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Oltre il possesso (Elizabeth Jennings)

 


Oltre il possesso (Elizabeth Jennings)


Le nostre immagini recedono, la rosa ritorna
ciò che era prima che noi la guardassimo.
Togliamo lo sguardo da dove l’acqua scorre
ed è di nuovo un puro fiume, non scriviamo
nessun emblema sugli alberi. Un modo di vivere
comincia
dove non c'è bisogno di schiacciare
i petali per avere il profumo della rosa
o di marcare i nostri lineamenti là dove l’acqua scorre.

Ogni cosa è se stessa. Ogni uomo interamente sé,
non strappa da sé neanche il pensiero, né
porta una cocciutaggine istruita a gravare
sulla rosa, sull'acqua. Ognuno ha restituito
all'acqua la sua essenza, al fiore la sua,
finché è aggiogato al proprio cuore e spinto
al centro ove trovare una specie privata di pace
e non una mente che riflette il proprio volto.

Ma deve andare più a fondo, deve giungere a un amore
dove il pensiero è libero di lasciar viaggiare l'acqua,
è prodigo con la rosa dandole la vita
e mette persino la propria ombra da parte;
fino a che fiore e acqua si fondono con la libertà della
passione che non li rinchiude e non occulta
le loro nature più profonde; ma il cuore è tanto forte
da battere con rosa e fiume in un solo canto.