Curvo sul molo di Brighton.
Osservo le onde salire e ricadere
E ciascuna è prodotta dall'altra.
Su questa vedo improvvisamente danzare
Una spuma d'acqua biancoazzurra
Felicemente e senza scopo sul mare indifferenziato.
Nella forma, nelle dimensioni e nel colore
Ha una sua bellezza. Muore, dissolve
La sua umidità, il suo colore biancoazzurro,
Tutto il suo sé è ritornato
Alla vastità indifferenziata.
Che cosa l'ha fatta così,
Quale mescolanza di marea lunare e spinta oceanica,
E nomade cielo ventoso ha forgiato una volta
Con incertezza fusa di potere
Quella piccola onda accesa di sole su un mare danzante?
E io, che meditando osservo,
Da dove provengo io?
Un milione di momenti, nati da Nulla,
E tale essendo, proprio questo io sono.
Ma chi è che parla così?
Che insieme guarda chi osserva e il mare?
Costui conosce nome e forma della piccola onda;
Contento e felicemente diffuso
Sa che egli stesso non è una cosa separata.
Allora da dove viene il mare?
Non importa; nella mente liberata
Non c'è nessuna onda che danza in nessun mare!
Nessun Sé per dire a nessun sé che non sarà!
Solo il molo danzante, l'onda felice e me!