"C'è qualcosa di cui non potete liberarvi" (Dal Denkoroku)
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"C'è qualcosa di cui non potete liberarvi" (Dal Denkoroku)


"Tutto ciò che dovete fare è esercitare la volontà per un momento, anche per un solo istante, come un grande fuoco a cui nulla può resistere, come lo spazio aperto a cui nulla può aderire. Allora, anche se pensate, raggiungete il punto a cui il pensiero non può arrivare; anche se non pensate, raggiungete il punto che non può essere svuotato. [...]
Qui non c'è intelligenza o ottusità, non c'è assolutamente nulla a cui lavorare. Esplodete una volta, e avrete una profonda realizzazione.
Ora, ditemi: che cos'è questo principio? Ve l'ho già detto: lo spazio non ha mai ammesso neppure un ago, nella vastità non c'è assolutamente nulla a cui appoggiarsi: chi ci sarebbe per discuterne? Quando giungete a questo regno, non solo non individuate un singolo capello, ma meno ancora le miriadi di fori [attraverso cui passa il capello]. Tuttavia, c'è qualcosa che le miriadi di cose non possono nascondere, e quando tutto è liquidato c'è ancora qualcosa di cui non potete liberarvi. Risalta nitidamente da sé: vuoto e aperto, è fondamentalmente e radiosamente consapevole. Perciò è chiamato 'puro e nudo, vuoto e libero'. È anche chiamato radiosa brillantezza. Qui non c'è traccia di dubbio o pensiero, né di granelli di polvere fluttuanti. È più brillante di milioni di soli e di lune.
Non potete chiamarlo bianco, non potete chiamarlo rosso. È come risvegliarsi da un sogno; è solo vivo e attento. Lo chiamiamo vivere: essere svegli significa essere risvegliati ed essere vigili, essere chiari significa essere vivaci e lucidi".

È così sublime questo testo, che sarebbe opportuno non aggiungervi troppe parole di commento.
Non è un esercizio di volontà. Basta solo l'avvio e nient'altro. È quel solo va bene, quel solo che sia. È molto più semplice di quanto possa sembrare al pensarci, non c'è nessun lavoro da fare. Poi c'è solo un cadere, un lasciarsi, un abbandono. Non aderisci più a nulla, non resisti più a nulla. C'è una libertà dentro assoluta. Il cuore all'inizio quasi non ti regge, tanta è l'ebbrezza.
Rimane solo quella cosa, quello stato vuoto, in cui eppure pulsa quella cosa, sempre, eternamente. Senti la sua potenza, la sua presenza fin dall'origine. Quanto è sacra rispetto a tutto il resto... È qualcosa di assolutamente vuoto di qualsiasi contenuto, non è rosso o bianco. È solo quel semplice vivere, disciolti, slegati. Sei sveglio, vigile, gli occhi sono chiari, hai una vitalità nuova: sei presente.