"Un unico sangue scorre ininterrotto" (Ralph Waldo Emerson)
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"Un unico sangue scorre ininterrotto" (Ralph Waldo Emerson)


La pratica è amore per ciò che è. Possono sembrare parole da bacio perugina, ma la questione è proprio questa. Si inizia con tanti no: questa cosa non ci deve essere, questa la devo cambiare, ecc. L'ascolto non si è ancora inoltrato abbastanza dentro se stessi. Ma quando si cominciano a sentire profondamente le proprie interiorità, ognuna (ogni pensiero, sensazione, emozione, …) appare intimamente una meraviglia. Secondo l'approccio solito (giudicante, moralistico, dualista, mentale) è una follia e infatti spiegarlo secondo le nostre ordinarie categorie risulta impossibile: eppure è così. “Il peggior vizio è la superficialità. Ogni cosa che viene profondamente compresa è giusta” (Oscar Wilde).

È quello che capita ad esempio nell'esperienza di alcuni psicoterapeuti. Iniziano con le loro classificazioni che cercano di rintracciare nel paziente, ma poi, più entrano nella sua meccanica e più tutto appare avere un interezza di senso precedente a qualsiasi giudizio tecnico-analitico. Christopher Bollas per esempio dice: “Man mano che ci si addentra nell'organizzazione di un particolare carattere [è] come se nel corso dell'analisi le specificità diagnostiche scomparissero”.

Allora ogni aspetto che emerge in questo profondo ascoltarsi è l'elemento costituente una totalità che travalica la stessa distinzione in plurime diversità dai sapori distinti. Tutto appare costituito della stessa perfezione, tutto sembra risuonare dello stesso suono indicibile. Qualcosa di analogo a ciò che Ralph Waldo Emerson dice della costituzione del mondo: “Non esiste una valvola, un muro, un'interruzione in natura, ma un unico sangue scorre ininterrotto, […] così come l'acqua del globo terrestre appartiene tutta a un unico mare e, nella sua forma più autentica, la corrente è una sola”.

Perché intrattieni con gli elementi del tuo ascolto non più un rapporto di distanza, ma un'intimità tale che non c'è più ascoltante e ascoltato. C'è la saporosità. E quella saporosità, più profondamente la ascolti e più ti si apre come identica nel sasso, nell'albero, nella contrazione muscolare, nello stato emotivo, ecc: “Non vedi il cielo, sei il cielo. Non tocchi la Terra, sei la Terra. Non odi la pioggia, sei la pioggia. Tu e l'universo siete ciò che i mistici chiamano «uno solo sapore»” (Ken Wilber).

E allora sì, veramente, come recita un verso di Mariangela Gualtieri:

Tutto m'innamora.