"Nessun desiderio di cambiare, di crescere o di diventare" (Jean Klein)
la meditazione come via
tra vipassana e zazen




 

home

presentazione

meditare

le lezioni

buddhismo

zen

tantra

gli esercizi

testi

poesie

bibliografia

insegnante

dizionario zen

stampa

cerca nel sito

email

seminari

newsletter


 


 

"Nessun desiderio di cambiare, di crescere o di diventare" (Jean Klein)


Terminiamo oggi di leggere alcuni brani tratti dal testo di Jean Klein, Chi sono io?:

"Dobbiamo accettare i fatti come essi si presentano, senza giudicarli gradevoli o sgradevoli e senza trarre conclusioni. Non si tratta di un'accettazione di tipo mentale, di accettare delle idee, ma di un atteggiamento del tutto pratico e funzionale. Esso richiede soltanto attenzione. E l'attenzione deve essere di natura bipolare. Noi guardiamo la situazione e al tempo stesso osserviamo gli echi che essa desta dentro di noi sul piano del sentire e su quello dei pensieri. [...] Restiamo allora [...] liberi dal giudizio, dall'interpretazione e dalla valutazione, limitandoci a guardare [...]. In tal modo non c'è alcuna interferenza di un «io», nessun desiderio di cambiare, di crescere o di diventare. Un0accettazione funzionale non è «morale». Qui non c'è bisogno di optare per un nuovo modo di vivere, il che, inevitabilmente, diventerebbe un sistema come un altro. [...] In questo modo diventiamo più intimi con noi stessi, [...] si presenta automaticamente un vero ascolto, e nell'ascolto vi è apertura, recettività. L'esplorazione non diventa mai una fissazione con un fine da raggiungere. Essa resta come una specie di «benvenuto», [...] in ogni momento. [...]
Tutti i tentativi di cambiare noi stessi sono basati su un'interpretazione [...], ma quando non vi è nulla da interpretare, [...] l'enfasi cade naturalmente sullo stesso prendere nota. [...] L'osservazione ha in se stessa il proprio gusto [...]. È l'apertura, il benvenuto, e questo è il nostro essere naturale. [...]
Quando scompare l'abitudine di essere qualcuno che sta facendo qualcosa, resta soltanto un'attenzione nuda [...]. La mente ritrova la sua sensitività naturale e la sua flessibilità, e al tempo stesso ci sentiamo liberi nel rapporto con ciò che ci circonda. [...]
Prima di tutto dia il benvenuto a tutto ciò che pensa di essere. Quando lei ha pienamente gradito tutto ciò che ha preso per se stesso, di colpo si troverà nell'apertura e si renderà conto che questa è la sua vera natura [...].
Vivete sempre più intimamente con voi stessi. L'ascolto è amore. [...]
Vi sono diversi strati in cui risentiamo normalmente una sensazione o una percezione. Quando alimentiamo un'osservazione priva di conclusioni, la sensazione si espande e affiorano gli strati più profondi, liberi dalle tensioni. Questa espansione non può essere prodotta. Il suo magnete è il benvenuto. Il pieno dispiegarsi dell'oggetto ha luogo quando lei presta sempre più ascolto al benvenuto e sempre meno alla sensazione, all'oggetto. Alla fine lei sente che si crea un improvviso trasferimento in cui i residui dell'accento posto sull'oggetto svaniscono nel guardare, nell'attenzione, nell'apertura. È una sorta di espansione in cui il così detto oggetto è assorbito nella consapevolezza. [...]
Non vi è nulla da realizzare. [...] Qui non vi è destinazione [...]. Sia semplicemente aperto a ogni percezione. Le cose appaiono in questa apertura, puntano verso l'apertura e svaniscono nell'apertura. Non vi è attaccamento né identificazione. Vi è soltanto l'accadere. Tutto ciò che appare punta verso la sua vera natura" (pp. 29-38).