Gong conviviale nei boschi (Wallace Stevens)
la meditazione come via
tra vipassana e zazen




 

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Gong conviviale nei boschi (Wallace Stevens)


Qui la mente persa dietro i suoi fantasmi, viene risvegliata dal suono della campana. Il reale, nella sua inesauribile alterità, si impone nella sua potenza, facendo crollare qualsiasi pensiero.

 

Affrontava fantasmi quando suonò il gong.
Allora il picnic di bambini arrivò di corsa,

In uno scoppio di grida, sotto gli alberi
E per l'aria. I più piccoli

Vennero tintinnando sull'erba alla tavola
Dove le donne più grasse scampanavano il bicchiere.

Il senso della cosa era il modo in cui lo udì,
Nel verde, oltre la porta dei fantasmi.