Due detti di Joshu
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Due detti di Joshu

Abbiamo letto due detti del maestro Joshu, un maestro zen molto famoso vissuto tra l’ottavo e il nono secolo:

“Un monaco chiese: «Perchè non posso vedere la verità?».
Joshu disse: «Non è che la verità non sia qui; è solo che tu non la sai vedere”.
Il monaco disse: «Cos’è, allora?».
Joshu disse: «Perdere la verità»”.

“Un monaco chiese: «Ho intenzione di andare a sud per studiare il Buddhismo. Cosa ne pensate?».
Joshu disse: «Andando a sud, quando vedi un posto in cui c’è il Buddha, vattene subito; quando vedi un posto in cui non c’è il Buddha, non trattenerti”.
Il monaco disse: «Ma questo significa che non c’è nulla su cui posso basarmi».
Joshu disse: «Le foglie del salice. Le foglie del salice»”.

Questi detti sono entrambi volti all'eliminazione dell'atteggiamento dualistico. Ricordiamo che dualistica è quella mente per la quale vi è una frattura netta tra soggetto e oggetto. Quella mente ad esempio che intende la verità come un 'qualcosa' da cercare, da vedere davanti a sè: appunto una oggettivazione del concetto di verità. Ma la verità, risponde Joshu, non è qualcosa che è qui o là, è in una situazione piuttosto che in un'altra. La verità consiste semplicemente nell'essere nella situazione nella quale si è, riconoscendola nella sua incontrovertibile presenza, fruendone attraverso l'eliminazione di tutto ciò che si interpone tra noi ed essa. Per questo va abbandonato ('lasciare la presa' diciamo spesso) lo stupido desiderio di cercare la verità. Cercare è dualismo. Ma anche arroccarci nelle nostre quattro pretese verità (rispetto ad un resto che riteniamo esserne al di fuori) è similmente dualismo. Se si perde tutto questo, se si perde la verità intesa in questo senso, la si scopre. Era sempre lì: eravamo noi ad essere altrove. Lo capiamo anche durante la pratica: cosa c'è di più semplice, stupido, banale della respirazione? Eppure una volta centrati su essa, com'è tutto chiaro, come sa tutto di verità!
Nel secondo detto, il monaco in questione cerca, ancora attraverso un pensiero dualistico, un luogo dove poter ascoltare lezioni sul buddhismo. Anche questo è accattonaggio: vado ad ascoltare il tal maestro, leggo l'ultimo libro pubblicato, mi iscrivo al corso a la page... È un goffo tentativo di cercare punti fermi, consolazioni patetiche, balsami per i nostri cinque minuti di oblio. Joshu risponde sbaragliando qualsiasi frattura mentale: se pensi che da qualche parte ci sia il Buddha (e ciò a scapito del resto), allora la tua mente è divisa; se non riesci a vedere che già qui, già davanti a te, c'è il Buddha, allora la tua mente è divisa. Ogni tentativo di ricerca della verità naufraga inesorabilmente: 'non c'è nulla su cui posso basarmi'. Ecco qui la verità, la buddhità. Su cosa si basano le foglie del salice? Su nulla: prima sono sul ramo; poi cadono; dopo sono spazzate dal vento. Sono in uno stato di abbandono e dunque fluiscono con la verità, o meglio nella verità. Non ci sono problemi in loro: il problema te lo sei creato da solo e quindi pretendi di risolverlo. Ma è il problema stesso che è da rigettare.