"Abbandona l'idea di dover fare qualcosa" (Gangaji)
Oggi iniziamo a leggere qualche brano tratto da Tu sei quello di Gangaji,
allieva del maestro advaita Poonja:
"All'inizio si approda alla ricerca spirituale mossi
dall'idea egocentrica di qualcosa da ottenere. [...]
Tutto deve giungere alla fine. Qualunque cosa va abbandonata. [...]
Per ricevere la realizzazione suprema dovete smettere di cercare di ottenere.
L'idea di un 'voi' deve finire. Quando abbandonate l'idea dell'illuminazione,
realizzate ciò che essa indica. [...]
Smettete semplicemente di cercare. Quando avrete smesso, potrete scoprire la
verità eterna. Richiede meno di un istante. [...]
Nella ricerca della verità avete sempre cercato un'immagine, un'idea, un
concetto basato su quello che vi è stato insegnato, o avete letto, o che
immaginate o su qualche barlume avuto in passato. Tutti questi sono oggetti
mentali. Possono essere bellissimi, ma anche i concetti più sottili sono
oggetti. [...]
Parole come 'infinito', 'eternità', 'grazia', 'Sé', 'verità' e 'Dio' accennano
tutte a ciò che si rivela nell'assoluta immobilità. Ma se anche questo momento
viene concepito come un qualcosa, allora la rivelazione non indica più la
verità. [...]
Arriva un momento in cui, per qualche misteriosa e miracolosa grazia, ammutolite
e rimanete senza parole, senza concetti, senza ricerca, senza sforzi e senza
identificazioni. In quel momento [...] capite che ciò che siete realmente
non è mai stato toccato da nessun concetto. [...]
Ciò che siete è libero da qualunque concetto. Il concetto di illuminazione
allude proprio a questa comprensione [...]. Nel momento in cui assegnate realtà
a qualunque concetto di ignoranza o illuminazione siete di nuovo nell'esperienza
dell'ignoranza. Vedete come è sottile il funzionamento della mente? [...]
La realizzazione è infinitamente semplice ed è questa semplicità che la mantiene
profondamente segreta, protetta dal potere di corruzione della mente. Tutti gli
sforzi, tutte le pratiche, tutti i paragoni, tutti i codici di comportamento
sono visti come irrilevanti nella vastità di una tale assoluta semplicità. [...]
Il fulgore dell'eterna verità scioglie la mente in una beatifica sottomissione a
ciò che non è nominabile. Ma se vi afferrate anche minimamente a qualunque
cosa, la mente ricade subito nell'errata identificazione e ricompare la
sofferenza. [...]
Non potete creare l'immobilità. Voi siete immobilità. [...]
L'immobilità è la presenza dell'essere e voi siete la presenza
dell'essere. Accogliete voi stessi. Assorbite voi stessi. Lasciatevi nutrire da
voi stessi. Iniziate l'esplorazione dell'illimitata meraviglia del vostro
essere. [...]
Niente impedisce la realizzazione della propria intrinseca, durevole libertà già
presente, salvo immaginare che qualcuno o qualcosa lo impedisca. Che questo
qualcosa sia 'il mio io e la mia personalità' o 'loro e quello che mi hanno
fatto, che potrebbero farmi o che mi stanno facendo', è soltanto una storia e
infinite considerazioni fondate sul niente. [...]
La meditazione consente alla mente di abbandonare la sua fissazione per gli
oggetti e riposare nella sua sorgente. La mente quieta rivela quello che è
sempre silenzioso, cui sgorgano e a cui ritornano l'azione e la non azione,
l'esperienza dell'ignoranza e dell'illuminazione. Quello è il tuo Sé. [...]
Scopri che cosa c'è dietro la concentrazione. Scopri ciò che non è un oggetto di
concentrazione, ma silenziosa consapevolezza. [...]
Ogni idea precostituita di un mezzo per arrivare da qualche parte si fonda sulla
supposizione di non essere già lì. Tu sei già lì. Sei già quello. Se vuoi
scoprire immediatamente la verità, lascia andare tutte le tecniche per arrivare
alla verità. [...] Abbandona qualunque concetto secondo cui non sei la verità.
Abbandona l'idea di dover fare qualcosa per raggiungerla, per prendere coscienza
della verità. Lascia andare tutti i concetti su di te, punto e basta. E poi stai
a vedere" (pp. 13-17, 40-41).