"Come va?" (Lin-chi)
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"Come va?" (Lin-chi)


Continuiamo a leggere dal Lin-chi-lu:

"Un giorno Lin-chi andò a Ho-fu. Il consigliere Wang, governatore della provincia, pregò il Maestro di parlare. In quel momento Ma-yu si fece avanti e chiese: «Il Grande Compassionevole ha mille mani e mille occhi. Qual è il vero occhio?».
Il Maestro disse: «Il Grande Compassionevole ha mille mani e mille occhi. Quale è il vero occhio? Parla, parla!». Ma-yu tirò giù dal seggio il Maestro e si sedette al suo posto. Il Maestro tornò su se stesso e disse: «Come va?». Ma-yu esitò. Il Maestro a sua volta tirò giù dal seggio Ma-yu e si sedette. Ma-yu uscì e il Maestro scese" (cap. II).

Anche in questa occasione abbiamo sempre il consigliere Wang che chiede a Lin-chi di parlare. Probabilmente Lin-chi si siede sul seggio, ma non apre bocca. E allora Ma-yu gli pone una domanda. Ma anche in questa occasione Lin-chi non risponde. Questa volta la questione è intorno alla vera mente (occhio è uno dei simboli che non raramente viene usato per indicarla). Qual è il vero occhio? Ossia: qual è la vera mente? cos'è?
Lin-chi rifà la stessa domanda a Ma-yu. Fa parte dell'armamentario classico del maestro zen rispondere a una domanda riproponendola al proprio interlocutore. Esistono infiniti casi di questo tipo nella storia dello zen. Ma è ovvio che la domanda posta da Ma-yu non ha lo stesso significato di quella di Lin-chi. Le parole sono le stesse, ma indicano qualcosa di diverso. Da una parte una questione filosofica, dall'altra l'uscita dall'argomentare concettuale ("Parla, parla!").
Ma-yu sembra cogliere il punto. Pone termine alle sue questioni metafisiche con un gesto che spezza la situazione: tira giù Lin-chi dal seggio e si mette al suo posto. È un gesto che rivela una realizzazione da parte di Ma-yu? Lin-chi, con la sua domanda ("Come va?") verifica la presunta realizzazione di Ma-yu. Come va? Ovvero: cosa è successo? cosa è cambiato? c'è ora una differenza rispetto alla situazione precedente? Io sono qui giù, tu sei là. Come ti senti? ti senti come qualcuno che è sopra a un altro, che gli è diverso? il tuo stare sul seggio del maestro ha in qualche modo modificato la percezione che hai di te stesso? trovi in te un essenza che sia cambiata? cioè: sei vuoto o c'è qualcosa, un piccolo Ma-yu dentro di te, di cui tu possa dire: prima era così, ora è colà?
Ma-yu esita. Evidentemente coglie la laconica ridondanza della domanda di Lin-chi, ma non ci si ritrova. Nulla è cambiato, tutto è solo puro teatro in questa scena, ma Ma-yu esita, non è pienamente libero dalle rappresentazioni mondane, non è completamente affrancato dall'auto-rappresentarsi in qualche modo. È avvenuto un cambiamento in lui, là dove non doveva accadere nulla, perché nei fatti - essenzialmente - nulla era mutato. Ma-yu e Lin-chi: nessun seggio, nessun alto o basso, nessun due. Ma-yu fallisce, dunque Lin-chi lo ritira già e riprende il suo posto. Come dire: allora non ti meriti di stare lì. Ma-yu esce, imbarazzato per il suo fallimento e allora Lin-chi può scendere dal suo posto. Era solo teatro. Il seggio è vuoto.