Da Il libro del Risveglio a cura di Isabella Soragna - 1
Da Il libro del Risveglio a cura di Isabella Soragna -
1
Abbiamo cominciato a leggere alcune cose da Il libro del Risveglio curato
da Isabella Soragna. Si tratta di un florilegio che raccoglie varie citazioni
tratte da testi di diversa natura (autori spirituali, psicologi, poeti, testi
tradizionali, ...):
"«Provate ad essere, unicamente essere. Concedetevi
giornalmente abbastanza tempo per sedervi nella calma e provare, solo provare a
oltrepassare la personalità e le sue ossessioni. Perseverando in tal modo non
potete fallire. Quello che importa soprattutto è la serietà e la sincerità;
bisogna proprio che abbiate la nausea di essere la persona che siete e che
vediate il bisogno urgente di essere libero dalle identificazioni inutili a un
fascio di ricordi e di abitudini» (Nisargadatta Maharaj)
[...]
«La liberazione (dall'ego) è proprio ciò che l'ego desidera, mentre la
liberazione non è altro che la fine dell'ego: più esso la desidera, più esso si
rinforza.
Noi siamo già liberi, Ma vogliamo saperlo, farne l'esperienza. Chi dice
esperienza o conoscenza dice idea riflessa,... cioè l'ego.
Lo stato naturale è... qualcosa che non può essere conosciuto... è impossibile
da esperimentare» (Jean Michel Terdjman)
[...]
«Potete osservare una cosa detta "io"? Sfugge. Osservatelo ora e ditemi. Come lo
guardate? E cos'è la cosa che sta guardando ciò che chiamate "io"? Ecco il
nocciolo della questione...: quello che sta guardando ciò che chiamate "io" è...
l' "io". Sta creando un'illusoria divisione di se stesso, in soggetto e oggetto,
ed è grazie a questa divisione che continua ... Ed è interessato solo a
continuare così... Finché vorrete capire questo "io" o cambiarlo in qualcosa di
spirituale, o santo... continuerà. Se lo lasciate in pace, non c'è più, se n'è
andato» (U.G. Krishnamuti)
[...]
«Lo stato che chiamiamo realizzazione è semplicemente essere se stessi, non
conoscere o diventare qualcosa. Colui che si è realizzato... non può descrivere
quello stato. Può solo esserlo» (Ramana Maharshi)
[...]
«Diciamo che lei vede una mosca nella sua stanza. Quando segue i movimenti della
mosca nello spazio il suo sguardo innocente, non calcolatore, perché non abbozza
alcuna conclusione. Semplicemente osserva la mosca. Se la sua attenzione è viva
per lungo tempo, lei può arrivare a sentire se stesso che osserva. Può sentire
se stesso in osservazione. Questo eccita un senso di immensa libertà nel quale
si può sperimentare la presenza della corrente.
Il maestro non punta sull'assenza del processo mentale. Punta verso ciò che è
dietro il processo mentale, dietro il pensiero e la percezione. Egli non pone
l'accento sull'oggetto osservato - la mosca nello spazio - ma sull'osservazione
stessa.
Generalmente vi è molta anticipazione nella vostra osservazione. Perché mentre
osservate, proiettate già un risultato e focalizzate l'attenzione sull'oggetto
del pensiero. Ma l'osservazione reale è un vedere senza che intervenga il
pensiero di un risultato e perciò senza tensione tra osservatore e cosa
osservata» (Jean Klein)" (pp. 33-45).