"Qualcosa di sorprendentemente silenzioso" (Haruki Murakami)
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"Qualcosa di sorprendentemente silenzioso" (Haruki Murakami)


In una piccola stazione, dove passano pochi treni. Ne è arrivato uno proprio ora, è quello che ti ha portato lì, il prossimo chissà quando arriverà. Forse – quasi ti viene da pensare – non passerà mai. Ed è lì quella piccola stazione, frequentata - sembra - da nessuno, collocata in un mare di niente, come se fossi in un'ambientazione di un film western. Il film lo hanno finito, ma hanno lasciato lì abbandonata quella piccola stazione.

Potresti essere in una foto di Ghirri o in un quadro di Hopper o in un racconto di Carver o di Celati.

E non c'è nessuno. E c'è un vasto silenzio. Haruki Murakami in un suo romanzo dice: “Le ferrovie sono qualcosa di sorprendentemente silenzioso, quando non ci passa sopra il treno”.

Come se tu fossi in una chiesa quando non c'è alcuna funzione, alcun sgraziato turista, una chiesa appartata, con nulla di particolare valore, tranne quel silenzio ovattato che protegge e da cui ti senti custodito: a volte l'unico luogo ristoratore nelle città.

È quel momento bello in cui il treno che non passa è una benedizione. C'è una panchina. Ti siedi. Non c'è niente da fare. Stai lì. Mentre Biswanger dice che il depresso è abbandonato in una stazione in cui non passano più i treni, capisci invece in quei momenti quanto a volte che qualcosa non succeda è lo spazio più bello in cui sta la tua pacificazione.