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"Un'audacia a riposo che ama i pericoli" (Jean Genet) Ti puoi permettere di apparire così come dai alle persone l'impressione di essere per tutta una serie di protezioni sociali che ti consentono di portare avanti la tua menzogna su te stesso. Allora giochi a essere gentile, serio, buono, morale, simpatico, carino, ganzo, ecc. Finché il terrore è tenuto ben lontano, allora puoi facilmente perpetuare la tua menzogna. Ma cosa sarebbe di te, cosa saresti se per esempio si decidesse un giorno di sospendere qualsiasi legge, qualsiasi regola, qualsiasi sanzione, se tutti (compreso te) potessero fare tutto quello che vogliono senza nessun timore e, per qualche magia strana, senza alcuna remora? Cosa saresti? Cosa faresti? Come vivresti la tua persona? Sentiresti qualcosa di falso averla abitata fino a quel momento? Scopriresti qualcosa di vero emergere in essa? Ma soprattutto: usciresti di casa? Ti cagheresti sotto, vero? Capiresti forse che allora veramente la tua persona fino a quel momento è stata, per larga parte, un gran bluff tenuto su da un'intera struttura sociale? Jean Genet nel Journal du voleur scrive: “Chiamo violenza un'audacia a riposo che ama i pericoli. La distingui in uno sguardo, in un passo, in un sorriso, ed è in te che produce i suoi rimescolii. Ti smonta. Questa violenza è una calma che ti agita”. E poi dice della mano di uno dei protagonisti del libro che solo la sua figura immobile, semplicemente posata sul tavolo, rendesse inquietante e pericoloso il riposo. Ecco. Allora forse troppo peace&love ci ha fatto perdere la verità di altre cose. |
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