trascende il dualismo e il non dualismo.
Kulārṇava Tantra
Chi è fortemente adirato o gioioso, o chi pensa 'che mai devo fare?', o chi è tutto preso in una corsa disperata: nel piano a cui essi approdano, ivi risiede l'Energia Vibrante.
Spandakarika
L'oscurità non è altro che l'espansione della libertà divina.
Abhinavagupta
Deporre la percezione nella natura essenziale del percepente.
Svacchanda Tantra
La parte di felicità che si trova in ogni piacere della vita quotidiana è presa di coscienza del proprio sé.
Abhinavagupta
L'energia e la sua fonte sono una.
Vijnana Bhairava Tantra
Tutto è percepito come dotato della natura della pura luce, quando la Coscienza sorge in quanto consapevolezza.
Abhinavagupta
Attrazione e repulsione, piacere e dolore, apparire e sparire sembrano degli stati differenziati; tuttavia non sono separati dal corpo universale, sono della sua stessa natura. Così, ogni volta che si innalzano, sii consapevole della loro unità e riconosci in essi l'espressione della Coscienza pura. Inebriato da questa contemplazione, già non senti sorgere la gioia?
Abhinavagupta
In senso assoluto, piacere e sofferenza, soggetto e oggetto, non sono altro che lo spazio della coscienza profonda.
Spandakarika
La rivelazione del Sé sorge in colui che è solo desiderio assoluto. Che ciascuno ne faccia l'esperienza! [...] Quando il tantrika penetra ogni cosa con il suo desiderio assoluto, a che servono le parole? Ne fa l'esperienza lui stesso. Che il tantrika rimanga presente, con i sensi vigili disseminati nella realtà e conosca la stabilità.
Spandakarika
Nessuna attività e nessuno yoga possono essere vie alla realizzazione del sé; perché il sé realizzato non sorge da alcuna attività. Anzi: qualsiasi attività nasce dallo stato già fin da sempre realizzato del sé.
Abhinavagupta
Si dice che è il Signore delle dee che si attiva negli organi dei sensi.
Abhinavagupta
Come diversi oggetti quali pezzi di legno, foglie, pietre ecc., che cadono in una salina sono con il tempo ridotti allo stato di sale, così le emozioni stesse si trasformano in beatitudine quando soccombono nella pura Coscienza che è il nostro vero Sé.
Jayaratha
Nella tormenta delle passioni, della collera, dell'avidità, dell'orgoglio, dell'invidia, stabilisciti nella loro fonte. Così rimarrà solo il palco sul quale queste emozioni appaiono e scompaiono.
Vijnana Bhairava Tantra
Giacché non vi è mai stato nessun ostacolo, tentare di liberarsi è cosa vana. Vi è in ciò solo un'illusione, l'ombra di un fantasma, semplice corda presa per un serpente. Non rinunciare a nulla, non possedere nulla, saldo in te stesso, quale tu sei, agisci secondo la tua inclinazione.
Abhinavagupta
Da dove potrebbe nascere il flutto pietoso del samsara per colui che rimane a bocca aperta dalla meraviglia davanti alla realtà della sua propria natura, che è l'oceano da cui sorge tutto il percettibile?
Vasugupta
In questo mondo ci si stupisce alla vista di una cosa straordinaria; ugualmente un grande yogin si meraviglia quando si accorge, tacito e sorpreso, dell'espansione di tutto il suo complesso di sensi che si assoggetta all'influenza del Sé interiore. E si meraviglia quando si accorge che questo Sé interiore non è altro che quella massa di Coscienza traboccante di entusiasmo per l'unico, pre-eminente, sempre nuovo piacere dell'Io-Coscienza che si schiude nell'esperire i vari oggetti di percezione. È stupefatto quando, nell'intensità della sua contemplazione, sente la ruota delle energie, come i suoi organi, che a poco a poco si apre, resta immobile o si espande completamente. Lo yogin prova tale stupore ancora e ancora, perché mai si sazia della felicità spontanea che continuamente sgorga nel suo cuore. Una tale meraviglia è l'indizio di un incessante miracolo che caratterizza le stagioni dello yoga per quanto concerne il Sé nell'identificazione con la Realtà suprema. Ksemaraja
Qui non vi è alcun bisogno di progresso spirituale, di contemplazione, di sofismi o argomentazioni. Non vi è neppure nessuna necessità di meditare, di concentrarsi, di esercitarsi in mormorate orazioni. Qual è, dimmi, la Realtà ultima, assolutamente certa evidente? Ebbene, ascolta: non prendere né lasciare, quale tu sei, gusta tutto lietamente.
Abhinavagupta
In questo mondo non è possibile cessare di agire; corpo, parola, pensiero procedono da una vibrazione.
Abhinavagupta
Il Sé è nutrito dall'esperienza fausta dei sensi.
Abhinavagupta
Secondo il proprio desiderio, ogni essere vivente rivela, cesellandola, la realtà.
Abhinavagupta
Ciò che è ben stabilito interiormente nella Coscienza può con l'intermediario di questa stessa Coscienza essere trasmesso al soffio, al corpo o all'intelligenza attraverso un esercizio ripetuto, ma l'operazione inversa è impossibile.
Abhinavagupta
All'inizio o al termine dello starnuto, nell'intensità della paura o del dolore, o quando si è presi dalla vertigine davanti a un abisso, quando atterriti si fugge via dal campo di battaglia, nel momento di un'intensa curiosità, o quando ci si sente affamati o sazi, l'illusione della separazione cessa.
Vijnana Bhairava Tantra
Lasciare che tutta l'oggettività riposi in sé è ciò che chiamiamo io. Questo riposo in se stesso è chiamato plenitudine, perché non desidera niente all'esterno di di se stesso.
Utpaladeva
Nell'istante prima di addormentarti, al confine con la veglia, quando il mondo viene a mancare ma il sonno non è ancora disceso, lì brilla la suprema Dea.
Vijnana Bhairava Tantra
Il Sé è la scena.
Sivasutra
La conoscenza illumina tutto in questo mondo e il Sé è colui che illumina. Poiché sono della stessa natura, la conoscenza e il conosciuto devono essere contemplati come uno solo.
Vijnana Bhairava Tantra
Ogni cosa percepita, tutto ciò che esiste, è gettato precipitosamente nel fuoco che ruggisce nello stomaco della nostra propria Coscienza abbandonando così ogni differenziazione, nutrendolo con i diversi combustibili che la realtà ci offre in ogni momento. Quando la forma di ogni cosa e di ogni oggetto è dissolta da una violenta digestione non resta allora che la pura energia della Coscienza.
Abhinavagupta
La vibrazione gioiosa di Siva è l'universo.
Abhinavagupta
Rimani alla sorgente di quello che affermi in quanto "io". In questa contemplazione, lascia che affiori il senza-supporto e assapora la pace.
Vijnanabhairava Tantra
Colui che percepisce gli oggetti come propria forma è chiamato maestro, mentre colui che sotto gli effetti dell'illusione li percepisce come differenti, è chiamato asservito.
Utpaladeva
Quando la mente trovi soddisfazione, lascia che essa si fissi lì, perché sarà invero in quel luogo che la natura stessa della beatitudine suprema si manifesterà.
Vijnanabhairava Tantra
Lo yogi aspira al sapore acido che è la furia del mondo.
Mahesvarananda
Ovunque vada la mente, che sia all'esterno o all'interno, lì invero è lo stato di Siva. Poiché Egli è onnipervadente, dove altro potrebbe andare la mente?
Vijnanabhairava Tantra
Il cielo della coscienza libera non è né all’esterno né all’interno,
Abhinavagupta
Questo Siva cosiddetto quiescente, separato dalle altre cose, segregato da tutte le altre vie, simile ad un vaso non esiste in nessuna parte. Siva non è altro, in effetti, se non la coscienza stessa, che si spiega in forma di 'grande luce': dove la sua 'sività' non è altro se non questo manifestarsi come tutte le cose.
Abhinavagupta
La rivelazione del Sé sorge in colui che è solo desiderio assoluto. Che ciascuno
ne faccia l'esperienza! [...] Quando il tantrika penetra ogni cosa con il suo
desiderio assoluto, a che servono le parole? Ne fa l'esperienza lui stesso. Che
il tantrika rimanga presente, con i sensi vigili disseminati nella realtà e
conosca la stabilità.
Spandakarika
Non esiste alcuno stato di parola, significato o pensiero, né all'inizio, né in
mezzo, né alla fine, che non sia Siva.
Kṣemarāja
Ora poniti fuori dalla progressione spirituale, fuori dalla contemplazione,
fuori dall'abile loquacità, fuori dalla ricerca, fuori dalla meditazione sulle
divinità, fuori dalla concentrazione e dalla recitazione dei testi. Dimmi qual è
la Realtà assoluta che non lascia spazio ad alcun dubbio? Ascoltala bene!
Smetti di aggrapparti a questo o a quello, e restando nella tua vera natura
assoluta, gioisci tranquillamente della realtà del mondo.
Abhinavagupta
Viene chiamato dio perché gioca senza preoccuparsi di ciò che va ricercato o
respinto.
Abhinavagupta
Quando si muove il corpo lentamente, si giunge a uno stato tranquillo della
mente. È allora o Dea! Che si realizza il flusso divino della Coscienza.
Vijnana Bhairava Tantra
Il culto originale è il movimento di tutti i sensi, quando essi dimorano nella
non-dualità.
Yoginihrdaya
Quando i sensi diventano l'immersione nella presenza dell'istante, che non è
altro che la pura Coscienza, allora si rivela l'infinita Plenitudine.
Vijnana Bhairava Tantra
Il mobile e l'immobile, tutto il percepibile, sono intrisi della sua Presenza.
Abhinavagupta
Che si contempli il proprio corpo come un oceano di vacuità contenuto dalla
pelle. Meditando in tal modo, si ottiene l'Uno, che non è un oggetto di
meditazione.
Vijnana Bhairava Tantra
La condizione dell'«Io» è il riassorbimento dell'oggetto nel soggetto, chiamato
anche riposo [...], giacché è la fine di tutti i desideri.
Abhinavagupta
Quando si contempla la propria essenza, occorre stabilirsi alla sorgente della
presa della percezione che precede i concetti relativi ad essa. Ecco
l'abbandono.
Trisirobhairavatantra
L'evidenza della Coscienza brilla del suo splendore proprio. Le procedure che
vogliono farla conoscere sono quindi inutili. Senza la sua brillantezza,
l'universo non potrebbe esistere.
Abhinavagupta
Le cinque proibizioni - non uccidere, non mentire, non rubare, non aver rapporti
sessuali, il non possesso - le cinque discipline, quali l'ascesi ecc., le varie
posizioni del corpo e i diversi tipi di controllo della respirazione non sono
direttamente di utilità alcuna nei riguardi della Coscienza, ma sono semplici
manifestazioni esteriori.
Abhinavagupta
Le sue funzioni organiche sono per lui il culto.
Vasugupta
Ove v'è inclinazione, lì è il precetto; ove non v'è inclinazione, lì è
l'interdizione.
Mahesvarananda
Che si lasci ogni sapienza.
Mahesvarananda
La realtà sivaita rimane la stessa nel cuore di ogni cosa. Solo coloro che hanno
delle convinzioni erronee creano la separazione tra superiore e inferiore.
Questa realtà è eterna e infinita. Essa è l'essenza del differenziato, giacché
la vera natura del Signore è di assumere forme multiple.
Somananda
La divinità è qui la Coscienza, in quanto il nostro proprio Sè, che interrogando
se stesso è sul punto di risvegliarsi.
Abhinavagupta
Così giova vedere il corpo pieno di tutti i cammini, variegato dal diverso
operare del tempo, sede di tutti i moti del tempo e dello spazio. [...] Chi
penetra in esso, trova la liberazione.
Abhinavagupta
Qualunque sia lo stato di piacere, lo stato di dolore o lo stato di illusione,
in tutti, dimoro come supremo Siva.
Utpaladeva
Le manifestazioni del sé e dell'altro, del maestro e del discepolo, non sono che
delle costruzioni immaginarie. Anche l'unione dell'energia folgorante del
maestro e del discepolo è solo un'immaginazione, poiché non sono mai stati
separati.
Abhinavagupta
Il Sé, che è lo stato naturale di tutto ciò che esiste, fonte indipendente di
luce, si diverte esso stesso ad assumere le espressioni della domanda-risposta,
che non differiscono da lui. Così, colei che pone la domanda (Devi) e colui che
risponde (Bhairava), non sono che egli stesso, compiacendosi della propria
autoriflessione.
Abhinavagupta
Si perviene alla gioia della Tua stretta nel momento in cui si abbandona lo
sforzo della meditazione e delle proprie pratiche.
Utpaladeva
Quando per l'assenza di limitazioni l'aberrazione del funzionamento della mente
causato dal non-riconoscimento della natura essenziale cessa, gli stati quali
l'ira, la disillusione ecc. appaiono come delle semplici espressioni della
Coscienza del perfetto e venerato Signore Bhairava.
Abhinavagupta
Un individuo è ovunque. Contiene tutti i sentimenti. L'universo intero è la sua
forma.
Abhinavagupta
Non fa alcuna differenza che il savio dalla passione sfrenata si dia al bere o
alla danza o che al contrario abbandoni la società e si ritiri sulle montagne.
Yogavasisthamaharamayana
Nessuna parola, nessun pensiero. Lalleswari
La pura Coscienza, l'attore del dramma cosmico, diviene un'anima individuale il cui stato ineffabile consiste nell'assumere tutti i ruoli.
Mahesvarananda
L’amore, in effetti, rende ancora più saldi i vincoli (che ci legano all’esistenza). Distrutto questo legame fondamentale, la liberazione in questa stessa vita, secondo me, è cosa fatta.
Abhinavagupta
Interiorità ed esteriorità vibrano di una stessa energia. Esse si esprimono in quanto espansione e contrazione anche se in essa (questa energia) non esiste questa differenziazione. Lo yogi che percepisce l'esterno come il riflesso della sua propria soggettività, dimora nell'assoluto.
Abhinavagupta
Chi sono nell'istante che precede la mia volontà o il mio definirsi? È ciò che invero sono! Essendo diventato ciò, bisognerebbe immergersi in ciò, e la mente dovrebbe identificarsi con ciò.
Vijnanabhariva Tantra
Lo yogin dovrebbe contemplare il corpo e il suo prolungamento in quanto universo, come saturo della beatitudine del proprio Sé. Allora per mezzo del proprio nettare colmo di gioia egli diventa uno con la beatitudine suprema.
Vijnanabhairava Tantra
Nulla di nuovo è ottenuto, neppure è reso manifesto ciò che non lo era; è solamente bandita la concezione erronea che considera ciò che è luminoso come non luminoso.
Abhinavagupta
Dal punto di vista della realtà assoluta non esiste nessun legame, e in assenza di legame la liberazione non esiste essendo tutti e due forgiati dal pensiero dualizzante.
Vamanadatta
O Signore, la realtà della Tua presenza è spontaneamente evidente e onnipresente. Così coloro che Ti «cercano» con ogni «mezzo», possono essere certi di non scoprirTi.
Jayaratha
Non esiste alcun controllo della mente,
non sorge affatto; nessuno è incatenato.
Abhinavagupta
Il Signore è la totalità dei fenomeni manifesti.
Abhinavagupta
Che nessuna realtà mi appaia mai
illusoria
Utpaladeva
In quanto eterno nessuna via può
rivelare la Sua essenza.
Abhinavagupta
O Signore, la triplice via che esiste in questo universo conduce i tuoi devoti verso la Coscienza dell'Assoluto. Può essere la gioia, può essere la tristezza oppure può essere l'inerzia, tutto ciò dirige i tuoi devoti verso la Coscienza dell'Assoluto.
Utpaladeva
Chi percepisce gli oggetti come emanati dalla propria forma è chiamato maestro; colui invece che sotto l'effetto della disillusione li vede come dissimili da sé, è chiamato asservito.
Utpaladeva
Il vero non-dualismo è quella visione
che vede l'unità nella diversità di questi punti di vista:
Abhinavagupta
In questo piano, di Coscienza Suprema (Bhairava), il piacere, il dolore, il legame, la liberazione, l'intelligenza, l'insenzienza sono parole sinonime, né più né meno che vaso o tazza sono una cosa soltanto.
Abhinavagupta
Il Sovrano degli dei, Egli si lega ed Egli si libera. È Lui il soggetto che sperimenta gioia e dolore ed è Lui il soggetto conoscente. Si esamini, orsù, Egli medesimo.
Sarasastra
Bene e male appartengono all'arficiosità, all'evanescenza, a ciò che non è la nostra vera natura e da cui ci si separa facilmente. Se accettiamo la prescrizione e il proibito come criteri di verità in ultimo l'unico criterio sarà Paramesvara stesso (il Signore Supremo), l'onnipresente che trascende ogni cosa e che rende ciò che è prescritto, proibito, e prescrive il proibito.
Mahesvarananda
Si rivela nella regione del cuore nell'istante in cui ci si ricorda all'improvviso di un compito urgente da eseguire, quando si apprende una notizia eccitante, nell'istante preciso di una visione spaventevole, alla vista di qualcosa di inaspettato, all'inizio dell'emissione seminale o quando se ne parla; e ancora quando si legge velocemente o quando, per paura, si fugge in tutta fretta. In queste occasioni si produce un fremito di tutte le energie.
Somananda
La verità è dunque questa, che, a quel modo e nella misura che l'anzidetto Śiva Supremo, il quale è luce soltanto, s'illumina, a questo modo ed in questa misura s'illumina la natura delle cose. Abhinavagupta
Occorre guardarsi dal considerare, nominare e trattare i nostri compagni di dottrina in modo diverso, secondo la casta cui appartengono, bensì considerarli come uguali a Śiva. Abhinavagupta
Ciò che secondo i Veda è fonte di peccato, secondo questa nostra dottrina di sinistra, conduce invece speditamente alla perfezione. Tutto l'insegnamento vedico è infatti sotto il dominio di māyā. Abhinavagupta
Chi ad ogni istante dissolve in tal modo il tutto nella sua propria coscienza e di nuovo poi lo emette, s'identifica perennemente con Bhairava. Abhinavagupta
Avendo riscoperto la tua Realtà Utpaladeva
Per chi infine aspira alla
liberazione non v'è nulla di proibito o di prescritto, nel senso
che tutto quello che è piacevole è congiungimento colla
coscienza. Abhinavagupta
Così il corpo giova vederlo pieno
di tutti i cammini, variegato dal vario operare del tempo, sede
di tutti i moti del tempo e dello spazio. Il corpo, così veduto,
e dentro di sé naturato (di conseguenza) di tutte le divinità,
dev'essere quindi oggetto di contemplazione, di adorazione e di
riti di soddisfazione. Chi penetra in esso, trova la
liberazione. Abhinavagupta
Il sussistere nella forma corporea
costituisce l'osservanza religiosa.
Vasugupta
Come tutti i derivati della canna
da zucchero, il succo, lo sciroppo, lo zucchero raffinato, lo
zucchero candito, la melassa, lo zucchero in pezzi non sono
altro che lo stesso zucchero in canna, così tutti gli stati
della coscienza non sono altro che l'espressione del Sé supremo,
Siva. [...]
Abhinavagupta
La manifestazione esteriore di
entità (oggetti) che appaiono nella percezione individuale è ora
possibile giacché essi sono già presenti in quanto Io.
Utpaladeva
Māyā non è altro se non questo
nascondimento di sé, operato dal Signore, nonostante la sua
natura sia scoperta ed evidente.
Abhinavagupta
La veglia è la conoscenza.
Vasugupta
Pur essendoci la realtà esteriore
la coscienza è una; essa, in virtù della percezione di più cose
diverse, prende sì un aspetto simile alla molteplicità, ma non
diventa molteplice.
Abhinavagupta
Lì dove trovi soddisfazione,
l'essenza della beatitudine suprema ti è rivelata, se tu rimani
in questo luogo senza fluttuazione mentale.
Vijnanabhairava Tantra
La verità dunque è la seguente: il
Signore Supremo manifesta liberamente il gioco molteplice delle
emissioni e degli assorbimenti nel cielo della Sua propria
natura.
Abhinavagupta
La conoscenza è il legame.
Vasugupta
Qui non si tratta di andare in
alcun luogo, né applicare una tecnica, né contemplare, né
meditare, né recitare [mantra], né praticare nulla, né fare
sforzi, niente.
Abhinavagupta
Il fremito profondo può essere
raggiunto nelle condizioni estreme: la collera, la gioia
intensa, il vagabondaggio mentale o l'impulso di sopravvivenza.
Spandakarika
È il Signore delle dee che si
attiva negli organi dei sensi. […] Siccome ingoia tutto ciò che
esiste, è chiamato «Il Grande Terrore».
Abhinavagupta
Resta quale sei, senza fartene un
cruccio,
Mahesvarananda
La sua presenza in quanto essenza
luminosa pulsa nel cuore di ogni cosa. Il suo irradiamento non è
separato dalla luce degli astri o di un lume. Si tratta quindi
solo di una questione di modi di dire quando si parla di
illuminazione e di illuminato. Nulla è separato da questa
evidente conoscenza, giacché non esiste alcuna dualità nella
Coscienza.
Abhinavagupta
Poiché il percepibile nella sua
totalità non è diverso dalla visione e la visione stessa non è
diversa dal vedente, l'universo non è altro che il vedente
stesso.
Vamanadatta
Il cielo e l'inferno, il bene e il
male, la nascita e la morte, il piacere e il dolore, ecc., non
esistono nel sé. È la potenza dell'illusione che li fa apparire.
L'allucinazione è credere che tutto ciò sia diverso dal sé
allorché non esiste nessuna separazione poiché tutte quelle
modalità appaiono nella luce della Coscienza.
Abhinavagupta
Gloria a Sankara [=Siva],
Ksemaraja
Una completa assenza di
meravigliarsi è, in effetti, mancanza di vita. Inversamente, la
ricettività estetica, l'essere dotato di cuore non è altro se
non l'essere immerso in un intenso meravigliarsi, il quale
consiste in una scossa della forza. Solo chi ha il cuore tutto
alimentato da quest'infinita forza aumentativa, solo chi è
consueto alla pratica costante di tali fruizioni, solo egli e
non altri è dotato, per eccellenza, di questa capacità di
meravigliarsi. E questo meravigliarsi c'è anche nel dolore.
L'essenza del dolore non è, in effetti, se non un meravigliarsi
particolare, cagionato dall'assenza di ogni speranza.
Abhinavagupta
Lascia che Siva, essendosi
rivestito della mia forma individuale, offra omaggi al Suo
Essere universale, che è sempre Siva, poiché rimuove gli
ostacoli che sono invero uno con Siva.
Somananda
Tutto quello che esiste risiede
nell'interno del beato Bhairava, che mai si diparte dal nostro
cuore o dalla punta della nostra lingua, risiede, dico, in
Parameśvara, il quale non è, appunto, misurato dal tempo, è uno
colla coscienza, ed è perpetuamente in unione con tutte le
potenze, costituito da un'unità coesistente, senza
contraddizione, colle centinaia di creazioni e dissoluzioni
manifestate dal contrarsi e l'espandersi, attraverso i quali si
esprime la sua autonomia. Questa realtà, Śiva, perciò, non ha né
fine né principio, è luminosa di luce propria e la sua essenza è
un'autonomia che consiste in una perfetta indipendenza,
determinata dalla pienezza di tutte le cose.
Abhinavagupta
Siva, [...] in perpetua vibrazione
fa giungere la sua suprema potenza al limite estremo degli
organi sensoriali. Non è altro dunque che gioia e questo intero
universo appare altrettanto vibrante.
Mahesvarananda
Non c’è realizzazione del Sé,
perché è eternamente presente.
Abhinavagupta
Il sé è un danzatore.
Vasugupta
Proprio come la «dolcezza» è
presente nella sua interezza in ogni atomo della canna da
zucchero, allo stesso modo ogni atomo [dell'universo] porta in
sé l'emanazione di tutte le cose.
Abhinavagupta
Questa così detta māyā è la stessa
potenza del Dio, da Lui inseparata, la Sua stessa libertà, la
quale si esprime nell'apparire della differenziazione, la quale,
infatti, è creata da essa.
Abhinavagupta
Laddove dualità, unità, e unità e
dualità assieme sono egualmente manifeste, là è la [vera] unità.
Abhinavagupta
Come ogni goccia d'acqua giunge
infine all'oceano, allo stesso modo tutti gli atti e le
cognizioni [vengono a riposarsi] nel Signore Supremo, l'oceano
della coscienza.
Abhinavagupta
Allora, quando il Signore desidera
discernere qualcosa all'interno della dimora del Vuoto,
l'universo spontaneamente si dispiega e si istituisce
all'interno della coscienza, e la potenza della conoscenza del
Signore si dispiega e la percepisce.
Abhinavagupta
Mi inchino davanti all'Assoluto
non-duale onnipervadente, il supremo Śiva-Śakti, che nel suo
stato di assenza di desiderio e perfezione, prima di tutto si
illumina come puro "Io sono" [il soggetto puro] e poi allo scopo
di separare la sua potenza attiva si divide in due [il soggetto
e l'oggetto] e che per sua natura continua ad emanarsi ed
estendersi [nella Creazione] e di nuovo si dissolve in se
stesso.
Abhinavagupta
L'illuminazione (prakāśa) che sorge
nello stato di mokṣa è come il ricordo di un patrimonio
dimenticato, e la ricchezza dimenticata è lo stato di unità col
tutto.
Abhinavagupta
Io rendo omaggio a Te, che
trascendi il dispiegamento dell'universo e insieme hai come
corpo il tutto, a te che sei perpetua beatitudine e luce, a te,
mio Sé, dalle potenze infinite.
Abhinavagupta
In realtà non c'è nessun membro
dello yoga che possa veramente servire da mezzo per raggiungere
la condizione anuttara «quella che non ha nulla che la
trascenda». Il mezzo (upāya) a essa è in realtà un non-mezzo (anupāya),
dal momento che esso non prevede né pratiche rituali né
soppressione delle funzioni mentali. È un battello pensato per
un vento leggero, senza espirazione né inspirazione, che così
trasporta il sé al di là dell'oceano della dualità, sebbene la
mente sia immersa nel frattempo nel fluido del mondo oggettivo.
[...] Gli impulsi dei sensi possono sciogliersi soltanto grazie
a uno specialissimo tipo di distacco, un distacco praticato in
elegante souplesse. Al contrario, se uno pretende di
soggiogarli, essi finiscono per diventare ingovernabili.
Abhinavagupta
I più sono tutti immersi nel
conoscere discorsivo e non pensano neanche che siffatto stato di
pensiero non discorsivo, materiato dall'io, in cui il flusso
delle rappresentazioni discorsive, del "questo", è onnubilato
dall'io [cioè riposa ininterrotto nel soggetto pensante],
neanche pensano, dico, che mai sia esistito, come chi, tutto
immerso nel piacere, più non si sovviene che un giorno era preda
del dolore. Ma ad un certo punto, scemando di mano in mano le
rappresentazioni discorsive, esso si illumina, ond'ecco la
ragione di quella sentenza famosa, dove si dice che bisogna
scrutare con attenzione la relazione tra soggetto percipiente e
realtà percepibile.
Abhinavagupta
Chi è purificato da una vera
esclusiva devozione per il Beato – verificatasi, s'intende,
grazie a una violenta caduta di potenza – è in verità colui che
non desidera frutto alcuno e, interrogato perché se ne stia così
senza far nulla, non risponde o meglio risponde col silenzio; e
intanto, essendo la sua mente come dissolta e trapassata
dall'intima devozione per il Beato, ha i peli drizzati, il corpo
preso da un tremito convulso, gli occhi spalancati divenuti due
polle di acqua.
Abhinavagupta
Si scopra la felicità attraverso la
frizione che unifica i sessi durante il godimento reciproco e,
grazie a essa, si riconosca l'essenza incomparabile, sempre
presente. Infatti, tutto ciò che entra da un organo interno o
esterno risiede sotto forma di coscienza o di soffio nel regno
della via mediana che, collegata essenzialmente al soffio
universale (anuprāṇanā), anima ogni parte del corpo. È ciò che
viene chiamato ojas, vitalità, e che vivifica tutto il corpo.
Abhinavagupta
Se si giunge a fare un tutt'uno con
l'efficienza della propria energia, in quel preciso momento
Bhairava si rivela nella sede immutabile, a condizione che tutti
i soffi dei canali sensoriali raggiungano la loro pienezza; ci
si assorbe allora nella grande sede del Centro, la suṣumnā,
mentre la dualità si dissolve. Penetrare nella suṣumnā significa
quindi penetrare in rudrāyamala, significa sperimentare il
rapimento della suprema interiorità e prendere piena coscienza
della propria energia nella sua sovrabbondanza.
Abhinavagupta
L'offerta di tutte le cose alla
coscienza, in identità con essa, tale, dicono le scritture, la
vera adorazione; il cogitare che essa è così piena di tutte le
cose, tale la contemplazione; colui che tale cogitazione riesce
a renderla incrollabile, e così pensa, in unione con un discorso
interiore, costui conosce la vera recitazione; colui che delle
cose offerte alla coscienza dissolve ogni differenziazione e
gliele presenta fatte tutte di fiamma, ecco chi celebra la vera
oblazione; colui che così facendo vede come tutte le cose sono
uguali l'una all'altra, ed acquista di tale uguaglianza
un'incrollabile certezza, costui osserva il vero voto.
Abhinavagupta
Gli organi della vista, dell'udito,
del gusto e dell'olfatto risiedono in modo sottile nella terra e
negli altri elementi che appartengono a livelli di realtà
inferiori, e il più elevato non va al di là dello stadio
dell'illusione (māyātattva), mentre il tatto risiede al livello
superiore dell'energia, in quanto sensazione sottile ineffabile
a cui lo yogin aspira senza sosta; questo contatto sfocia
infatti in una coscienza identica al puro firmamento, che brilla
di luce propria.
Abhinavagupta
L'universo, in tutti i suoi
molteplici aspetti, sorge da me, in me tuttavia riposa e,
scomparso, non v‘è essere alcuno che resti. Colui perciò che
veda l'emissione, il mantenimento e il riassorbimento così
unificati, senza parti, questi risplende invero come immenso nel
quarto stato [=lo stato realizzativo supremo].
Abhinavagupta
Il fuoco che prorompe è questo,
cioè a dire io sono Śiva soltanto, colui che brucia la stanza di
sogno dell'esistenza fenomenica con le sue infinite, variopinte,
belle dimore.
Abhinavagupta
Tutte le cose gettate nel fuoco che
brucia in seno alla propria coscienza abbandonano ogni
differenziazione alimentando la sua fiamma con la loro energia.
Quando la natura delle cose è dissolta da questa violenta
cottura, le divinità della coscienza [signore degli organi
sensoriali] gustano l'universo trasformato in nettare. Appagate,
esse si identificano con Bhairava, firmamento della Coscienza,
Dio che dimora nel Cuore, Lui, la pienezza.
Abhinavagupta
Il Sé, che è presente in ogni forma
ed è autoluminoso, si fa le domande e si dà le risposte, come
scindendosi fra l'interrogante e il rispondente, essendo nello
stesso se stesso in entrambi.
Abhinavagupta
La fusione, quella della coppia
Śiva e śakti, è l'energia della felicità, da cui emana tutto
l'universo: realtà al di là del supremo e del non-supremo, essa
è chiamata Dea, essenza e Cuore: è l'emissione, il Signore
supremo.
Abhinavagupta
Anche Śiva, senza che per questo il
suo potere ne sia offeso, si manifesta similmente in modo creato
nello specchio del soggetto pensante, cioè nella nostra propria
coscienza, durante la meditazione, ecc., sempre in forza,
beninteso, della sua libertà. Perciò, ogni mezzo attraverso cui
Śiva, sebbene privo di parti, così si manifesta, è una potenza.
Abhinavagupta
«Il tutto, io manifesto in me
stesso, nell'etere della coscienza, io ne sono il creatore, io,
materiato del tutto». Questa percezione è fonte di
immedesimazione con Bhairava.
Abhinavagupta
Per lo yogin [...] tutto vibrante
del supremo succo di Siva che sovrabbondando [lo pervade],
qualsiasi posizione del corpo è tenuta come mudrā.
Abhinavagupta
Egli è il Signore dell'universo,
nella cui coscienza tutto questo mondo di differenziazione
appare come riflesso.
Abhinavagupta
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