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"C'è il reale e il mio sogno" (Nathalie Delay)
Ma l'adesso sempre mi riporta qui e mi fa capire quanto sono lontano dalla semplicità dell'abitarlo. L'adesso mi ricorda quanto io pensi la libertà come libertà dall'adesso e non dell'adesso. E allora la pratica è molto umilmente tornare a quello che l'adesso semplicemente chiede, con il suo carico a volte di leggerezza, altre di dolore, di gioia, di tristezza, ... La pratica è sentire quanto sono quasi continuamente in resistenza rispetto a ciò che è.
"È essenziale non separare
questi due aspetti, perché la realtà è una. Non ci sono due realtà, da un lato
la realtà spirituale e dall'altro la realtà del quotidiano. Direi che c'è il
reale e il mio sogno. Il fatto di dover rimanere coinvolti nell'attività
quotidiana, in tutte le sue forme, è un ottimo modo per evitare fantasie di
realizzazioni. Le sfide della vita quotidiana, come un maestro implacabile, mi
mostrano in questo momento il mio livello di realizzazione. Se la minima
situazione mi pone un problema è il segno che non sono libero e ringrazio il
reale di offrirmi questa opportunità di vederlo.
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