"In comunicazione profonda con la realtà" (Daniel Odier)
Oggi leggiamo un brano tratto dal libro di Daniel Odier, Desideri, passioni e
spiritualità:
"Tutto accade nel presente. Questo permette di trattare e di
guarire le ferite antiche, le emozioni dolorose. Ma c'è un modo specifico di
farlo. Questo modo è la presenza alle emozioni, ai movimenti del corpo, alle
successioni. Quando il corpo-mente si calma, ci sono spesso dei sussulti
nell'inconscio, come se approfittasse della limpidezza della mente per
affiorare. Se a quel punto riusciamo [...] a restare nella presenza, ciò che
affiora si dirige naturalmente verso la sensorialità e allora possiamo sentire
completamente i primi sintomi e viverli senza che ci siano né ostacoli né legami
all'ego. Allora questa sofferenza, invece di ritornare nel deposito
dell'inconscio, passa direttamente nella coscienza immacolata, ritrova la fonte
e si trasforma in spazio luminoso. [...]
L'inconscio non è più alimentato [...] il legame con l'ego non scatta più. [...]
Così tutto ciò che lega, fa soffrire, angoscia l'essere assente al mondo, per il
praticante [...] è il luogo stesso della sua liberazione continua. [...]
Senza il corpo non ci sarebbe integrazione filosofica o metafisica, non ci
sarebbe creatività, né Dio, né estasi, né yoga. Il corpo ha partorito l'assoluto
[...].
-Cos'è il corpo? - Lo spazio e tutto ciò che esso contiene. La prima esperienza che fa una
yogini o uno yogin è che il corpo non è l'immagine del corpo. Si
tranquillizzano, si rilassano profondamente, cominciano a respirare, e,
all'improvviso, qualsiasi limite scompare. Ogni cellula reintegra lo spazio. È
ciò che chiamiamo samadhi, l'esperienza di unione col mondo. Questa esperienza
può essere estremamente fugace, ma è lei che situa la ricerca nel suo ambito
reale, lo spazio. [...]
- Qual è il cammino? - Lei è il cammino e la destinazione. - Come si comincia? - Entrando in comunicazione profonda con la realtà della sua vita così
com'è.
- Come trovare questa capacità e svilupparla? - Cominciando da ciò che la tocca e la commuove naturalmente. Se è soltanto
quello, anche solo per qualche secondo al giorno, la sua vita sarà trasformata e
la dinamica della presenza guadagnerà terreno ad ogni nuovo istante di piena
coscienza di questa realtà. Cominci al mattino dalle cose più semplici: qualche
sorso di tè o caffè, il gusto di una tartina, qualche passo per strada. Il
piacere di una respirazione tranquilla. È così che si coglie l'assoluto. [...]
L'apprendistato esiste, va di pari passo allo sviluppo di uno yoga integrale
della presenza che è impossibile raggiungere fintanto che si fissano degli
obiettivi. [...] Col tempo, scoprirà l'abbandono totale [...], il rilassamento
totale e l'assenza di progetti" (pp. 109-111; 197-198; 219-220, 230).