La notte, il portico (Mark Strand)
la meditazione come via
tra vipassana e zazen




 

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La notte, il portico (Mark Strand)


Fissare il nulla è imparare a memoria
quello in cui noi tutti verremo spazzati, e spogliarsi
al vento è sentire l'inafferrabile "qualche luogo" farsi vicino.
Le piante possono piegarsi o stare ferme. Il giorno o la notte possono essere quello che vogliono.
Quello che desideriamo, più che una stagione o un clima, è la consolazione
di essere estranei, almeno a noi stessi. Questo è il nocciolo
della questione, ed è il motivo per cui anche adesso pare che aspettiamo
qualcosa la cui apparizione sarebbe il suo svanire -
il rumore, ad esempio, di qualche foglia che cade, o una foglia sola,
o meno. Non c'è fine a quanto possiamo imparare. Il libro laggiù
non dice altro, e non è stato affatto scritto con in mente noi.
 

 

 

Un ringraziamento a Gloria per la gentile segnalazione.