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“Il vostro più intimo accadere è degno di tutto il vostro amore” (Rainer Maria Rilke)
C'è una certa bellezza nell'allenarsi a non fare niente di particolare e, in questo, trovare una gioia che l'attività quotidiana non conosce. Una poesia di Dany Laferrière è molto vicina a una simile idea:
L'arte di stare immobili
Una volta ho chiesto a mia nonna
Ecco, sì: non sapere la vita, cioè spogliare le cose delle mie letture, interpretazioni, opinioni, e lasciarle essere per quello che sono, nel loro silenzio, mute, semplici, e quindi di uno splendore nuovo, non più macchiate dalla mia fantasticheria: “È la nostra immaginazione che si sforza di rivestire le cose, ma le cose sono divinamente nude” (Marguerite Yourcenar). Ma è uno spogliare che non è un fare: ti accorgi che sta accadendo, e accade con lievità, con morbidezza, in silenzio in quel non fare niente di particolare, magari semplicemente appunto prendendo un caffè e guardandoti intorno, lasciando che l'occhio vada nel suo svagare e non più comandato dal mentale. Allora ogni istante di quel tempo di splendore è insieme fulgido e niente di che, perfetto e minimale. Perché in ogni attimo di quel momento di bellezza ogni evento che si manifesta nella mia interiorità è perfettamente aderente a ciò che desidero per me. Come scrive Rilke: “Il vostro più intimo accadere è degno di tutto il vostro amore”.
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