"Tre cose nella vita sono distruttive" (Anselm Grün)
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"Tre cose nella vita sono distruttive" (Anselm Grün)


Giovedì abbiamo continuato a leggere da Il libro dell'arte della vita di Anselm Grün:

"«Tre cose nella vita sono distruttive: l'ira, l'avidità e la presunzione». Questa verità è stata formulata da Maometto. [...] Le tre cose che Maometto vede come distruttrici dell'esistenza corrispondono alle tre parti dell'anima, da cui derivano nove vizi capitali, secondo quanto descritto nel IV secolo da Evagrio Pontico, il più significativo tra i monaci cristiani autori di trattati. Rifacendosi alla filosofia greca, Evagrio distingue tre parti dell'anima umana: la parte concupiscibile, la parte irascibile e la parte razionale. E a ognuna fa corrispondere tre passioni, che inizialmente sono prive di una connotazione positiva o negativa, ma che si possono anche trasformare in vizi, se l'essere umano non si rapporta ad esse in modo consapevole e attento.
La parte concupiscibile di cui parla Evagrio corrisponde nell'analisi di Maometto all'avidità. L'avidità può esprimersi nei confronti del cibo (gola), della sessualità (fornicazione) e del possesso di beni materiali (avarizia). Chi è avido non può godere né del cibo, né della sessualità, né dei beni materiali. Deve ingurgitare sempre più cibo per nascondere il suo vuoto interiore. Ha bisogno di contatti sessuali sempre nuovi per poter avvertire un po' di vitalità nel suo gelo emotivo. E viene posseduto dal possesso dei beni materiali. Non riesce a riposarsi, ma viene spinto ad accaparrare sempre di più, invece di godersi quello che ha e di rallegrarsene.
Nella parte irascibile Evagrio distingue tra tristezza, collera e accidia (apatia, pigrizia). Ma tutti e tre questi atteggiamenti sbagliati hanno a che fare con la collera repressa. L'aggressività [...] se continuo a mandarla giù, si trasforma o in depressione (tristezza, autocommiserazione) o in rancore e amarezza, oppure non mi permette di raggiungere la quiete (accidia). Mi trascina qua e là [...].
In ambito razionale, Evagrio cita tre pericoli per l'essere umano: la vanagloria, l'invidia e la superbia. Maometto riassume questi tre vizi in quello della presunzione. Chi si sopravvaluta, vive senza consapevolezza di se stessi, distruggendosi. Si rifiuta di guardare in faccia la propria realtà e di accettarla. La presunzione avrà come conseguenza il fatto che egli prima o poi cadrà dal piedistallo dell'immagine troppo elevata di sé e rovinerà a terra" (pp. 21-23).

Ricordiamo che i tre inquinanti fondamentali per il buddhismo sono la brama, l'ira e l'ignoranza. La brama naturalmente corrisponde all'avidità di cui parla Maometto nell'hadit citato; l'ignoranza la possiamo associare alla presunzione, essendo quest'ultima prodotta da una condizione di ignoranza riguardo alla propria persona.

Ognuno di noi si è scelto un esercizio e lo si è praticato per tutto il tempo della lezione.

Lunedì abbiamo continuato a leggere qualcosa dal classico Lin-chi-lu (clicca qui).

Questa è l'ultima lezione prima dell'estate. Riprenderemo intorno a metà settembre.