"Non ci sono modelli di comportamento" (Bernie Glassman)
"Non ci sono modelli di comportamento" (Bernie Glassman)
Continuiamo a trarre brani da Cerchio infinito - La via buddhista
all'illuminazione di Bernie Glassman. Ricordiamo che ci stiamo concentrando
sulla prima parte del
testo, la quale è un commento al Sutra del Cuore.
"Nelle relazioni, quando entrambi comprendiamo veramente che
siamo un Unico Corpo, giungiamo alla possibilità di non pensarci più, di esserlo
e basta. Facciamo l'esempio del bambino e della madre. Per un certo periodo essi
sono, letteralmente, un unico corpo. Quando il bambino piange o ha bisogno di
qualcosa, viene immediatamente curato dalla madre, senza alcuna separazione tra
i due. Questa è vera prajna. È anche puro amore. [...] Ora immaginate di agire
davvero come se ogni cosa fosse il vostro bambino, come se non fossimo separati
da nessuna cosa.
[...] L'Unico Corpo non è che ciò che accade e insieme la nostra immediata
risposta a ciò che accade. [...] Cosa fate? Dipende dalla situazione. [...] Non
ci sono modelli di comportamento. Essendo un unico corpo, fate quel che è
necessario. [...] Il punto è agire immediatamente, senza mediazioni,
perché si tratta di un unico corpo. Non dobbiamo creare un insieme di modelli di
comportamento per prendere delle decisioni. La realizzazione dell'Unico Corpo ci
aiuta ad agire immediatamente e appropriatamente. Rispondere in modo appropriato
non è un giudizio o una decisione di qualcun altro; significa che ci rapportiamo
alle cose meglio che possiamo.
[...] Realizzare l'Unico Corpo significa semplicemente non starsene più seduti
cercando di immaginare come risolvere il problema. Agite, fate qualcosa! Non ci
sono utopie. Quando raggiungiamo l'illuminazione, accettiamo il samsara così
com'è e agiamo immediatamente nel samsara. Questo è il Nirvana. Non esiste altro
Nirvana all'infuori di questo.
La realtà è ciò che accade proprio qui, proprio ora. Le cose accadono, si
muovono, cambiano. Non possiamo fissarle con un'istantanea. Ecco a cosa si
riducono tutti i nostri concetti e le nostre idee: a un mucchio di istantanee.
Dobbiamo comprenderlo immediatamente. Questo è lo stato di vacuità, mentre le
istantanee costituiscono il mondo della forma. E il Sutra del cuore,
ancora una volta, afferma che questi due mondi sono lo stesso mondo" (Dal Cap.
IV).
"Non è sofferenza, né causa o fine della sofferenza;
Non è sentiero ...
[...] Quando si parla di mettere fine alla sofferenza, non si
intende che dolore e sofferenza finiscano, ma che, diventando tutt'uno con la
sofferenza, non esiste più separazione. Non c'è soggetto che soffre e oggetto di
cui si soffre. In questo senso la sofferenza è svanita.
La sofferenza egocentrica, che è fondamentalmente nevrotica, va distinta dalla
sofferenza non egocentrica. A causa dell'attaccamento al concetto di sé, nasce
la sofferenza egocentrica, che tende a renderci inattivi, a farci rinchiudere in
noi stessi, a contrarci in una sorta di morte. Quando lasciamo andare il sé,
sperimentiamo una sofferenza non egocentrica. [...]
Quando il sé è presente ci contraiamo; quando il sé è assente ci espandiamo.
Riprendiamo l'esempio della persona colpita da una freccia. Nel caso della
sofferenza egocentrica la risposta è l'irrigidimento: «Perché è accaduto a me?
Cosa farò? Ho una freccia conficcata nella carne!». La sofferenza egocentrica
non entra nel mondo dell'azione immediata; esiste nel mondo delle nozioni e dei
concetti. Ma nel caso della sofferenza non egocentrica, la persona estrae
semplicemente la freccia. Una risposta nega la vita, l'altra la afferma. La
sofferenza non egocentrica è l'agire di prajna, la saggezza, ed è ciò che
chiamiamo compassione" (Dal Cap. V).