La Coltura del Loto
Adattato da un estratto del Yoga Journal
di Donna Farhi Schuster
Marzo 1987
Presto o tardi, può succedere al
più sperimentato dei meditanti. Sono anni che ti siedi a gambe incrociate senza
il minimo problema, ed ecco che, un giorno, nel bel mezzo di un ritiro, uno dei
tuoi ginocchi si mette a dolerti al punto di aver voglia di urlare. Questo, sono
le tue anche, che non hai sciolte con abbastanza cura, e sono le tue povere
ginocchia che cominciano a pagare il reato.
O magari ci vorresti provare, ma semplicemente non ce la
fai a piegare le ginocchia come un bretzel. Dimodoché ti trattieni,
interessata/o, ma non davvero decisa/o a sommetterti alla tortura.
In tale caso, inscriviti al club! Sei solo uno più dei
milioni di occidentali che scoprono che il Padmasana (Postura del Loto) ed altre
posture a gambe incrociate sono tra le posture di yoga quelle più difficili da
padroneggiare. All'opposto dei nostri amici indiani, non siamo stati educati a
sederci per terra, col risultato che le nostre anche si sono adattate alle
sedie.
Per tutta l'infanzia, e sopratutto nell'ambito degli
impieghi sedentari degli adulti, la seduta prolungata su una sedia ha avuto per
effetto di accorciare i muscoli e i legamenti stessi che devono rimanere
flessibili per il Padmasana. Peggio ancora, l'anca è un'articolazione potente
comprendente alcuni dei ligamenti più forti di tutto il corpo, per impedire al
femore di slogarsi. Questa stabilità cagiona una mancanza di mobilità. Per
modificare la struttura dell'anca, e' necessario allenarsi con cura e regolarità
su un periodo lungo. Ma non ti scoraggiare. Anche se non ce la fai a realizzare
il Padmasana, non significa che non avrai diritto ad una rinascita felice !
Non ti forzare nel fare il Padmasana o le altre posture
a gambe incrociate. L'articolazione del ginocchio è molto fragile per via di un
certo numero di cose. Prima di tutto, il ginocchio è una delle più primitive
articolazioni del corpo ed è molto più debole dell'anca. Se sono molto rigide
le tue anche, potresti forzare le ginocchia oltremodo senza pertanto migliorare
la flessibilità delle anche manco di un millimetro. Sono le anche, non le
ginocchia, che devono essere flessibili per la postura del Loto. In secondo
luogo, quando è completamente estesa, l'articolazione del ginocchio non può
girare. Quando la si piega, interviene tuttavia una leggiera rotazione, e questa
può rivelarsi dannosa per i ligamenti, le cartilagini ed il menisco. Il
ginocchio non perdona, una volta ferito, non può mai più essere lo stesso di
prima. Quindi, se senti un dolore acuto al ginocchio, aggiusta la tua postura o
chiedi l'aiuto ad un insegnante competente.
I seguenti esercizi ti aiuteranno a prepararti al
Padmasana. Le estensioni sono più efficienti quando le si fa dopo le posture in
piedi, quando il corpo è riscaldato. Quelli e quelle che sono rigidi dovrebbero
praticare nel pomeriggio, quando sono più flessibili. Comincia per tenere ogni
postura per un minuto, aumentando sino a cinque minuti quando le posture
diventano più facili. Non si dispone sempre né del tempo né della pazienza
per reggere ogni esercizio così a lungo. Perciò suggerisco quel che faccio io:
inspira e espira molto a fondo cinque volte; ciò corrisponde a circa mezzo
minuto. Poi, potrai portare il numero a 10 ed anche di più, ma iniziare piccolo
consente di non scorraggiarsi.
Chi ha avuto ferite al ginocchio o alla caviglia
dovrebbe essere particolarmente attento, qui. Se non ce la fai ad alleviarti
coll'aggiustare la tua postura, dovresti avere sufficiente saggezza per chiedere
aiuto ad un insegante sperimentato. Potresti pure provare altre posture sedute,
tipo il Virasana (Postura del Eroe) o il Siddhasana (Postura del Savio) con i
glutei sollevati su di una coperta salda. Queste posture sono eccellenti per la
meditazione.
Nel corso di tutti queste estensioni, usa il respiro
addominale profondo per aprire il corpo dall'interno. Invece di «provare» a
rilassarti con pressioni sui muscoli durante il corso dell'estensione, va a
prendere il fiato più in fondo nel centro della tua pelvi. Con ciascun respiro,
sentirai le anche allargarsi, ed a ciascun' espirazione, permetterai ai tuoi
muscoli di slittare un pò più sulle ossa. [Così per dire:
questa è un' immagine, perché, dal punto di vista dell'anatomia, i muscoli NON
slittano sulle ossa] Esercitandolo così, piano piano, il corpo accoglierà
la postura e farà progressi rapidi verso la perfezione del Padmasana.
Figura 1.
Affondo I:
Questo movimento estende i legamenti ed i
muscoli rotatori interni della gamba piegata, ed anche i psoas e
l'inguine della gamba distesa.
Siediti col tallone del piede destro allineato
sull'osso pubico. Estendi l'altra gamba dietro di te, colla rotula
sotto. Mantieni il torso rialzato per togliere un pò del peso della
pervi da sopra il femore. Rifare dall'altro canto.
Ma stai attento al cardine lombo-sacrale.
Figura 2.
Affondo II:
Per intensificare l'estensione a mo' di forbici,
allontana il piede dalla coscia finché la gamba superiore e quella
inferiore formino un angolo retto. Mantieni il ginocchio per terra per
stabilizzare l'articolazione, e prova a muovere l'anca destra verso il
suolo.
Rifare dall'altro canto
Figura 3.
Supta Virasana :
(postura
dell' eroe disteso):
Questo allunga i psoas ed i quadricipiti della
coscia, particolarmente sopra al ginocchio.
Siediti in Virasana (postura dell'eroe) colle ginocchia
allineate sulle anche. Tira il centro della pelvi verso il centro delle coscie,
chinati da dietro sui gomiti. A secondo della tua flessibilità, puoi o
sostenere la tua schiena con un cuscino, oppure appoggiare la schiena sul
pavimento e tenere le braccia sollevate sopra la testa. Non cercare di chinarti
se le ginocchia si allarganono o lasciano il pavimento.
Figura 4.
Estensione attraverso l'apertura :
Questo estende i rotatori esterni.
Adagiati sulla schiena con le due ginocchia
ripiegate. Incrocia la gamba destra di modo ché l'esterno del polpaccio
riposi sulla coscia sinistra. Passa la gamba attraverso l'apertura della
gamba destra verso la parte posteriore della coscia sinistra. Intreccia
le mani. Tirando verso di te la coscia sinistra, gira l'anca destra
verso l'esterno ed allontana via da te il ginocchio destro per aprire
l'anca.
Rifa dall'altro canto.
Figura 5
Upavista Konasana II
(Postura seduta ad angolo):
Questo distende i tendini, gli abduttori e
l'inguine ed anche il lato dell'anca e la zona dei glutei.
Siediti colle gambe ben allargate. Gira il torso
in direzione della coscia destra. Distendi e torci la schiena nello
stesso tempo che ti chini sopra la gamba distesa. Apoggia sull'anca
opposta per aumentare l'estensione dal canto di questa anca e del
gluteo.
E' abbastanza ovvio che pochi sono quelli che possono
arrivarci la prima volta. Perciò, ed in particolare per gli uomini, meglio vale
piegare il ginocchio, di modo che si possa afferrare il piede, piuttosto che
mantenere la gamba tesa e tirare senza riuscire a toccare il piede.
L'articolazione si ammorbidirà poco a poco.
Figura 6.
Baddha Konasana
(postura ad angolo legata) [variazione]:
Questo estende gli abduttori ed il lato
dell'anca.
Siediti in Baddha Konasana colle mani
intrecciate attorno ai piedi , tenendo per un minuto. In seguito, rialza
i piedi con un libro o una coperta piegata. Serviti delle braccia per
mantenere la schiena ritta, avanzando il torso verso i piedi. Reggi sino
a cinque minuti. Prova in poi il Baddha Konasana coi piedi sul
pavimento. Ti stupirai di vedere come le ginocchia arrivino più vicino
al suolo.
Figura 7.
Comukhasana
(Postura della faccia di mucca):
Migliora l'elasticità delle anche, delle gambe
e delle caviglie.
Siediti a gambe distese davanti a te (Dandassana).
Sollevando il culo, ripiega indietro il ginocchio destro e siediti sul
piede destro. Se ti risulta troppo difficile, piega una coperta e
mettila tra il gluteo ed il tallone. Poi ripiega la gamba sinistra sopra
quella destra, dimodoché le ginocchia posino l'una sull'altra e che il
piede sinistro sia rivoltato per di sotto. Metti le mani sulla coscia e
premi le ginocchia saldamente l'una contro l'altra. Rifare, invertendo
l'incrocio delle gambe.
Figura 8.
Supta Padangusthasana
(Estensione delle gambe in posizione coricata)
[variazione]:
Questo estende i rotatori laterali ed i psoas
della gamba distesa.
Sdraiati di piatto sulla schiena colle gambe
distese ritte. Piega il ginocchio sinistro e, reggendo il piede con
ambedue le mani, tira il ginocchio verso il suolo vicino alla gabbia
toracica. Mantieni la coscia destra al suolo per quanto più tempo sia
possibile.
Rifa coll'altra gamba.
Figura 9.
Janu Sirsasana
(Postura testa alle ginocchia):
Questo distende i rotatori laterali, i polpacci
e gli abduttori.
Siediti in Dandasana. Piega il ginocchio
sinistro e tira la gamba verso l'alto e sul lato. Effettua la rotazione
maggiore possibile della coscia sinistra. Gira il torso verso l'alluce
della gamba distesa, e ruota verso il davanti a partire delle anche,
piegandoti in avanti sulla gamba destra. Poi, inverti i movimenti
sull'altra gamba.
Stesso commento che alla figura 5. Piegare il ginocchio, di
modo che si possa acchiappare il piede, piuttosto che mantenere la gamba tesa e
tirare senza riuscire a toccare il piede. L'articolazione si ammorbidirà poco a
poco.
Figura 10.
Estensione del sartorio grande
Estende i rotatori laterali.
Siediti alla turca, gambe semplicemente
incrociate. Poi, allontana il piedi dall'inguine finché le gambe
formino angoli retti. Sempre mantenendo questa posizione, chinati in
avanti, mantenendo però la schiena ritta finché senti una forte
estensione all'interno delle anche. Ripeti invertendo le gambe.
Figura 11.
Estensione a culla:
Questo estende i rotatori laterali e gli
abduttori.
Siediti in Dandasana.. Piega il ginocchio
sinistro e volta la gamba verso l'interno. Sistema la pianta del piede
nella piega del gomito destro. Giungi le mani. Muovi piano piano l'anca
d'avanti indietro, eseguendo nello stesso tempo una rotazione dell'anca
verso l'esterno. Per forzare l'intensità dell'estensione, continua ad
allontanare dal suolo il piede sinistro finché la gamba formi un angolo
retto. Passa alla postura seguente prima di ripetere l'esercizio
sull'altra gamba.
Figura 12.
Ardha Baddha Padma Paschimoi Tanasana
(Flessione seduta a mezzo loto)
A partire dell'estensione a culla, sistema la
caviglia sulla coscia destra dimodoché il tallone prema contro il basso
ventre (vedi figure A & B). Se non ce la fai a tirare il tallone sul
basso ventre, sistema la caviglia più in basso sulla coscia. Sostieni
il ginocchio con una coperta piegata se non va sino al suolo. Col
sostenere il ginocchio così, consenti ai muscoli di rilassarsi
gradualmente. Verso della fine dell'esecuzione, togli la bietta -- ti
stupirai della facilità con la quale il ginocchio arriva sino al suolo.
Stessa indicazione della figura 5. Benché molto meno
facile rispetto alla figura 9, prova a piegare il ginocchio, di modo che si
possa acchiappare il piede, piuttosto che mantenere la gamba tesa e tirare senza
riuscire a toccare il piede. Altrimenti, fai come puoi. L'articolazione si
ammorbidirà poco a poco.
Figura 13.
Figura A : bene
Figura B : scorretto
Per il Padmasana, quando si tira il piede sulla coscia,
bisogna reggerlo all'altezza della tibia e della caviglia, e non dal disopra del
piede. Mantieni la caviglia piegata (figura A) per evitare la supinazione
(figura B). Una volta appoggiata la caviglia sulla coscia, si può rilassare il
piede. La supinazione può ammaccare i legamenti e la cartilagine laterale dal
ginocchio, e ciò può causare ferite a queste strutture delicate. Ad ogni modo,
NON FORZARE. Checché ti si dica, cambia posizione, piuttosto che sopportare il
dolore. Non si tratta di un concorso di masochismo.
Figura 14.
Siddhasana
(Postura del saggio)
Il siddhasana è relativamente facile da
praticare, e consente un eccellente riscaldamento per il Padmasana. Lo
si può anche adoperare come alternativa a quest' ultimo. Riporta il
tallone sinistro in linea coll'osso pubico. Sistema la caviglia sinistra
sopra la destra, colle dita del piede sinistro tra la coscia ed il
polpaccio della gamba destra. Siediti col peso insediato sugli ossi
ischiatici (quelli su dei quali si è seduti)). Se la parte bassa della
schiena s'arrotonda, solleva le nattiche cogli angoli ripiegati di una
coperta. Stai seduto/a per cinque minuti. Dopodiché, interverti
l'incrocio delle gambe.
Figura 15.
Padmasana
(Piena postura del Loto)
Siediti in Dandasana, usando un tappeto ben
piegato per sollevare le anche. Tenendo la schiena ben ritta, mantieni
la gamba destra nella postura dell'estensione a culla (figura 11).
Estendi l'interno della caviglia destra mentre fai pivotare l'anca
destra verso l'esterno. Col piede, flesso per impedire la rotazione
delle giunture del ginocchio e della caviglia, sistema il piede destro
sopra la coscia sinistra.
La pianta del piede dovrebbe venir diretta di
lato, invece che verso il soffitto, e dovrebbe incalzare piano piano sul
basso ventre. Una volta sistemata la caviglia sulla coscia, la puoi
rilasciare. Ora, piega il ginocchio sinistro ed incrocia la gamba
sinistra davanti a te. Acchiappa la parte bassa della tibia della gamba
sinistra e sollevala piano piano sopra la coscia destra per completare
la postura. (Figura 15) Il ginocchio sinistro si troverà leggermente al
di sopra del suolo. Se necessario, sostienilo con una coperta ripiegata.
Siediti col centro del diaframma equilibrato al
di sopra del centro della pelvi dimodoché il respiro sia libero. Col
mantenere l'altezza e la larghezza dello sterno e della gabbia toracica,
poni le mani sulle ginocchia, palme in alto. Comincia col mantenere la
postura per brevi periodi, aumentando la tenuta man mano che
s'ammorbidiscono le anche. Interverti l'incrocio dell gambe, e pratica
dall'altro lato.
Figura 16.
Non disperare se non ce la fai a sollevare la
seconda gamba sino alla posizione piena. Vai avanti cogli esercizi
preparatori di ammorbidimento, e prova a praticare nella postura del
mezzo-loto (una gamba in pieno loto, e l'altra incrociata di sotto, da
sarto--vedi fig. 16) Aumenta progressivamente la lunghezza della tenuta
in mezzo loto col sentire che le anche divengono sempre più flessibili.
Quanto per il Siddhasana, il mezzo può essere utilizzato per la
meditazione tal quale. Assicurati semplicemente di alternare le gambe da
una sessione all'altra, al fine di correggere lo squilibrio inerente
alla postura.
Praticando Padmasana, ricordati che il
corpo e l'asana si devono incontrare a loro proprio modo e momento. Se infliggi
l'asana al corpo, potresti indurre una dicotomia tra quel che credi che
"dovrebbe" essere il corpo e quel che realmente è.Il corpo allora
diventerebbe un nemico da conquistare invece di un compagno di strada.
Abbandonando le tue idee preconcette e le tue immagini sul sino dove devi
andare, ti liberi per poter esplorare l'asana al momento presente, con tutta
l'attenzione che un amante potrebbe dare alla sua amata . Praticando con un
affetto sincero, lascia la postura diventare un viaggio, invece di una
destinazione. Allora, anche una postura difficile quanto il Padmasana diventerà
piacevole. (ritorno all'inizio della pagina)
Donna Farhi Schuster è un insegnante Iyengar
certificata, ed anche un'insegnante di rieducazione motoria del corpo nella zona
della Baia di San Francisco.