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"C’è un posto in cui voi siete tranquillo" (P.D. Ouspensky)
L'altro giorno abbiamo letto a lezione questa frase di Ouspensky: “Continuate ad osservare e vi accorgerete che c’è un posto in cui voi siete tranquillo, calmo, nulla vi può turbare […]. Questo posto tranquillo non è una metafora: è una cosa realissima”. È estremamente in vicinanza con l'esperienza della pratica meditativa, che è un abitare l'ascolto della propria macchina, per usare una terminologia alla Ouspensky. Un ascolto che ha momenti nei quali nessuno più ascolta e nulla più viene ascoltato, momenti non cercati, non creati, ma nei quali – diciamo così – sei risucchiato. Capita poi, in modo del tutto incomprensibile e soprattutto non traducibile in linguaggio e logica, che questo ascolto e questo silenzio si manifestino come una unica realtà: mysterium coniunctionis.
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