A quale riva vorresti traghettarti, oh cuore mio? (Kabir)
la meditazione come via
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A quale riva vorresti traghettarti, oh cuore mio? (Kabīr)


Una poesia del famoso poeta mistico indiano del XV secolo, discepolo dell'asceta Rāmānanda:
 

A quale riva vorresti traghettarti,
oh cuore mio? Nessuno è in viaggio,
davanti a te, non c'è alcuna strada.
Dov'è il movimento,
dov'è la quiete su quella riva?
Non c'è acqua. Né c'è barca
né c'è barcaiolo.
Non c'è fune a sufficienza per alare
la barca, né c'è un uomo che la tiri.
Né terra, né cielo, né tempo
né altro, là. Né riva né guado!

Là non vi sono né corpo né mente.
E dov'è il luogo che spegnerà la sete dell'anima?
Non troverai nulla in quel vuoto.

Sii forte, entra nel tuo stesso corpo;
poiché là lo sgabello è ben saldo.
Valuta bene tutto ciò, o cuore mio!
Non andare altrove.

Kabīr dice: "Abbandona ogni fantasia
e rimani fermo in ciò che sei".