Un piccolo regalo natalizio: poesie tratte dal Zenrin Kushu
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Un piccolo regalo natalizio: poesie tratte dal Zenrin Kushu


Poesie tratte dallo Zenrin Kushu, una raccolta zen del XV secolo.

 

Nulla da nessuna parte è nascosto,
dai tempi dei tempi tutto è chiaro
come la luce del giorno.

Non puoi ottenerlo pensandoci;
Non puoi ottenerlo non pensandoci.

Il vento cessa ma ancora piovono fiori.
Un uccello canta:
la montagna si fa ancor più misteriosa.

Noi dormiamo con entrambe le gambe distese, 
Liberi del vero, liberi del falso.

Il vecchio pino stormisce la divina saggezza.
L’uccello nascosto nel bosco canta l’eterna armonia.

Mille erbe piangono le lacrime della rugiada.
Solo un pino mormora nella brezza.

Lui lo incontra ma non sa chi è,
Mi intrattengo con lui ma ignoro il suo nome.
Là dove né luna né sole arrivano,
Là, in verità, quali meravigliosi paesaggi!

Avere una noia, questo è ricevere una grazia;
Essere felici, ciò è stato messo alla prova.

Quando un fiore sboccia, il mondo intero si rivela.

La bocca vorrebbe parlare ma le parole scompaiono.
La mente vorrebbe comprendere ma i pensieri svaniscono.

Arriviamo a mani vuote,
e a mani vuote ce ne andiamo.

Rotondo e perfetto,
come il grande vuoto,
nessun difetto,
nessun eccesso.

Essere consapevoli della mente originale, della natura originale; 
Solo questa è la grande malattia dello Zen!

Una parola determina il mondo intero; 
Una spada pacifica cielo e terra.

Ti spiegherò in dettaglio perchè Bodhidharma giunse in Cina:
ascolta le campane del tempio la sera
ed osserva il sole che declina.

Se incontri un uomo illuminato nella strada, 
Non salutarlo né con parole, né con il silenzio.

Sedendo quietamente, senza fare nulla,
Viene la primavera, e l’erba cresce da sé.
Le montagne azzurre sono da sé montagne azzurre
le bianche nubi sono da sé nuvole bianche.

Come una spada che taglia, ma non può tagliarsi; 
Così un occhio che vede, ma non può vedersi.

Battono le gocce d'acqua sulla foglia di bambù,
ma non sono lacrime;
la tristezza appartiene a colui che le ascolta.

Arrampicati a piedi nudi su una cima di spade.
E immergiti nel fuoco con una pelliccia.

Nessuno bisogno di colline e di ruscelli per una meditazione pacifica.
Quando la coscienza si acquieta il fuoco si rinfresca di sé.

Negli occhi il mormorio della sorgente;
Nelle orecchie, il colore dei monti.

Un fiore sboccia,
È primavera ovunque.

Le oche selvatiche non intendono proiettare il proprio riflesso.
L’acqua non ha intenzione di ricevere la loro immagine.

Una frase dopo l'altra,
e l'attimo è sempre nuovo.

Entrando nella foresta non muove l'erba;
entrando nell'acqua non produce un solo cerchio di superficie.

Non lo trovi se lo cerchi,
non lo trovi se non lo cerchi.

Come le farfalle si posano sui fiori appena sbocciati
Bodhidharma dice,
io non so.

Non c'è nessun luogo dove cercare la mente; 
È come le impronte degli uccelli nel cielo.

Sopra, non un pezzo di tegola per coprire la testa; 
Sotto, non un centimetro di terra per appoggiare un piede.

L'acqua prima, e l'acqua dopo, 
Ora e per sempre fluendo, segua l'una all'altra.

Se non credi, guarda a settembre, guarda a ottobre! 
La caduta delle foglie gialle, precipitando, riempire montagna e fiume.

Montagne e fiumi, la terra intera 
Tutto manifesta apertamente l'essenza di essere.

Salvarsi la vita deve essere dimenticato,
una volta dimenticato, per la prima volta si entra nella pace.

Per dieci anni non sono potuto tornare,
ora ho dimenticato da quale strada sono venuto.