Questa settimana abbiamo fatto un'eccezione, non continuando a leggere dal testo
di Comte-Sponville, che riprenderemo nel prossimo incontro, bensì leggendo
qualcosa di Ramesh Balsekar, maestro indiano ultimamente scomparso, come a suo
ricordo:
"Cosa significa «la schiavitù dell'ignoranza»? L'idea di base
è la seguente: «Io sono un'entità individuale dotata di libero arbitrio; sono
responsabile delle mie azioni e quindi devo essere buono, virtuoso e devo agire
bene». Che cos'è la schiavitù dell'ignoranza? È l'ego. «Chi» è felice o
infelice? È l'ego che ritiene di essere colui che agisce. Il corpo non può
sentirsi felice o infelice; è quindi solo l'ego che si sente felice o infelice.
E che cos'è la liberazione? È l'emancipazione dall'alternanza di felicità e
infelicità. La liberazione è la comprensione ultima e totale, nel cuore, che
nessuno agisce né sperimenta.
Ogni religione vi dice di liberarvi dall'ego; però lo dicono proprio all'ego! Si
consiglia all'ego di liberarsi dall'ego! L'ego non ha nessuna voglia di
suicidarsi. Quindi la vera questione è questa: chi ha creato l'ego? Non l'avete
creato voi. Allora, da dove è venuto fuori? Da dove poteva venire se non dalla
Sorgente? Chiamatela Sorgente, Coscienza, Energia primordiale, Dio o
Consapevolezza, non ha alcuna importanza, purché capiate bene che si tratta
della Sorgente, dell'Uno senza secondo.
Dunque anche l'ego proviene dalla Sorgente. Ecco perché la chiamo Divina Ipnosi.
Sotto l'effetto dell'ipnosi, si pensa di essere separati e si ritiene di essere
gli autori delle azioni. [...]
Solo la Sorgente che ha creato l'ego o questa misteriosa Divina Ipnosi, in
alcuni casi, è anche sul punto di dissolvere l'ipnosi. Nel caso di un saggio,
l'ego, o senso di separazione, o Divina Ipnosi, o senso di essere colui che
agisce, è stato annientato dalla Sorgente stessa.
Una volta annientato l'ego, cosa resta nell'organismo corpo-mente chiamato
saggio? Rimane la programmazione [(Balsekar chiama programmazione il DNA più il
condizionamento ambientale)]. Ecco perché, se vedete dieci saggi, potrete
constatare che, in tutti, il senso di essere colui che agisce non esiste più.
Tuttavia, ogni saggio è diverso da tutti gli altri saggi e ognuno vive in
maniera diversa, perché ognuno di loro ha una differente programmazione. In
altre parole: anche dopo la distruzione dell'ego, la Sorgente continua a usare
gli organismi corpo-mente, ossia inserendo degli input che portano a determinati
output. Perciò gli organismi corpo-mente dei saggi continuano a funzionare
esattamente come prima, ma nessuno di loro ritiene di essere l'autore delle
proprie azioni.
Se l'organismo corpo-mente di un saggio è stato programmato in modo tale che in
lui sorgano spesso degli accessi di collera, questi continueranno a sorgere
anche dopo l'illuminazione. L'unica differenza sta nel fatto che prima
dell'illuminazione il saggio diceva: «Sono furibondo perché mi sono arrabbiato
anche se i miei amici non gradiscono che mi arrabbi. La collera fa salire la
pressione sanguigna e non dovrei arrabbiarmi». Questo era il coinvolgimento
dell'ego prima che venisse distrutto il senso di essere colui che agisce.
Che cosa succede dopo la realizzazione e l'annichilimento dell'ego?
Quando la collera esplode il saggio osserva semplicemente l'insorgere della
collera e le sue conseguenze. Nel caso in cui, invece, qualcosa avesse suscitato
compassione, prima della realizzazione, l'ego avrebbe detto: «Sono
compassionevole e la gente dovrebbe rispettarmi». Nel saggio non sorgono
pensieri simili. Il saggio osserva soltanto l'insorgere e l'espansione della
compassione.
La compassione di un saggio può assumere forme diverse. Per esempio, se vede una
persona ferita potrebbe curarla; se vede una persona indigente, cercare delle
monete in tasca e dargliele. La compassione nasce spontaneamente, ma il saggio
non è mai coinvolto nell'azione e non la ritiene «sua».
L'unica differenza tra un saggio e un uomo ancora non realizzato sta nel fatto
che nel saggio il senso di essere colui che agisce è stato annientato per sempre
e osserva gli eventi snodarsi senza ritenere che certe azioni siano «sue» né
tanto meno di altri individui. Se qualche azione lo ferisce, il saggio accetterà
le ferite e il dispiacere senza provare rancore od odio per nessuno perché
consapevole che ogni azione appartiene a Dio, o se preferite: tutte le azioni
sono l'opera impersonale della Coscienza.
Con la distruzione del senso di essere colui che agisce, il saggio non prova
orgoglio, non si sente colpevole, non odio né invidia nessuno. L'assenza di
sensi di colpa, orgoglio, odio e invidia rende la vita serena e armonica. Lo
scopo della ricerca spirituale è quello di avere nella condizione di veglia la
stessa pace di cui godiamo durante il sonno profondo" (Non più confusione,
pp. 132-134).