All'interno dell'ottuplice sentiero vi sono tre stadi
che si riferiscono al comportamento etico. Essi sono il terzo, il quarto e il
quinto: retta parola, retta azione, retti mezzi di sussistenza.
Ci siamo concentrati in questa lezione sulla retta parola. Abbiamo letto alcuni
brani da "Il nobile ottuplice sentiero" di Bhikkhu Bodhi, un monaco
buddhista di origine americana.
Vi sono "quattro tipi di retta parola: astensione
da parola falsa, astensione da parola divisiva, astensione da parola aspra e
astensione da parola oziosa".
1) Astensione da parola falsa
«Ecco, uno evita la falsa parola e si astiene da essa. Egli dice la verità, è
devoto alla verità, affidabile, meritevole di fiducia, non ingannatore degli
uomini. In un'assemblea, tra molti uomini, tra parenti e congiunti, in
compagnia, alla corte del re, chiamato a dare testimonianza di ciò che sa, non
sapendo risponde: 'Non so', sapendo risponde 'So'; non avendo visto risponde:
'Non ho visto', avendo visto risponde 'Ho visto'. Egli non mente
deliberatamente, né per proprio vantaggio, né per vantaggio altrui, né per un
vantaggio quale che sia».
Così commenta il nostro autore queste parole del Buddha: "Dire il vero
mette in armonia il nostro atteggiamento interiore con la vera natura dei
fenomeni, consentendo alla saggezza di sorgere e sondare la verità delle cose.
Quindi, più ancora che un principio etico, la devozione alla parola verace si
fonda sull'essere radicati nella realtà invece che nell'illusione, nella
verità afferrata con la saggezza invece che nelle fantasie ordite dal
desiderio".
2) Astensione da parola divisiva
«Ecco, uno evita la parola divisiva e si astiene da essa. Ciò che ha udito qui
non ripete là per causare discordia; ciò che ha udito là non ripete qui per
causare discordia. Così rende concordi coloro che sono divisi, e coloro che
già sono concordi incoraggia. La concordia lo rallegra, nella concordia si
diletta, e con la parola egli diffonde concordia».
Il commento di Bhikkhu Bodhi: "Divisiva, o calunniosa, è quella parola
tesa a creare discordia e frattura, provocando spaccature tra individui e
gruppi. Il motivo nascosto dietro la parola calunniosa è in genere l'invidia,
il risentimento suscitato dalla rivalità, associato al desiderio di demolire
l'immagine dell'avversario con lo strumento della denigrazione verbale. Altri
fattori motivanti possono essere la volontà crudele di ferire, il tentativo di
guadagnarsi proditoriamente stima e simpatie, o il piacere perverso di portare
discordia là dove c'è amicizia.
[...] Il comportamento opposto, insegna il Buddha, è la parola che costruisce
amicizia e armonia, che sgorga da una mente animata da amorevolezza ed
empatia".
3) Astensione da parola aspra
«Ecco, uno evita la parola aspra e si astiene da essa. Egli dice parole
cortesi, piacevoli a udirsi, amabili; parole che giungono al cuore, dilettevoli,
amichevoli e piacevoli a tutti».
Bhikkhu Bodhi: "Il linguaggio aspro, il linguaggio ingiurioso, radica
nell'ira e intende provocare dolore in chi ascolta. [...] Responsabile della
parola aspra è l'avversione, che si manifesta come ira e rabbia. [...]
L'antidoto giusto è la pazienza: sopportare biasimo e critiche, simpatizzare
con i difetti altrui, rispettare la diversità di vedute, sopportare le ingiurie
senza sentirsi in dovere di replicare per rappresaglia. Il Buddha consiglia la
pazienza anche nelle prove più dure: «Se anche, o monaci, ladri e assassini vi
segassero gli arti e le giunture, chi desse via all'ira, costui non seguirebbe
il mio insegnamento. Riflettete invece così: 'La mia mente rimarrà
imperturbata, colma d'amore e libera da celato astio; e costoro io irraggerò di
pensieri d'amore, vasti, profondi, infiniti, liberi da ira e da odio'»".
4) Astensione da parola oziosa
«Ecco, uno evita le parole oziose e si astiene da esse. Egli parla al momento
giusto, in accordo coi fatti, parola di cose salutari, parla del Dharma
[l'insegnamento buddhista] e della disciplina; le sue parole sono un prezioso
tesoro, pronunciate al momento giusto, ragionevoli, misurate e assennate».
Così commenta Bhikkhu Bodhi: "Con 'parola oziosa' si intendono i discorsi
vuoti, le chiacchiere vane, il cicaleccio superficiale. Parole che non
comunicano niente di significativo, ma ottengono soltanto di agitare ed eccitare
senza costrutto la mente propria ed altrui. [...] Nel caso del monaco, a cui è
specialmente indirizzato il passo citato, egli è tenuto a pesare le parole e a
comunicare soprattutto il Dharma. I laici avranno ovviamente maggiore necessità
di conversazioni affettuose e piacevoli, in famiglia e con gli amici, oltre alle
discussioni richieste dall'ambiente di lavoro. L'invito è comunque a mantenere
la consapevolezza, perchè la conversazione non si smarrisca in pascoli in cui
la mente eccitata, sempre a caccia di cibi dolci o piccanti, trovi il modo di
indulgere alle sue abitudini dispersive".