Spiaggia (Pedro Salinas)
la meditazione come via
tra vipassana e zazen




 

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Spiaggia (Pedro Salinas)


Fluttuante, senza appiglio,
nuotando fuori dall'acqua,
volontario alla deriva
nelle ore, e nell'aria,
nella faccia del mattino.
Tutto fuggitivo, tutto
scivola, da tra le dita
il mondo che si dilegua,
la terra, la sabbia. Nubi,
e vele, gabbiani, schiume,
i biancori più svariati,
che mi tirano, li seguo,
li lascio. Ci sono, c'ero,
ci sarò? Ma senza andare,
venire, quieto, fluttuando
di qua e di là, nell'azzurro.
Ed una gioia che è
nella lama del mattino
rompe, taglia, riesce a sciogliere
nodi, promesse, gli ormeggi.
Frotte d'ombre come ninfe
che sfuggono ai loro corpi
in isole scatenate.
Con il suo carico inutile
di ricordi e di scadenze
- che non servono, che non servono! -
il tempo salpa le ancore.
Già sparito. Senza tempo,
la fretta e la calma uguali,
con che fretta, con che calma
gioca il lontano al vicino
appeso alla verdeazzurra
altalena delle distanze!
Suona il silenzio a distesa
di ammutolite campane
e compie il suo giuramento
ogni orizzonte dell'alba:
la vita tutta alla luce,
senza pesi, pura, fluttua
né in acqua, né in aria, in nulla.