Hai mai provato a entrare nelle lunghe diramazioni nere (Mary Oliver)
la meditazione come via
tra vipassana e zazen




 

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Hai mai provato a entrare nelle lunghe diramazioni nere (Mary Oliver)
Hai mai provato a entrare nelle lunghe diramazioni nere
di altre vite —
provato a immaginare come
si sentono
i bordi arricciati, pieni di miele,
che pendono
di primo mattino
dalle robinie giovani?

Credi che questo mondo fosse solo un intrattenimento per te?

Mai entrare nel mare e notare come l'acqua si divide
in due, con perfetta cortesia, per farti entrare!
Mai giacere nell'erba, come se tu fossi l'erba!
Mai balzare nell'aria mentre apri le ali sulla
ghianda scura del tuo cuore!

Nessuna meraviglia se nella tua voce funerea sentiamo il lamento
che qualcosa manca dalla tua vita!

Chi può aprire la porta se non cerca la serratura?
Chi cammina per miglia se non mette un piede
davanti all'altro, tutto attenzione per ciò che si presenta
continuamente?
Chi ammirerà la camera interna se non ha osservato
con attenzione, estasi perfino, la pietra esterna?

Bene, c'è ancora tempo.
Dappertutto campi ti invitano a entrarci.

E chi avrà cura, chi ti sgriderà se ti metti a vagare,
dovunque tu sia, per cercare la tua anima?

Svelto, allora, in piedi, metti il soprabito, lascia la scrivania!

Mettere i piedi nella porta dell'erba, che è
il mistero, che è la morte come la vita, e
non aver paura!

Mettere i piedi nella porta della morte, ed essere sopraffatti
dallo stupore!

Sedersi davanti alle erbacce, e immaginare il dio
dalle dieci dita che fa vela dalla sua casa di paglia
che fa cenni in vari modi, ai fiori
dell'ora presente,
alla canzone che cade dalla bocca del tordo,
alle stole del caprifoglio che si sono aperte nella notte

Sedersi come erba fra l'erba, e stormire nel vento!

Ascolta, stai appena respirando, e la chiami vita?

Mentre l'anima dopotutto è solo una finestra
e l'aprirla non è più difficile
che svegliarsi da un sonnellino.

Solo la settimana scorsa uscii fra i rovi e dissi
alle rose canine
non rifiutatemi
ma sopportate la mia devozione.
Poi sedetti fra loro tutto il pomeriggio. Forse

udii perfino un ricciolo o traino di musica, umida e rosa-rossa,
che si affrettava dai loro tozzi boccioli, dagli esili corpi acquosi.

Per quanto ancora ascolterai quegli scuri avvisi,
cautela, prudenza?
Làsciati cadere, làsciati!

Una donna in piedi fra le erbacce
una barchetta annaspa in acqua alta, e ciò che verrà dopo
arriva con sforzo e grazia suoi.

Nel frattempo, ogni tanto, mi sono imbattuta, fra le cose rapide,
nell'immutabile.
Cos'altro si può chiedere?

E toccavo i volti delle margherite
e mi inchinavo
per pensarci.

Fu allora, e non è ancora finito.

Ora il sole inizia a oscillare e abbassarsi. Sotto la luce di pesca,
attraversando campi e dune, seguo l'orlo dell'oceano.

Mi arrampico, torno sui miei passi.
Galleggio.
Passeggio verso casa.

 

Trad. di A.P.