"Ottimo sistema di difesa: non farti eguale all'offensore" (Marco Aurelio)
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"Ottimo sistema di difesa: non farti eguale all'offensore" (Marco Aurelio)


Continuiamo a leggere alcuni brani tratti dai Colloqui con se stesso di Marco Aurelio:

"A quale meta dunque tende l'uso ch'io faccio dell'anima mia? Di momento in momento si deve rivolger domanda a se stessi su questo punto e fare in proposito attenta indagine. In questa mia facoltà che comunemente si chiama regale che cosa c'è, in questo momento? E in questo momento l'anima ch'io posseggo di chi è mai? D'un bambino forse? O d'un ragazzo? Forse d'una donnetta? o d'un tiranno? D'un giumento? D'una fiera? [...].
La tua mente sarà in rapporto profondo con le cose che vieni via via pensando. Oh! l'anima si tinge delle immagini che in essa si formano. Per questo tingi l'anima tua con la frequenza di tali pensieri; per esempio: dov'è possibile vivere, in quel luogo anche si può viver secondo un alto ideale. Alla corte è possibile vivere; e allora è possibile vivervi secondo un alto ideale. [...]
Qualcuno commette offesa in qualche cosa contro la mia persona? Se la vedrà; questo signore ha un proprio carattere, una propria energia. In questo momento io posseggo quello di cui la comune natura vuole ch'io sia in possesso. E la mia condotta è quella che la natura in questo momento vuole che sia. [...]
La facoltà regale dell'anima tua non sia scossa dal moto, facile o violento, che ha luogo nella carne e non vi abbia nulla a che fare. [...] Che se poi, in seguito a simpatia reciproca, [...] penetrassero nella facoltà della mente, in tal caso non si deve cercare d'andar contro al sentimento che appartiene all'ordine naturale; ma quella facoltà regale non aggiunga di suo un'opinione circa il bene e il male di quelle passioni. [...]
Se questo fatto non proviene da mia cattiveria; se non si tratta d'azione che proceda da mia cattiveria né d'altra parte non ne riceva danno la comunità umana, perché me ne preoccupo?" (dal Libro V).
"Non ti preoccupare se ti tocca compiere il tuo dovere e intanto freddo o caldo ti tormentano; se la testa ti cade pesante di sonno o se invece hai dormito a sufficienza; se mala voce t'accompagna oppure coro di lodi; se stai affrontando pericolo di morte o sei in qualche altra condizione diversa. Del resto anche questa è una delle azioni che la vita seco comporta, questa appunto, quest'azione per cui si viene a morire. Anche in punto di morte basta dunque che ben si disponga dell'istante presente.[...]
Ottimo sistema di difesa: non farti eguale all'offensore. [...]
Ogni qualvolta ti perturbano nel profondo eventi che intorno ti si addensano, rapido ritorna in te stesso; e più di quanto necessità ti costringe, non t'allontanare da un'ordinata e armoniosa dignità d'azione. Oh! sarai più valente nella scienza del ritmo e dell'armonia se ininterrottamente ad essa ritorni. [...]
Nelle esercitazioni ginnastiche qualcuno, può avvenire, ci graffia, e trasportato dal suo impeto ci dà un colpo sulla testa. Ma non ne facciamo caso, non ci sentiamo offesi, né guardiamo con sospetto la persona, quasi come se ci tendesse insidia. Magari ce ne guardiamo ma non come da un nemico né con sospetto, ma con un riguardo benigno.
Una cosa simile devi cercare anche negli altri momenti della vita. Suvvia, lasciamo correre; c'è molta gente che fa come quelli che si esercitano con noi. Effettivamente ci si può scansare, come dicevo, e non riempirsi di sospetti e non ritenere ognuno un nemico" (dal Libro VI).