"L'essenza degli avvenimenti è la pace" (Nisargadatta
Maharaj)
Ancora qualche brano tratto da Io sono quello di Nisargadatta
Maharaj:
"Lo specchio non può far niente per attirare il sole. Può
soltanto mantenersi pulito. [...]
La luce è di per sé non causata e invariabile, ma viene colorata dalla mente
mentre questa si muove e muta. [...]
Ogni risposta che viene dal tutto è necessariamente giusta, senza sforzo e
istantanea. [...] Se invece è ritardata, vuol dire che è sbagliata. Pensiero,
sensazioni e azione devono avvenire simultaneamente alla situazione che li ha
generati. [...]
Per sapere cosa sei, devi prima indagare e sapere cosa non sei. E per saperlo
devi osservarti attentamente, rifiutando tutto ciò che non si confà al fattore
fondamentale: l''io sono'. Idee come «sono nato in un determinato luogo, a una
certa ora, dai miei genitori, e adesso sono un uomo di un certo tipo, abitante
in, sposato, padre, impiegato, e così via», non hanno niente a che fare con
l''io sono'. Abitualmente pensi: «Io sono questo». Con perseveranza separa l''io
sono' dal 'questo' o 'quello' e cerca di intuire che cosa significa essere,
essere e basta, senza essere 'questo' o 'quello'. Tutte le tue abitudini vanno
contro questa ricerca e combatterle è un compito lungo e a volte difficile
[...]. Più ti è chiaro che a livello mentale puoi essere descritto solo in
termini negativi, più rapidamente arriverai alla fine della tua ricerca e
realizzerai il tuo essere senza limiti. [...] Finché ti preoccuperai
di peccati e virtù non avrai pace. [...] Nutrire idee come 'sono un peccatore' o
'non sono un peccatore' é peccato. [...] La tua virtù é essere ciò che realmente
sei. Ma l'opposto del peccato, che tu chiami virtù, é soltanto una forma di
obbedienza nata dalla paura. [...] Ricordarti chi sei é virtù, dimenticartene é
peccato. [...] Visitatore: Quando un jnanin (un realizzato) ha bisogno di fare
qualcosa, come procede? Fa dei piani, ne decide i dettagli e poi li esegue? Maharaj: Un jnanin comprende appieno la situazione e sa
immediatamente cosa va fatto. Tutto qui. Il resto accade da sé, quasi del tutto
inconsciamente. Il senso di identicità del jnanin con tutto ciò che è, è
talmente completo che egli è in rapporto di sintonia reciproca con l'universo.
Ha piena fiducia nel fatto che, una volta preso atto della situazione, gli
avvenimenti accadranno in modo da dare una risposta adeguata. L'uomo comune è
coinvolto personalmente, calcola i rischi e le probabilità, mentre il jnanin
rimane in disparte, sicuro che tutto avverrà come deve. Non importa molto cosa
accadrà, perché alla fine il ritorno all'equilibrio e all'armonia sarà
inevitabile. L'essenza degli avvenimenti è la pace" (pp. 45-46, 49-50,
58-59, 402).
Vorrei solo dire due parole sull'io sono.
Nella pratica meditativa lavoriamo in questa direzione. Si cerca di entrare in
quel fondo senza nome, senza parola, senza alcuna etichetta che è prima di
qualsiasi significato, che è prima di qualsiasi modo, di qualsiasi dire. Non ha
insegnamenti, non ha verità, non ha novità da rivelarci. È privo di
caratteristiche, non è particolarmente affascinante, ma senti che è la questione
centrale, senti che è ciò che più importa, che più ti è radice. È prima di
qualsiasi psicologia e di qualsiasi idea tu possa avere sulla tua persona. Per
questo è la tua protezione, la caverna in cui trovi riparo, la tua soluzione, la
tua vera misura, l'amore senza smancerie che ti protegge.
Fai silenzio, ti senti e capisci. Capisci tutto. E a chi ti chiedesse, non puoi
dire proprio niente. E non perché si tratti di qualche esoterismo particolare.
Ma perché non c'è proprio niente da dire. Senti.