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"Bisogna capire la dualità" (Jiddu Krishnamurti)
"Qualsiasi conflitto, che sia fisico, psicologico o intellettuale, è uno spreco di energia. È straordinariamente difficile rendersene conto e liberarsi da ogni conflitto, perché quasi tutti noi siamo stati educati a lottare, a fare sforzi. Questa è la prima cosa che ci insegnano a scuola: fare sforzi. Così continuiamo a lottare e a sforzarci per tutta la vita. Per essere buoni è necessario lottare; bisogna combattere il male, bisogna essere capaci di resistere, di controllarsi. Così, in qualsiasi campo, da quello dell'educazione a quello sociologico o religioso, agli esseri umani si insegna a lottare. Vi dicono che per trovare Dio dovete lavorare, dovete sottoporvi a una disciplina, dovere praticare degli esercizi, dovete torturare la vostra anima, tormentare la vostra mente e il vostro corpo; dovete rifiutare, reprimere; non dovete guardare certe cose; dovete lottare, lottare sempre per ottenere qualcosa al cosiddetto livello spirituale, che in realtà non è affatto spirituale! [...] ...In qualunque direzione ci muoviamo, noi non facciamo altro che sprecare energia. E questo spreco di energia è fondamentalmente conflitto [...]. Quando si è creata una dualità, il conflitto diventa inevitabile. Allora bisogna capire la dualità, come si produce e come funziona. [...] È quando facciamo uno sforzo per separare l'idea dal fatto che sprechiamo energia" (p. 173). Anche nella pratica. C'è spesso questa dualità, la dualità tra ciò che sento e ciò che vorrei sentire, tra ciò che sono e ciò che vorrei diventare. E la pratica per me diventa dunque quella speranza di traghettarmi da una riva all'altra. È allora una pratica all'insegna dello sforzo, della violenza, del non crollo, della non immersione nel sentito, è una pratica che non sa di fiducia, di gentilezza con me stesso, di amore per ciò che è. Se cerco qualcosa nella pratica, diventa una tecnica.
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