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"Occuparsi continuamente di sé" (Hermann Hesse)
Una pratica che è concentrazione su di sé è una deriva psicologistica che è la continua reificazione della centralità
dell'io.
Come scrive Hermann Hesse: “Nulla è più pericoloso e mortale per l’anima che occuparsi continuamente di sé e
della propria condizione”.
Se la pratica è una pratica amorosa e se, nelle parole di Eric Baret, “Amare è donare la libertà”, allora non si tratta
di un esercizio di perpetuazione nella prigionia dei miei personalissimi moti interiori vissuti come la bussola del mio
lavoro intimo e la pagella finale dei suoi esiti ultimi, essendo invece uno spazio libero rispetto a tutto questo.
Allora mi libero appunto e soprattutto da una pratica all'insegna di ottenimenti fantasiosi finali, di fuga da quello
che accade. Insomma: la pratica è la fine del giudicarmi a seconda degli accadimenti nel mio animo, è la fine del
direzionarmi verso la tal condizione rispetto alla tal'altra.
"La pace non è la quiete, è piuttosto l’accoglienza dell’irrequietezza" (Chandra Livia Candiani).
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