Delizioso (dall'Encyclopédie di Diderot-D'Alembert)
“Che cos’è un riposo delizioso? Ne ha conosciuto l’inesprimibile incanto
solo chi ha organi delicati e sensibili; chi ha ricevuto dalla natura un’anima
tenera e un temperamento voluttuoso; chi gode di una salute perfetta e si trova
nel fiore dell’età; il cui spirito non è turbato da nessuna nube, e la cui anima
non è agitata da nessuna troppo viva emozione; chi uscendo da una fatica dolce e
lieve prova in tutte le parti del corpo un piacere così ugualmente diffuso da
riuscire indistinguibile. Non gli rimane, in quel momento d’incanto e di
snervatezza, né memoria del passato, né desiderio dell’avvenire, né inquietudine
sul presente. Il tempo per lui ha cessato di scorrere, perché esiste come
racchiuso in se stesso; il sentimento della sua felicità si attenua con quello
della sua stessa esistenza. Passa con moto impercettibile dalla veglia al sonno;
ma in quel passaggio impercettibile, nel venir meno di tutte le sue facoltà,
veglia ancora abbastanza, se non per pensare a qualcosa di distinto, per lo meno
per sentire tutta la dolcezza della sua esistenza, di cui gode per altro di un
godimento del tutto passivo, senza attaccarvisi, senza riflettervi, senza
gioirne, senza rallegrarsene. Se si potesse fissare col pensiero una situazione
di puro sentimento, in cui tutte le facoltà del corpo e dell’anima sono vive
senza essere agenti, e legare a questo delizioso quietismo l’idea di
immutabilità, si otterrebbe la nozione di felicità più grande e più pura che
l’uomo possa immaginare” (Denis Diderot).