"La libertà è solo in un Sé senza forma" (William Segal)
Cominciamo a leggere oggi qualche brano tratto da Respirare l'istante di
William Segal:
"Tutti portiamo con noi una domanda. [...]
Un uomo incontra intensamente la propria vita nei momenti di dolorosa espansione
e contrazione. In questi momenti sente la differenza tra essere presente ed
essere preso. Se si mantiene aperto alla domanda, avanzerà in quella che ritiene
una direzione fruttuosa. [...]
Forse avrà una sensazione mentre ascolta un brano di musica, o sarà toccato da
una parola, dalla natura. [...]
E in quel momento una porta si apre. [...]
La libertà è solo in un Sé senza forma. Non avendo alcuna forma, l'energia è
libera di prendere qualsiasi forma. [...]
Vi sono momenti in cui i pensieri, i sentimenti, le razioni tacciono e, come un
mare calmo, c'è solo un'esperienza più ampia. La consapevolezza di un continuum
inconoscibile e indefinibile sostituisce il flusso lineare delle percezioni.
[...]
Ma per cominciare l'uomo deve essere capace di vedere la disordinata
non-struttura delle proprie energie [...]. Quando l'uomo è interiormente
immobile, il silenzio insegna.
Ognuno di noi sente la sua esistenza attraverso la propria mente e il proprio
corpo. Egli «è» attraverso questi aspetti fenomenici del proprio essere. [...]
Al di là del corpo e della mente, attraverso cui di continuo egli afferma e
riafferma se stesso, la sua onnipresente immutabile realtà lo sostiene
invisibilmente. [...]
La frustrazione compare quando c'è una discrepanza fra la mente e il corpo,
quando le due realtà perdono il passo e non sono più in una relazione armonica.
Troppo spesso un ritmo accelerato trascina la mente a correre davanti al corpo -
oppure una costrizione in quest'ultimo disturba la relazione con la parte
pensante.
Vedere questa discrepanza è il primo passo verso l'armonia.
Vi è una consapevolezza che segue una corrente naturale. Un'attenzione
bilanciata [...] porta invariabilmente a una riconciliazione del corpo e della
mente, rende sensibili i sentimenti e apre la porta di un altro livello.
Il sentire, la pratica di mettere la propria attenzione su una certa parte o
zona del corpo, allarga e approfondisce la ricezione delle impressioni e dà alle
funzioni automatizzate del corpo una maggiore intelligenza.
Sentire se stessi, particolarmente sentirsi come un tutto, prepara e aumenta la
capacità di vedere le associazioni casuali e i pensieri che fluttuano nella
testa.
Questa pratica, insieme all'osservazione dei mutamente nei propri umori e
sentimenti, apre la domanda verso una realtà più alta al di là o all'interno di
quella corporeità che chiamo «me»" (pp. 22-26).