Concludiamo oggi la nostra indagine intorno al retto
sforzo.
Gli ultimi due tipi di sforzo riguardano: il far sorgere stati salutari non
ancora sorti e il consolidare gli stati salutari già sorti.
Gli stati salutari da far sorgere sono innumerevoli: la
calma, la chiara visione, gli stessi otto aspetti dell'ottuplice sentiero. Ma il
Buddha dà particolare importanza ai cosiddetti 'sette fattori di illuminazione':
consapevolezza, esame dei fenomeni, energia gioia, tranquillità, concentrazione,
equanimità. Sono i fattori che conducono all'illuminazione e che - essi stessi -
la costituiscono. Operando all'unisono, eliminano le cause del dukkha
(sofferenza).
Commentando il percorso dei sette fattori di illuminazione, Bhikkhu Bodhi
scrive: "Il cammino verso l'illuminazione comincia dalla consapevolezza, che
prepara il terreno per la comprensione profonda portando alla luce i fenomeni
qui e ora, nel momento presente, spogliati di ogni interpretazione soggettiva,
commento e proiezione. Poi, dopo che la consapevolezza abbia presentato
all'attenzione i nudi fenomeni, il fattore dell'esame interviene per
investigarne le caratteristiche, le condizioni e gli effetti. [...] Il lavoro di
investigazione richiede energia [...]. Con il crescere dell'energia prende vita
il quarto fattore, la gioia, in forma di piacere tratto dall'oggetto. La gioia
aumenta gradatamente fino all'estasi: onde di beatitudine attraversano il corpo,
la mente si accende di contentezza, l'ardore e la fiducia si intensificano. Tali
esperienze, benchè incoraggianti, presentano un difetto: inducono uno stato di
eccitazione difficile da placare. Perseverando nella pratica, la beatitudine si
addolcisce stemperandosi nel quinto fattore, la tranquillità. La gioia permane,
ma mitigata, e la contemplazione procede con composta serenità. La tranquillità
porta a maturazione il sesto fattore, la concentrazione o mente unificata su un
punto. Con il rafforzarsi della concentrazione si fa sempre più dominante
l'ultimo fattore, l'equanimità, stato di equilibrio interiore libero dai due
opposti impedimenti dell'agitazione e dell'inerzia. [...] L'equanimità ha il
medesimo carattere di 'spettatore'. Una volta che tutti i fattori di
illuminazione siano perfettamente bilanciati, la mente assiste impassibile al
gioco dei fenomeni".
Riguardo al quarto tipo di sforzo, in un discorso del
Buddha troviamo scritto: "Egli [il monaco, il meditante] dirige la volontà a
consolidare gli stati salutari già sorti; non li porta a fin ma li accresce, li
conduce a maturità e alla perfezione dello sviluppo". Si tratta dello sforzo
atto a mantenere saldo nella mente un oggetto salutare di concentrazione.
Commento di Bhikkhu Bodhi: "La saldezza dell'oggetto fa sì che i sette fattori
di illuminazione crescano in stabilità e in forza, sino a sfociare nella
comprensione liberante. Quest'ultima rappresenta l'apice del retto sforzo".