"Non c'è sostanzialmente ottenimento" (Dal Denkoroku)
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"Non c'è sostanzialmente ottenimento" (Dal Denkoroku)


"Non pensate che sia questione di stare immobili, di vivere in solitudine, di non pensare a sé e ad altri, di non preoccuparsi di niente, di essere come un ceppo, senza appoggiarvi assolutamente a niente, inconsapevoli come alberi e piante. [...]
Arrivando realmente e giungendo veramente alla pace, non lo si può chiamare uno stato di esistenza, perché è vuoto e chiaro; e non lo si può chiamare uno stato di non esistenza, perché è luminoso e consapevole. Non lo si può discernere mediante l'azione, la parola, le idee, né mediante la mente, l'intelletto o la coscienza.
Come comunicare questo principio?

Con mani vuote cercare da sé,
Ritornare a mani vuote.
Dove non c'è sostanzialmente ottenimento,
Dopo tutto viene ottenuto".

Quindi se hai realizzato il non-ottenimento, non solo l'inutilità di ottenere, ma il fatto che non c'è da ottenere, allora prima eri con le mani vuote in cerca di qualcosa da afferrare; ora sei con le mani vuote, nel loro essere vuote, libere perché vuote. Finché sei in cerca, le mani si protendono, la mente si direziona. Torni a casa, senza avere trovato nulla e passi le notti insonne. La ricerca è la droga per antonomasia del praticante.
La ricerca ci costringe a pensare in forma di sistema. Pretende delle risposte: è ovvio. La ricerca cerca qualcosa, e quel qualcosa dovrà pur avere le parvenze di qualcosa! Allora: le soluzioni agli interrogativi, le istruzioni per la pratica, per la meditazione, le sentenze in ambito filosofico, le verità teologiche o religiose in genere, rivelazioni sulla psicologia, sul funzionamento della mente, ecc. Ma la "questione" di cui parla il brano non sta in una risposta, in una tecnica. Ti dicono: stai immobile. E allora ti ripeti: sto immobile, così poi capirò, realizzerò, sarò felice, in pace, sentirò la verità. Ma la questione non è nello stare immobili, o nel ritirarsi a vita eremitica, nel non pensare, e via dicendo.
Lo stato di cui si parla non è una formula. Non è che tu possa dire: applico questa formula, così sarò in pace. È anzi l'uscita dall'idea di dover essere in un certo modo, di dover acquisire certe capacità: il riconoscimento che è nella 'mente di principiante' la grande disposizione. C'è una famosa frase di Shunryu Suzuki: "Nella mente di principiante ci sono poche possibilità, in quella da esperto molte". Ecco, maturare sulla via è riuscire a mantenere questa mente da principiante, nel suo stato di vuotezza e di chiarezza. Se ti poni in un'ottica di ottenimento, di ricerca di possibilità nuove, allora sei in cerca di qualità positive per la tua mente, sei in una prospettiva di miglioramento della tua mente. Allora la pensi come un contenitore in cui mettere tutto ciò che di buono ritieni esserci. Invece la grande arte è imparare a ritornare principianti e a rimanere tali. Solo pulizia e semplicità. Non una nuova dottrina, una nuova verità, una nuova capacità. Per questo, come dice il testo, la pace non è uno stato di esistenza: non c'è nessun contenuto.
Ma non è neanche uno stato di non-esistenza: non è torpore, non è incoscienza. Quando sei lucido, consapevole, cosciente, c'è qualcosa. Infatti è scritto: "Tutto viene ottenuto". Ma è ottenuto in quanto si è abbandonata la volontà di ottenere. Quel qualcosa che c'è nell'essere lucidi, quella luminosità che illumina, non è certo il qualcosa di cui è in cerca la 'mente da esperto': non è certo il risultato dell'applicazione di un qualsiasi sistema o tecnica. Non è un qualcosa che passi necessariamente attraverso l'azione, la parola, il pensiero, .... Allora sì, la mente di principiante è anche virtuosa, oltre ad essere semplice. È dotata anche di grandi capacità. Ma non sono capacità o virtù auspicate, ricercate, acquisite. Sono semplicemente - proprio così: semplicemente - una naturale conseguenza di un atteggiamento. Una cosa è voler essere virtuosi; un'altra è quella virtù presente naturalmente nell'essere semplice. Quell'essere semplice che, se gli dici: "Ma sei virtuoso tu!", ti risponderebbe stupito: "Io?!". Non lo sa, perché è così semplice... Eppure...