Il nulla (Miguel de Molinos)
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Il nulla (Miguel de Molinos)


Miguel de Molinos è un mistico cattolico della fine del XVII secolo. Questo brano è tratto dalla sua opera principale, la "Guida spirituale", Libro III, capitolo 20.


«Il cammino per giungere a quell’alto stato dell’animo riformato, per cui si attinge immediatamente il sommo bene, la nostra prima origine e la suprema pace, è il nulla. Cerca di stare sempre sepolto in quella miseria. Quel nulla e quella conosciuta miseria sono il mezzo con cui il Signore opera nella tua anima. Vèstiti di quel nulla, di quella miseria, e cerca che quella miseria e quel nulla siano il tuo continuo sostegno e riposo, fino a sprofondarti in essi. Io ti assicuro che, essendo tu in tal modo il nulla, il Signore sarà il tutto nell’anima tua.
Perché pensi che infinite anime impediscano l’abbondante corrente dei doni divini? Perché vogliono far qualcosa e desiderano essere grandi; tutto ciò è uscire dall’interiore umiltà e dal loro nulla, e in tal modo impediscono le meraviglie che quell’infinita bontà vuole operare. Si attaccano agli stessi doni spirituali per uscire dal centro del nulla, e rovinano tutto. Non cercano Dio con verità e perciò non lo trovano, perché devi sapere che egli non si trova che nel disprezzo di noi stessi e nel nulla.
Ci cerchiamo noi stessi sempre che usciamo dal nulla e perciò non giungiamo mai alla quiete e alla perfetta contemplazione. Rifùgiati nella verità del tuo nulla e di nulla ti inquieterai, anzi ti umilierai, ti confonderai e perderai di vista la tua propria reputazione e stima.
Che forte baluardo devi trovare in quel nulla! Chi ti può dar pena se ti rifugi in quella fortezza? Perché all’anima che è da se stessa disprezzata, e che nella sua cognizione è nulla, nessuno può fare affronto né ingiuria. L’anima che se ne sta nel suo nulla mantiene il silenzio interiore, vive trasformata nel sommo bene, non desidera niente di tutto il creato, vive sommersa in Dio e rassegnata a qualsiasi tormento [...]. Standosene l’anima quieta nel suo nulla, la perfeziona, l’arricchisce il Signore e dipinge in essa, senza alcun ostacolo, la sua immagine e somiglianza.
Attraverso il cammino del nulla devi giungere a perderti in Dio, che è l’ultimo grado della perfezione; e se così ti saprai perdere, sarai felice, ti guadagnerai e troverai te stesso. In questa officina del nulla si fabbrica la semplicità, si trova il raccoglimento interiore e infuso, si raggiunge la quiete e si deterge il cuore da ogni genere di imperfezione. Quale tesoro scoprirai se stabilirai nel nulla la tua dimora! E se entrerai nel centro del nulla, in nulla ti mescolerai al di fuori (scalino nel quale inciampano infinite anime), ma solo in quelle cose che ti spettano per dovere.
Se te ne stai racchiuso nel nulla, dove non giungono i colpi delle avversità, nulla ti darà pena, nulla ti inquieterà. Di qui devi giungere alla padronanza di te stesso, perché solo nel nulla regna il vero e perfetto dominio. Con lo scudo del nulla vincerai le veementi tentazioni e le terribili suggestioni dell’invidioso nemico.
Sapendo che sei nulla, che non puoi nulla e che nulla vali, abbraccerai con quiete le passive aridità, sopporterai le orribili desolazioni, gli spirituali martiri e gli interiori tormenti. Per mezzo di questo nulla devi morire in te stesso in molti modi, in tutti i tempi e a tutte le ore. E quanto più starai morendo, tanto più ti andrai sprofondando nella tua miseria e bassezza e tanto più il Signore ti andrà elevando e unendo a se stesso.
Chi potrà svegliare l’anima da quel dolce e saporoso sonno, se dorme nel nulla? Di qui giunse David, senza saperlo, al perfetto annichilimento. “Ad nihilum redacrus sum, et nescivi” (Salmo 17). Standotene nel nulla, chiuderai la porta a tutto ciò che non è Dio; ti ritirerai anche da te stesso e andrai verso quella solitudine interiore dove il divino sposo parla al cuore della sua sposa, segnalandole l’alta e divina sapienza. Annègati in quel nulla, e troverai in esso un sacro asilo contro ogni tempesta.
Per questa strada devi tornare al felice stato dell’innocenza che perdettero i nostri primi padri. Per questa porta devi entrare nella terra felice dei viventi, dove troverai il sommo bene, la latitudine della carità, la bellezza della giustizia, la diritta linea dell’equità e rettitudine, e insomma tutta la perfezione. In conclusione, non guardare niente, non desiderare niente, non volere niente, non cercare di sapere niente e la tua anima vivrà del tutto in quiete e godimento. Questa è la strada per raggiungere la purità dell’anima, la perfetta contemplazione e l’interiore pace.
Cammina, cammina per questo sicuro sentiero e cerca di sommergerti in quel nulla, perderti, inabissarti, se vuoi annichilarti, unirti e trasformarti».