Dal Sutra di Hui Neng - 3
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Dal Sutra di Hui Neng - 3


Altri brani tratti dal sutra del Sesto patriarca Hui Neng:

"Nel nostro sistema di meditazione, non ci fissiamo né sulla mente (in contrapposizione all'Essenza della Mente) né sulla purezza. E neppure approviamo la non-attività. Per ciò che riguarda il fissarsi sulla mente, la mente è fondamentalmente illusoria; e quando capiamo che è solo un fantasma non c'è bisogno di fissarsi su di essa. [...] Se indirizziamo la nostra mente a fissarsi sulla purezza, stiamo solo creando un'altra illusione, l'illusione della purezza. [...] La purezza non ha forma né aspetto; ma alcuni vanno così lontano da inventare la 'forma della purezza', e la considerano un problema da risolvere. [...] Queste persone sono dominate dalla purezza, e quindi la loro Essenza della Mente è oscurata".

Una mente contrapposta all'essenza della mente, nella pratica meditativa, ha come premessa e naturale conclusione il dualismo. Non c'è alcuna mente da traghettare verso la purezza; non c'è nessuna purezza intesa come inattività della mente. Fissarsi sulla mente è concentrarsi su qualcosa di inafferrabile, di non fermo per definizione, di non esistente come entità a sé stante. Fissarsi sulla purezza è mancanza di naturalezza, è invenzione di ciò che non esiste, che non è, che è senza "forma né aspetto".

"Coloro che si addestrano per giungere alla 'serenità', nel loro contatto con ogni tipo di uomini devono ignorare gli errori degli altri. Devono essere indifferenti ai meriti e ai demeriti, al bene o al male degli altri [...] Un uomo non illuminato [...] non appena apre bocca, critica gli altri, parla dei loro meriti o demeriti, capacità o debolezze, bene o male, e così devia dal giusto cammino. D'altra parte, anche fissarsi sulla propria mente o sulla purezza è una pietra in cui si inciampa nel Sentiero.
[...] La nostra Essenza della Mente è intrinsecamente pura, e la ragione per cui siamo turbati è che ci lasciamo trasportare dalle circostanze in cui ci troviamo" (dal cap. V).

"La nostra mente è in uno stato così assolutamente libero da non attaccarsi a nulla e non interessarsi né al bene né al male. [...] Quando la nostra mente non si attacca né al bene né al male, dobbiamo fare attenzione che non si fissi sulla vacuità, o che non rimanga in uno stato di inerzia"

Appunto: uscire dalla gabbia del dualismo bene-male non è bloccarsi in un'assenza di contenuti. È uno stato di libertà, in cui tutto fluisce, lasciato al suo darsi, non chiuso in una fissità.

"[...] All'interno, dobbiamo controllare la nostra mente; all'esterno dobbiamo essere rispettosi verso gli altri: questo è il modo di prendere rifugio dentro se stessi.
[...] Prendere rifugio in se stessi significa fare costantemente attenzione ai propri errori, e astenersi dal criticare i meriti o le colpe degli altri. Chi è umile e mite in tutte le occasioni ed è gentile verso chiunque, ha interamente realizzato la propria Essenza della Mente.
[...] Facciamo in modo che i nostri pensieri siano di momento in momento chiari e sinceri, e osserviamo di fronte a noi la nostra Essenza della Mente. Il bene e il male sono opposti l'uno all'altro, ma la loro quintessenza non può essere dualistica. Questa natura non-dualistica è detta la vera natura che non può essere né contaminata dal male né intaccata dal bene.
[...] Quando ci esponiamo alla più piccola particolarizzazione o discriminazione, la trasformazione ha luogo; altrimenti tutte le cose rimangono vuote come lo spazio, come sono intrinsecamente. Fissando la nostra mente sulle cose malvagie, sorge l'inferno. Fissando la nostra mente sulle azioni buone, appare il paradiso" (dal cap. VI).

Tutto è vuoto nella sua natura. Appena mi fisso, frammento, blocco, definisco. Creo il dualismo, la divisione, il bene e il male. Se invece lascio la presa...