La saggezza non è un oggetto (Raimon Panikkar)
la meditazione come via
tra vipassana e zazen




 

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La saggezza non è un oggetto (Raimon Panikkar)


All'inizio della lezione abbiamo letto un brano tratto da La dimora della saggezza di Raimon Panikkar (sacerdote cattolico e incontro vivente tra Oriente e Occidente):

"Non si può cercare la saggezza, darle la caccia come fosse un oggetto. [...] Essa non rappresenta la meta finale di un lungo pellegrinaggio.
[...] Nella tradizione cinese, Chuan-tzu dice che si trova la perla magica solamente quando non la si cerca intenzionalmente. Se si cercasse la bellezza le si recherebbe danno e se ne offuscherebbe lo splendore, come quando si toccano le ali di una farfalla. Ci si deve lasciar sorprendere dalla bellezza, addirittura farsi trasformare. Nessuna violenza di pensiero, nessuno sforzo, nessuna ricerca conduce a questa meta. La ricerca della saggezza ne offenderebbe l'indipendenza e la libertà sovrana. Esistono due possibilità: o fare il padrone della saggezza e disporre di essa come di una serva (ho bisogno di questo e quest'altro, voglio il sapere, il potere e il piacere), oppure lasciarsi penetrare, illuminare, abitare da lei. Allora l'iniziativa è sua e questo appartiene all'ordine stesso della realtà [...]. «Chi mi trova, trova la vita» (Prv 8, 35). Non è la saggezza allora che si trova, ma la vita; non un oggetto, ma la propria autentica vita. La saggezza non è un oggetto; non la si può cercare.
L'atteggiamento adeguato nei confronti della saggezza è porsi di fronte ad essa privi di potere".

Come nella meditazione: non è un cercare, non è un prendere l'iniziativa, non è l'ottenimento di qualche oggetto. È invece un abbandono, un lasciare la presa, un'apertura, un guardare, uno svuotare.

Abbiamo iniziato con la consapevolezza del respiro.
Poi la camminata.
Successivamente abbiamo continuato la pratica della consapevolezza durante la camminata per un breve tratto, ma con gli occhi chiusi. In questo caso diminuiamo ulteriormente la velocità dei nostri passi e li accorciamo. La mancanza della vista ci costringe ad essere più ricettivi rispetto alle sensazioni del corpo per mantenere la postura corretta e l'equilibrio necessario. Un esercizio non facile, ma che con la pratica produce grandi progressi.
L'esercizio sul peso ed equilibrio del corpo, in piedi e fermi.
Zazen.
Infine l'esercizio sul peso e sulle tensioni del corpo che si scaricano a terra, da sdraiati.

Alla fine della lezione abbiamo commentato la seconda icona del toro (clicca qui).