"Le ricchezze d'ogni momento" (Colette Nys-Mazure)
Leggiamo qualche brano tratto da Celebrazione del quotidiano di Colette
Nys-Mazure, scrittrice, poetessa belga:
"Celebrare il quotidiano, nessun problema, pensavo,
visto che mi piace. Ne apprezzo l'appoggio modesto, immancabile. Attenta ai
mille dettagli d'ogni giorno, non lo trovo mai ripetitivo. Sotto la superficie
uniforme, monotona, scopro ciò che muta, quasi di ora in ora. In filigrana,
nell'espressione composta di volti noti o sconosciuti, riesco a discernere la
trama intessuta. Gli avvenimenti banali celano un significato profondo. Arrivare
al cuore.
Se fossimo presenti a noi stessi, se non ci perdessimo in rimpianti o desideri,
dilateremmo la nostra esistenza, non sciuperemmo alcun frammento di vita. Non ci
stupiamo abbastanza, ci meravigliamo solo saltuariamente. Storia d'esser desti e
questione di logorio. Allora, per me [...], ho iniziato la celebrazione di un
quotidiano svalutato, ignorato, trascurato.
A dire il vero, ho sempre provato una diffidenza istintiva verso ciò che è fuori
dal normale e potrebbe apparire pretenzioso, pacchiano, imposto. [...] Provo
tenerezza nei confronti di ciò che ritorna con commovente fedeltà. Lo
straordinario brilla con tutti i suoi fuochi - fuochi d'artificio presto spenti
- mentre le brace del quotidiano rosseggia lealmente.
Avete visto un fatto ordinario
Un fatto come se ne verificano ogni giorno
E, tuttavia, ve ne prego,
Sotto il familiare scoprite l'insolito,
Sotto il quotidiano svelate l'inspiegabile,
Ogni cosa, cosiddetta abituale, possa inquietarvi.
L'esortazione di Bertold Brecht conferma una mia convinzione
intima. Abituati a stare sulla superficie, a contentarci del poco, trascuriamo
le ricchezze d'ogni momento, quelle che sonnecchiano in un volto, un oggetto, un
paesaggio o nei gesti più elementari. Nel verde delle foglie d'insalata, nella
rotondità di una mela, nel profumo deciso del timo, nello stormire del glicine,
nel rumore dei passi attesi, nel respiro degli esseri amati, c'è una potenza
vitale che, senza avere la violenza degli eventi imprevisti e di spinta, fa
nascere e rinascere senza sosta la forza di andare avanti, di ricominciare, di
crescere senza rancore né amarezza.
Valuto il privilegio di potermici affezionare, di indugiare, mentre tanti altri
sono accecati dal male, dalla sofferenza, dalla disperazione. [...] La
celebrazione non avrà nulla di trionfante; non risuoneranno organi. Ho un debole
per le feste più intime, gli elogi in tono più misurato [...]. Niente ottoni ma
una musica da camera, una celebrazione a misura della vita prodigiosa e modesta"
(pp. 19-21).