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Quinta lezione: i cinque impedimenti Prima di esaminare il 'retto sforzo', soffermiamoci su
quelli che vengono chiamati - nella tradizione buddhista - 'i cinque
impedimenti'. Essi sono gli ostacoli che ostruiscono il cammino di crescita
all'interno dell'ottuplice sentiero. Ciò che impediscono soprattutto è la
consona disposizione della mente alla concentrazione. Il desiderio sensuale. Non è, come qualcuno potrebbe pensare, il desiderio sessuale. È la cupidigia, diretta a tutto ciò che è oggetto dei nostri sensi: ciò che ci è piacevole agli occhi, alle orecchie, al tatto, ecc. È cioè la brama: brama dei sensi, brama per il potere, brama per la posizione sociale, per la ricchezza, ... La malevolenza. È sinonimo di avversione: odio, ira, risentimento... verso gli altri, certi oggetti, certe situazioni o se stessi. Pigrizia. È l'inerzia mentale, il ricadere continuamente nel nostro stato ottenebrante di sonno. Agitazione/preoccupazione. È tutto ciò che produce lo stato ansioso. L'agitazione si esprime in quella forma di irrequietezza che conduce la mente di pensiero in pensiero, in modo quasi smanioso. La preoccupazione è prodotta dal rimorso per errori passati o dal timore per il futuro. Dubbio. Non si tratta del giusto uso della facoltà critica, bensì della cronica incapacità di decidersi nella pratica spirituale.
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