"Come si supera la coscienza, per entrare nella
consapevolezza?" (Nisargadatta Maharaj)
Continuiamo a leggere brani tratti da Io sono quello di Nisargadatta
Maharaj:
"M. Quando sarai calmo tutto comincerà ad accadere
spontaneamente e in modo naturale, senza alcuna interferenza da parte tua. V. Posso evitare questa lunga battaglia con la mia mente? M. Sì che puoi. Ti basta vivere la vita come viene, rimanendo però
attento e vigile, lasciando che tutto accada come deve accadere, facendo cose
naturali in modo naturale, soffrendo e godendo i momenti di gioia così come la
vita dispensa. Anche questa è una via. [...]
Prendila come viene, senza il minimo sforzo. [...]
Sii attento. Mettiti in questione, osserva, indaga, impara tutto ciò che puoi
sulla confusione, studiane i meccanismi e guarda che effetti ha su di te e sugli
altri. Quando hai ben chiaro cos'è la confusione, te ne sei liberato. [...]
Cerca di avere una mente chiara e un cuore puro. Ti basta rimanere
tranquillamente attento, mentre indaghi sulla tua vera natura.
[...]
La consapevolezza è primordiale. È lo stato originario, senza inizio, senza
fine, non causato, senza base, non causato, senza base di sostegno, indiviso e
immutabile. La coscienza è per contatto, è un riflesso su una superficie, uno
stato di dualità. Non può esserci coscienza senza consapevolezza [...]. La
consapevolezza è assoluta, la coscienza è relativa al suo contenuto. La
coscienza è sempre coscienza di qualcosa, è parziale e mutevole. La
consapevolezza è totale, immutabile, quieta e silenziosa. È la matrice di ogni
esperienza. V. Come si supera la coscienza, per entrare nella consapevolezza? M. Siccome è la consapevolezza a rendere possibile la coscienza, c'è
consapevolezza in ogni stato di coscienza. Quindi, la coscienza stessa di essere
coscienti è già un movimento nella consapevolezza. La tua attenzione al flusso
della coscienza ti porta alla consapevolezza. Non è uno stato nuovo. È
riconosciuto immediatamente come esistenza originale, fondamentale, che è la
vita stessa, ed è anche amore" (pp. 20-27).
Vorrei soffermarmi solo sulla seconda parte, dedicata al
rapporto tra consapevolezza e coscienza. Non esiste la coscienza; esiste invece
sempre e solo la coscienza di: coscienza di un suono, coscienza di una figura,
coscienza di un toccare, ecc. Ed è la nostra situazione. Ma questo accade
all'interno dello spazio più grande, più vasto della consapevolezza,
quell'apertura che tutta contiene, in cui tutto accade, che tutto accoglie. E
allora l'accorgersi di essere coscienti è già di per sé consapevolezza. Il
continuo sentire ciò che ti accade, la tua attenzione a te stesso, ti fa
ritornare alla presenza sempre presente del tuo essere, del tuo partecipare al
flusso delle cose, alla realtà del mondo. Sei nell'essere, sei vivo, sei qui e
ora: è sempre stato così, non è una inedita situazione, non è una novità. È
invece un rammemorare, una scoperta, un'immersione nel tuo fondo originale.