Novembre inteso come spazio, mondo a sé. La potenza delle cose contro la
debolezza della conoscenza. La forza di ciò che è senza motivo alcuno, rispetto
la progettualità, l'intenzione. L'esplosione dell'immanente, sacro vero che
critica qualsiasi teologia.
È duro udire di nuovo il vento del nord
E guardare le punte degli alberi che ondeggiano.
Ondeggiano, profondamente e sonoramente, in uno sforzo
Tanto di qua del sentimento, tanto di qua della parola,
Dicendo e ripetendo, come parlano le cose
A livello di quanto non è ancora conoscenza:
Una rivelazione non ancora intenzionale.
È come un critico di Dio, mondo
E natura umana, seduto pensoso
Sul trono desolato del proprio deserto.
Più e più profondi, più e più sonori,
Gli alberi ondeggiano, ondeggiano, ondeggiano.